Il 27 novembre, nella sua bella galleria di Piazza Mariano, gremita da una folla di appassionati e intenditori, Federico Fadda, si è presentato con la sua produzione più recente, ispirata al mito e ai miti. Già alle medie era emersa la sua passione artistica subito notata e valorizzata dalla sua insegnante di Storia dell’Arte, Andreina Madeddu, che tanti giovani artisti ha avuto a battesimo e tanti si stanno facendo strada in questo difficile campo.
L’onore di presentarlo è spettato ad un’altra sua insegnante, la dott.ssa Lucia Manca Demurtas, che affascinata dal titolo, mutuato dal mondo Classico e ispirandosi ai suoi studi sia di base che universitari, col grande Maestro Accademico dei Lincei, Prof. Giovanni Lilliu, non poteva che aggiungere Ethos e Phatos”, “Etica, Carattere, Sentimento ed Emozione.
“La categoria del “doppio” del mondo Classico si manifesta in queste opere del pittore Federico Fadda con una dinamica intensa di potenza e maestosità, visibili ad esempio nel Discobolo, nella bellezza di Afrodite, nella regalità di Eleonora d’Arborea, nel Capocorsa della Sartiglia – ha sottolineato la dottoressa Demurtas, nel corso della presentazione – Mythos, il Mito, si presenta come “trasposizione” di un simbolo di genesi, di gigantomachie che vanno oltre un processo di razionalizzazione per affascinare chi guarda e condurlo a scoprire il particolare e i dettagli dell’opera stessa. L’interpretazione che Federico Fadda mostra è certamente di grande valore con un simbolismo mitico, riflesso dell’esperienza estetica dei suoi Maestri. Il Pathos del contemporaneo riconduce l’ignoto al noto, o meglio il sogno alla realtà. Il fascino inconfondibile che la classicità ci trasmette ed è visibile nelle opere – ha concluso la Prof.ssa Manca Demurtas – ci invita a regalarci un Mito che diventi per noi un “racconto” di Bene, Bello e Gioia”.
Per la curatrice della mostra Erica Olmetto, invece, “L’opera di Fadda non prevede mai l’eliminazione completa della forma che resta sempre il punto di riferimento da cui l’artista parte per scomporre o dissolvere l’immagine per poi ricostruirla secondo il proprio punto di vista. In questo senso – ha continuato la curatrice – il suo linguaggio pittorico può essere definito contemporaneo e lo stesso discorso si può fare confrontando le opere figurative con quelle astratte, per quanto riguarda lo studio della luce e la ricerca del chiaroscuro, che in tutte le opere della fase più recente continua ad essere uno degli aspetti più evidenti della sua maturazione. Lo stesso può dirsi sull’utilizzo del fondo nero e la texture caratterizzata dalle righe orizzontali che – ha concluso la Olmetto – anziché appiattire l’immagine, creano un interessante effetto volumetrico e decorativo, sino a diventare la firma dei suoi ultimi lavori.”
Federico Fadda è nato ad Oristano nel 1981 e oggi si presenta al pubblico della sua città con le ultime produzioni artistiche, che saranno visibili nei locali Sporting House di piazza Mariano, sino al 31 dicembre prossimo. Le tele di grandi e medie dimensioni esposte, sono diventate per lui un campo di nuove sperimentazioni artistiche, con un linguaggio plastico votato all’astrazione e ricco di implicazioni che esprimono, il mistero dell’uomo e della natura.
Le sue ultime opere, sono state spogliate, purificate e convergono verso un perfetto equilibrio di spazi, forme e colori, eliminando ogni cosa superflua che non sia attinente al suo nuovo stile.
Un percorso il suo che partendo da un linguaggio essenzialmente plastico, è giunto a una fase dove le tele vengono saturate dagli inserti e dal colore dosato saggiamente.