È scomparso a Cagliari l’antropologo Giulio Angioni, intellettuale e autore di numerosi saggi e romanzi. Era malato da tempo e aveva trascorso anche le ultime vacanze di Natale in ospedale per sottoporsi a chemioterapia. Angioni era nato a Guasila il 28 ottobre 1939. Ha studiato all’Università degli studi di Cagliari, allievo e collaboratore di Ernesto de Martino e di Alberto Mario Cirese, ha svolto ricerca in Germania e insegnato in Francia, all’università di Aix en Provence, e a Oxford. Il suo impegno negli studi lo ha portato alla cattedra di Antropologia culturale all’Università degli Studi di Cagliari. Si è occupato, tra le altre cose, di antropologia delle tecniche con indagini sul mondo contadino e pastorale sardo, di antropologia dell’età coloniale, di metodo della ricerca antropologica. Celebri i suoi studi sulle questioni dell’identità riferiti soprattutto alla sua Sardegna ma anche all’Europa e al mondo contemporaneo, e quelli sulla tenacia di alcuni luoghi comuni nel mondo occidentale. Giulio Angioni non è stato solo uno studioso ma si è occupato anche di divulgazione scrivendo su quotidiani e riviste locali, nazionali e internazionali. Ha fondato e diretto, inoltre, la rivista antropologica internazionale Europaea. Journal of the Europeanists-Journal des Européanistes. Grandissima la sua passione per la letteratura, che lo ha visto protagonista come organizzatore di eventi e come scrittore: è stato uno dei fondatori del Festival di letteratura di Gavoi. L’isola delle storie, e ha dato alle stampe diversi romanzi, racconti e poesie. Come narratore ha esordito nel 1978 con la raccolta di racconti “A fogu aintru/A fuoco dentro”, seguono poi una serie di romanzi alcuni dei quali ambientati nella mitica Fraus. Tra i suoi libri “Le fiamme di Toledo” vincitore del Premio letterario Mondello), “Una ignota compagnia”, “Assandira”, “Doppio cielo”, “Il mare intorno”, “L’oro di Fraus”. L’ultimo è “Sulla faccia della terra”, pubblicato nel 2015 da Feltrinelli-Maestrale Angioni si è dedicato alla scrittura fino alla fine. Negli ultimi tempi pubblicava poesie e pensieri su una pagina facebook. Questa la sua ultima poesia.
Restanti
Resuscitiamo i morti
con foto e audiovisivi
e il passato rivive
da sembrare che morte non dissolva.
La gente di una volta lo sapeva
come tenere vivi i propri morti,
lari e penati in stretta convivenza
che stavano qui in casa
là nella stanza buona,
li potevi pensare
a fare un pisolino dopo pranzo
o al lavoro in campagna
o in viaggio e poi ritornano,
la notte custodivano la casa
stavano insieme a noi
o felici o scontenti come noi
nell’hora mortis nostrae ci accoglievano
per essere all’altezza del morire.
quando l’ho vista ho pensato al peggio, ma non immaginavo…
Noooooo mi dispiace tantissimo . Ho letto parecchi suoi libri ed avevo in mente di proporre al direttivo del circolo di invitarlo . Non sapevo fosse malato . Riposa in pace 🙁
E cio’ mi dispiace davvero tanto…
Orgoglio sardo: Riposa in Pace!
Aveva la stessa eta di me. Non lo conoscevo bene, solo di fama. Ecco una prova di traduzione della sua ultima poesia:
"Nous ressuscitons les morts / avec des photos et des DVD / et le passé revit / à croire que la mort ne dissout rien. // Autrefois les gens savaient / comment garder vivants leurs morts, / lares et pénates en étroite cohabitation / dans la maison / là dans la pièce de réception / où tu pouvais songer / à faire une sieste après manger / ou au travail dans les champs / ou en voyage aller-retour, / la nuit ils gardaient la maison / ils étaient avec nous / heureux ou mécontents comme nous. // A l’heure de notre mort ils nous accueillaient / pour nous aider à être à la hauteur de notre fin."
R I P
Claude SCHMITT.
PIANGO UN GRANDE MAESTRO, CHE MI HA INSEGNATO CON LE SUE STRAORDINARIE LEZIONI A CAPIRE IL MONDO, E A SCOPRIRLO APPASSIONANTE, GRAZIE AI MERAVIGLIOSI RACCONTI E ALLE POESIE CHE MI PROCURANO SEMPRE UNA PROFONDA EMOZIONE GRAZIE PROFESSORE