In una tersa, quanto frizzante mattina d’ottobre, i Soci e gli amici del Circolo Sardi “Montanaru” di Udine si sono stretti attorno al monumento, di scabro e duro granito di Gallura di cui sono i gelosi custodi, per onorare i Caduti dell’amata Brigata “Sassari” cui è dedicato il monolite naturalmente configuratosi come una “Pietas” orante. Alla presenza del neoeletto presidente del Circolo Paolo Sanna subentrante al benemerito’Domenico Mannoni il quale, per un decennio, ha egregiamente guidato il Circolo e al socio prof. Carmelo Spiga, presidente del Consiglio comunale cittadino che, in rappresentanza del sindaco di Udine, indossava la Fascia Tricolore, s’inizia la breve cerimonia. Il doveroso” ATTENTI !” saluta l’alzabandiera dei vessilli Italiano, Sardo e Friulano e accompagna la deposizione di una corona d’alloro, recata da due soci del Circolo in onore dei Caduti Sassarini. Brevi, concisi i cenni di circostanza del neo presidente Sanna e del prof. Spiga. Alla sobria cerimonia era presente, per la prima volta, un gruppo di Granatieri di Sardegna il cui presidente ha porto brevi parole di ringraziamento per-l’invito ricevuto e che si augura proficuo d’ulteriore sviluppo. Le insegne dei Granatieri e il verde Gagliardetto del sodale Gruppo Alpini compaesano, sempre presente, scortato dal proprio Capo gruppo e da un paio di “Penne nere” fra
cui il Presidente dei Donatori di sangue, coinquilino del Circolo, hanno fatto da degna corona. Quasi tutti si spostano negli accoglienti e vicini locali del “Montanaru” per il prosieguo della mattinata comprendente gli interventi del dott. Lucio Fabi, del prof. Simone Sechi, moderati e coordinati dal dotto Costanzo Pazzona; oggetto delle discussioni: non storie di battaglie a volte gonfie di retorica, ma le situazioni economico/sociali della Sardegna nel contesto prebellico. Il Presidente Sanna presenta brevemente i relatori e si dà inizio agli interventi con l’introduzione del dott.Pazzona, economista, che elenca il titoli accademici, prestigiosi dei relatori e cede subito la parola al dott.Fabi, studioso esperto della I/\ Guerra che, prendendo lo spunto dai versi della canzone militare dell’epoca :”Partir partirò, partir bisogna … ” ed è sempre doloroso andare alla guerra, ci illustra la grave situazione economica dell’isola fornendo incontestabili dati numerici e le cifre esatte ammontanti a ben 74 i milioni di uomini scesi in campo, fra tutte le nazioni in conflitto, che generarono 9 milioni e mezzo di morti ed altrettanti invalidi, sia nel corpo che nella psiche, oltre che 100 mila morti in prigionia. Cifre che dovrebbero ammonire gli uomini! Anche la neo costituita Brig. Sassari, a fine conflitto, oltre alle 6 Medaglie d’Oro, agli Ordini Militari “Savoia”, e alle innumeri Decorazioni al Valore, conta fra le proprie file, ben 30 mila morti e migliaia di invalidi; non è sconosciuto il fenomeno dell’autolesionismo. I Sardi arruolati hanno dovuto adeguarsi al parlar comune dei componenti l’Esercito italiano, quasi tutti, a loro volta usi ad una parlata regionale, nasce così, solo merito della guerra, una lingua comune. Impossibile, in questo breve riassunto, elencare le numerose notizie forniteci dal documentatissimo dotto Fabi. Parte da lontano il prof. Sechi: nel 1887 l’Italia ha denunciato il precedente accordo doganale con la Francia che aveva permesso alla Sardegna, annualmente, di spedire da Porto Torres un controvalore di beni pari a 51 milioni di lire d’allora, ridottisi nel giro d’una decina d’anni, a poco meno di 450 mila lire. La deforestazione selvaggia, unita al piombo e agli altri minerali sardi, che subiscono un crollo verticale d’estrazione, portano a una grave crisi economica. Solo dagli USA arriva una massiccia richiesta del saporito, formaggio pecorino, la
produzione viene incrementata importando molti tecnici casari dal continente: solo d’allora i Sardi diventano “pastori”! Dettagliate e numerose altre notizie vengono messe in luce. Spuntano i nomi di Lussu, Gramsci e Ungaretti nelle vicende Sassarine, con o senza Pattada in tasca, sui fatti pre e post bellici, esaustive le risposte fornite alle curiosità degli uditori. Proprio il profumo del pecorino allestito provvidamente, al suonar del mezzodì, assieme al fragrante “carasau”, conclude una limpida mattinata piena di echi ed antichi valori sardi.
“PARTIRE PARTIRO’, PARTIR BISOGNA…”. ITALIANI E SARDI VANNO ALLA GUERRA: RICORDO A UDINE CON IL CIRCOLO “MONTANARU”
Aggiungi ai preferiti : Permalink.