di Adele Frau
Valeria Pecora, nata a Cagliari il 6 aprile 1982, vive e lavora ad Arbus. Dal 2016 è la responsabile dell’infopoint del Comune di Arbus e lavora per il Consorzio Imprese Arburesi organizzate. Inoltre lavora a Cagliari come guida turistica, con i turisti che approdano con le navi da crociera nel porto del capoluogo sardo. E’ la vincitrice del primo premio nella sezione narrativa italiana per inediti, nel premio letterario Antonio Gramsci, giunto alla sua XV edizione. Il romanzo premiato è “Mimma”, suo secondo romanzo. La premiazione avvenuta il mese scorso ad Ales porta la seconda motivazione: “Due mondi antropologicamente distinti (indagati acutamente dall’antropologo Giulio Angioni) quello agropastorale della Barbagia e quello minerario della zona Arburense-Guspinese, che fanno da sfondo alla dolorosa vicenda esistenziale che ha per protagonista una donna. Mimma, appunto, convincente figura femminile che attraverso una serie dolorosa di eventi riesce a recuperare se stessa dalla sindrome (come la chiamerebbe Nereide Rudas) dello sdoppiamento della personalità”. Abbiamo rivolto a Valeria alcune domande.
Di cosa tratta questo romanzo? “Nel romanzo ho voluto ricostruire l’ambiente di lavoro dei miei nonni (entrambi sono stati minatori nel cantiere di Piccalinna a Montevecchio). Attraverso le vicende di una donna, Mimma, che cercherà di riscattarsi e di difendere la sua vita quando gli eventi tragici della storia la travolgeranno. L’opera è ambientata negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale e giunge fino agli anni Settanta, ricordati come gli anni di piombo e delle Brigate Rosse. Si tratta di un romanzo di forti sentimenti, d’amore, di lotta e della speranza che fiorisce dalle ferite del destino. Una storia commovente, un omaggio tenero e spietato alla mia terra”.
Quali sono stati i suoi studi? “Ho conseguito la laurea specialistica in storia dell’Arte e un Diploma di Master di II livello in Curatore d’Arte Contemporanea, presso l’Università Sapienza di Roma; ma ho sempre lavorato nel campo del turismo, sfruttando la conoscenza delle lingue straniere e iscrivendomi nel registro regionale delle guide turistiche della Sardegna.”
Ci racconta del suo lavoro di scrittrice e romanziera … “Il mio amore per la scrittura scaturisce da una sfrenata e intensa passione per la lettura, che mi ha sempre aiutata a evadere, sognare e interrogarmi. Ho sempre avuto interesse a narrare la memoria storica, soprattutto quella riguardante il territorio nel quale sono cresciuta. Nel 2010 ho esordito con una prima pubblicazione insieme a Michela Spano, con un libro fotografico “In Arbus” che raccoglie le foto antiche degli album familiari arburesi. Il progetto fu curato dalla Biblioteca di Sardegna e dalla “Editoriale Documenta”, con la quale la collaborazione è proseguita successivamente. Nel 2011 ho pubblicato, ancora insieme a Michela Spano, il libro “Raccontando Arbus”, raccolta di aneddoti e testimonianze dei tempi passati, rintracciati all’interno della comunità arburese. Nel 2015 ho pubblicato il mio primo romanzo “Le cose migliori”, con la casa editrice “Lettere Animate”. L’opera, in parte autobiografica, racconta la malattia di Parkinson vista con gli occhi dei familiari e in particolare dei bambini. Il romanzo di esordio mi ha dato grandi soddisfazioni perché ha ottenuto l’interesse di molte associazioni che si occupano della lotta contro queste patologie. Per me è stato motivo di orgoglio poter aiutare tante persone, raccontando la mia testimonianza nel libro e farla conoscere attraverso i giornali locali e internazionali, le radio e le tv. La pubblicazione di entrambi i miei romanzi è stata fonte di felicità e di soddisfazione. Sono molto lusingata per la vittoria in questo premio dedicato ad Antonio Gramsci, il sardo (e forse l’italiano) più famoso nel mondo. In un tempo nel quale le donne sono spesso alla ribalta come vincitrici di concorsi di bellezza, sono orgogliosa di poter dimostrare nel mio piccolo, che le donne riescono a raggiungere traguardi ambiziosi anche in altri ambiti, come la ricerca, la scienza, e nel mio caso, la scrittura e la cultura.”