di Renzo Caddeo
Sono le protagoniste de: “I fiori della libertà” e di “Mille lire” che ci accompagnano in questo pomeriggio e ci consentono di aprire il dibattito sull’importanza dell’operato femminile nei diversi momenti della storia.
Le donne de “I fiori della libertà” sono in fuga dalle leggi razziali in cui si afferma la volontà di sterminare tutti gli ebrei nei campi di concentramento durante la II guerra mondiale. Sono donne private della loro dignità e di ogni altro diritto; straniere nel proprio paese devono mentire, agire sotto falso nome per proteggere se stesse e l’intera famiglia.
Le donne che incontriamo in “Mille lire” sono donne degli anni settanta maltrattate e disconosciute nel loro ruolo di madri e di figlie, ma solo apparentemente vinte. Sono donne che faticano ad esercitare attivamente i loro diritti; adolescenti e bambini ostacolati nel loro desiderio di conoscere la vita nelle diverse sfaccettature, che vogliono vivere il loro tempo e reagiscono ai soprusi di una società attenta a conservare le tradizioni, ma rigida e chiusa in una dimensione esclusiva, che non comprende l’importanza delle loro rivendicazioni in cui implicitamente sono iscritti gli insegnamenti più antichi della loro Terra. Sono donne che gridano il loro bisogno di essere riconosciute nei loro diritti individuali e non solo per il dovere iscritto nel loro ruolo di mogli, madri, figlie che vengono in un secondo tempo perché devono mettere in primo piano i diritti e gli interessi di altri.
Sono due romanzi molto diversi, le protagoniste appartengono a regioni e culture differenti, il Piemonte e la Sardegna, e vivono in contesti storici molto lontani, ma in entrambi i casi esse rivendicano la volontà di essere riconosciute come aventi diritto a un’esistenza libera.
Questo pomeriggio di marzo è l’occasione per conversare sul ruolo delle donne che nelle diverse epoche storiche si è alimentato e consolidato lontano dai canali storici ufficiali. Con l’autrice rivolgiamo il nostro pensiero a tutte le donne.
A quelle del passato e ai loro insegnamenti, alla loro forza, ai valori che ci hanno tramandato. Alle donne che ci hanno preceduto in tutti i settori e nei diversi ruoli: famigliari, economici, politici.
Alle donne e alle bambine che hanno lavorato in miniera di cui ci racconta Iride Peis Concas nel suo libro Donne e Bambine nella miniera di Montevecchio, che già dalla fine dell’ottocento lavoravano a giornata per un pezzo di pane. Donne e bambine che talvolta, sfinite dal troppo lavoro, si fermavano a riposare sui giacigli ricavati nella miniera. Troppo stanche per tornare a casa, il 4 maggio 1871 undici di esse di cui la più vecchia aveva 50 anni e la più giovane 11, morirono schiacciate dal peso della vasca dell’acqua che serviva a lavare i minerali costruita sul tetto sopra i loro giacigli.
Alle donne di Pratobello che nel 1969 manifestarono con vigore la loro contrarietà alla realizzazione di un campo militare di addestramento permanente nell’Isola. Le donne e i bambini si schierano accanto agli uomini a difesa della terra destinata al pascolo che rappresenta l’unica fonte di sostentamento per le famiglie dei pastori.
Alle donne della Resistenza e a tutte quelle che hanno lottato e ottenuto il diritto alla cittadinanza e al voto nella società e in Parlamento, che ci hanno consegnato la facoltà di scegliere liberamente il ruolo che ognuna di noi desidera ricoprire nei diversi ambiti sociali.
Donne della Terra, quella Terra che da sempre ci sostiene e ci tiene ancorati alla vita. Donne che ci hanno insegnato che si vince se si resta unite, nel passato come nel presente.
Alle donne di oggi a cui deve essere data la certezza di poter essere madri e nel contempo iniziare e/o continuare a svolgere ruoli diversificati che non deprivano il primo, semmai lo ampliano e lo caricano di ulteriore significato.
A tutte quelle donne che loro malgrado diventano protagoniste di esecrabili episodi di cronaca che rimbalzano sui media e ci esortano a riflettere sulla necessità di ripensare a quella parte di società, che dimostra di non aver ancora realizzato compiutamente che la specifica peculiarità delle donne si realizza nell’inclusione delle loro azioni concrete, che si esplicano nei molteplici ruoli che essa ricopre.
Donne che al pari di qualsiasi altro essere umano nasce libera di agire nelle proprie convinzioni, senza che la mano dell’uomo, troppo spesso ancora convinto di poterla considerare un oggetto di possesso personale, la privi della vita.
Il dibattito ha visto la partecipazione attiva dell’assessora all’istruzione del comune di Rivoli Franca Zoavo, Rita Murgia componente esecutivo FASI e dei numerosi soci presenti.
A conclusione del l’incontro, Ai numerosi soci presenti , e stato offerto un ricco rinfresco a base di prodotti sardi e la giornata si è conclusa con balli sardi e danze anni sessanta /settanta.
Mille lire è disponibile in versione ebook .