Le vicende iniziano in una redazione di un giornale a Cagliari dove si vivono le notizie con partecipazione e grande interesse. C’è una vita tranquilla familiare,le feste istituzionali da non mancare ma c’è spazio anche per i sogni che sono indizi importanti per sostenere un’avventura che si articola nel tempo,una storia che si snocciola attraverso il presente,fatto di piccole cose e di fatti spesso marginali ma determinanti per la vita di ognuno di noi, un lungo percorso di vita che coinvolge tutti perché tutti,alla fine,vogliono comprendere e rendersi conto del passato per essere migliori e vivere meglio la quotidianità. Si torna indietro nel tempo,al 1600 in un paesaggio povero ma denso di avvenimenti storici. Il protagonista dormendo entra nella storia e dopo una corsa forsennata si blocca ai piedi di un monastero a Cagliari, raggiunto subito da un frate che gli chiede “Hai portato il medaglione?”Una domanda senza senso in un’atmosfera irreale e incomprensibile. Molte le domande al risveglio e il protagonista da quel momento in poi entra in un’altra dimensione coinvolgendo gli affetti familiari e incanalandosi,complice il lavoro di giornalista, in situazioni poco chiare che lo porteranno in diverse città fino a Barcellona per capire e risolvere il quesito iniziale richiesto dal frate.
Un romanzo appassionante,un racconto avvincente sul filo della storia sarda e cagliaritana in particolare, attraverso fatti risalenti al periodo spagnolo raccontati con piglio convincente e grande partecipazione. L’autore è il giornalista Ennio Porceddu, non nuovo a imprese editoriali del genere,che riesce in questa ultima fatica de “Il medaglione del re” a meritarsi un degno posto tra i narratori della nostra storia sarda e cagliaritana, un merito che va oltre la quasi banalità della vita perché la stessa,oggi come ieri e come nella fresca storia del periodo spagnolo,sa essere sempre importante e degna di essere vissuta (e raccontata).