Trentatrè anni, nata e vissuta a Mamoiada fino ai 28, diplomata in Scienze sociali, e una grande passione per la guida. Da cinque anni, Caterina Mureddu è l’unica italiana alla guida degli autobus che percorrono le strade dell’intramontabile Parigi. Un anno da precaria all’Arst di Nuoro, poi la rabbia per non essere riuscita, nonostante tanto impegno e altrettanto studio, a passare un concorso per essere assunta in modo definitivo, la giovane Caterina, tuttavia, non si era persa d’animo, e in un giorno di maggio di cinque anni fa decide di fare le valigie e tentare l’avventura Oltralpe. E cerca così di dimenticare gli altri innumerevoli tentativi falliti di far riconoscere la sua professionalità alla guida. «In altri concorsi – spiega – in giro per la Sardegna, nonostante facessi prove alla guida quasi perfette, mi vedevo sempre scavalcata da altri. La mia terra, che non riconosceva la meritocrazia, mi stava chiudendo le porte. Per questo ho deciso di partire». Agli inizi in terra straniera, come spesso succede, bisogna accontentarsi: Caterina trova lavoro come ragazza alla pari accudendo un bambino di un anno a Versailles e nel tempo libero va a lezione di francese. Passa un mese e a giugno invia il suo curriculum e annessa richiesta di lavoro alla Ratp, ovvero l’azienda di trasporti di Parigi. «Ho dovuto affrontare il concorso in francese – racconta – e ancora non capivo molto di quella lingua, ma alla fine ce l’ho fatta. Sono stata tenace e alla fine ho coronato il mio sogno: il 15 settembre del 2012 ho firmato il mio primo vero contratto a tempo indeterminato». E così, da un giorno all’altro, Caterina Mureddu, diventa l’unica conducente italiana dei bus di Parigi. L’unica, tra 700 dipendenti, 80 dei quali sono donne. Davvero una grande soddisfazione. «La mia giornata tipo – racconta – è sveglia alle 4, di solito faccio sei o sette ore di servizio. Parigi è una città splendida, ma a lavorarci è dura. Il traffico è da guinness e i passeggeri sono sempre di corsa e di fretta, e non sempre sanno cosa sia l’educazione. Ma io cerco sempre di mantenere la calma, in fondo faccio il lavoro che mi piace, e poi ho imparato a prendere i francesi per il verso giusto. E quando con il mio bus percorro le strade davanti al Louvre, al Moulin Rouge, o all’Opera Garnier, davvero, tutto passa e sono tanto felice».
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Chissà se un giorno prenderò questo autobus
Spacchiosa la mia cognatina!!! Grande Caterina.Baci.
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