di Paolo Pulina
Vincenzo Lastrina, vediamo chi è stato e perché ci occupiamo di lui in spazi pubblicistici che trattano temi e problemi della Sardegna. Ecco la scheda che gli riserva il sito dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI): «Quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gli fu proposta la nomina a capo di Gabinetto della Prefettura di Genova, Vincenzo Lastrina accettò soltanto dopo aver chiesto come comportarsi ai capi della Resistenza genovese. Disponendo delle direttive riservate dei nazifascisti, Lastrina riuscì a scongiurare molti rastrellamenti, evitare centinaia di arresti, sabotare i provvedimenti del Governo di Salò, fornire importanti notizie al Comitato di Liberazione Nazionale e, prima del suo arresto, preziose informazioni agli Alleati. Scoperto col suo fidato collaboratore Franco Zoppoli, il vice prefetto di Genova, il 29 settembre 1944, finì alla “Casa dello Studente”, dove le SS del maggiore Engel lo sottoposero a durissimi interrogatori. Rinchiuso poi nel carcere di Marassi, Lastrina prese, il 22 ottobre, la via del campo di concentramento di Bolzano. Un mese dopo veniva tradotto a Mauthausen. Quando gli Alleati liberarono i sopravvissuti del lager, vi trovarono Lastrina ridotto in fin di vita, a pugni, dai suoi aguzzini. Inutile fu il suo ricovero in un’infermeria a Melk. Sulla figura del coraggioso funzionario, già nel 1945, è stato pubblicato a Genova un libro di Ettore Miraglia. Di lui scrisse anche Piero Caleffi nel 1954, in “Si fa presto a dire fame” [testimonianza dai lager di Bolzano e di Mauthausen]. Nel 2006 a Genova, nel “Giorno della Memoria”, è stato solennemente ricordato il contributo dato dal viceprefetto alla causa della libertà. Nel 2007, per la “Giornata della Memoria”, a cura del Comune di Melilli [paese natale di Lastrina, in provincia di Siracusa], è stato pubblicato il libro di Michele Rizzo “Vincenzo Lastrina: da Melilli a Mauthausen. Il breve viaggio per l’eternità”.». Ettore Miraglia, nell’affettuoso e commovente scritto memoriale (Genova, Editrice Arte e Lettere, pp. 38, con uno schizzo di A.U. Gargani) “In onore del viceprefetto Vincenzo Lastrina”, uscito nel 1945, dopo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, ha così presentato le origine siciliane, gli studi e la carriera di Vincenzo Lastrina fino all’arrivo, appunto, alla Prefettura di Genova. «Vincenzo Lastrina nacque a Melilli, provincia di Siracusa, il 16 febbraio 1915, da Sebastiano e da Filomena Caminito, agricoltori. I genitori, vistane la prontezza dell’ intelligenza e la buona disposizione agli studi, lo assecondarono in questa sua naturale tendenza. D’altra parte la vita dura dell’ agricoltore, nell’assolata terra di Sicilia, non si confaceva al suo fisico piuttosto gracile. Ma quante volte, specie quando l’amarezza lo torturava, rimpiangeva di non aver potuto e voluto rimanere nella sua terra, di cui rievocava il fascino e quel senso di libertà, di vita libera che essa dà. Della sua campagna conosceva tutti i segreti e gli angoli più belli, dove tante volte si era rifugiato per studiare e sognare. E nella scuola, come egli si compiaceva ricordare con un malcelato orgoglio, fu il prediletto degli insegnanti. Si laureò in giurisprudenza il 9 luglio 1937 nella Regia Università degli Studi di Roma. Dopo aver disimpegnato le funzioni di vice pretore in un paese della Sardegna, nel luglio del 1940 entrò nell’ amministrazione dell’Interno, prestando servizio nelle Prefetture di Bari, di Trieste, di Vicenza e di Genova, in quest’ ultima dal gennaio 1942. Il dottor Lastrina, assegnato quale segretario al Gabinetto della Prefettura, si impose subito all’ attenzione di quanti ebbero occasione di avvicinarlo e di conoscerlo, cattivandosi, in breve tempo, vaste amicizie e viva simpatia nel campo della sua specifica attività e fuori di essa, tanto in città quanto in provincia». Lastrina, dunque, all’inizio della sua carriera, fu vice pretore in un paese della Sardegna. Sono riuscito a sapere quale è questo paese. Ho chiesto al Comune di Melilli il libro di Rizzo e il sindaco Giuseppe Sorbello me ne ha prontamente inviato una copia. A p. 18 Rizzo scrive: «Lastrina si era laureato e si preparava ai concorsi in magistratura ed in amministrazione dell’Interno. Li vinse entrambi. Era già pretore del mandamento di Decimomannu, in provincia di Cagliari, quando, nel 1940, gli arrivò la notizia di aver vinto anche il concorso la Ministero dell’Interno. Non ebbe esitazioni di scelta. Gli pesava dovere emettere sentenze, si licenziò ed entrò nell’amministrazione dell’Interno». Spetta a questo punto a Decimomannu ricordare degnamente il martire della libertà Vincenzo Lastrina, che la cittadina sarda ha avuto l’onore di conoscere e apprezzare come giovane funzionario statale. La vicenda eroica del viceprefetto che, nel suo luogo di lavoro, volle aiutare a salvarsi il maggior numero di persone perseguitate dai fascisti e dai nazisti è già consegnata alla storia. Oltre che nei libri di Miraglia e di Rizzo, di lui si parla nel volume di Mario Avagliano “Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945” (Einaudi, 2006), che racconta la storia della Resistenza, della deportazione e degli Internati Militari Italiani (IMI) attraverso le lettere e i diari dei protagonisti. Anche Giovanna d’Amico ha dedicato a Lastrina un’ampia ricerca dal titolo “Un siciliano a Mauthausen” (2009). Negli ultimi anni le città di Melilli, di Genova, di Modena hanno promosso solenni omaggi alla memoria di Lastrina. Facendo la sua parte Decimomannu sarebbe in buona compagnia.
Sono uno dei diretti nipoti dell’ex vice prefetto, nonchè mio omonimo di cui orgogliosamente ne porto lo stesso nome.
Con estrema felicità apprendo che la figura del mio caro zio, viene sempre maggiormente posta in risalto, dopo anni della sua scomparsa. Il bene seminato nella sua vita, comincia a germogliare nonostante la cattiveria che il mondo osanna sempre più, sembri offuscare chi crede nei grandi valori della vita.
Il mio grazie per la Vostra attenzione, sorge spontaneo e con infinita riconoscenza colgo l’occasione per distintamente salutare
Vincenzo Lastrina
Martina Franca, 20-04-2011
Io sono la figlia di Francesco Zoppoli e apparte di essere eroi della Patria, nel mio caso Papá e stato e sará sempre il mio eroe.
Grazie alla pubblicazione su TOTTUS IN PARI di Massimiliano Perlato, in data 8 giugno 2010, del mio pezzo su “VINCENZO LASTRINA, DEPORTATO A MAUTHAUSEN, MORTO IL 15 MAGGIO 1945. È STATO VICEPRETORE A DECIMOMANNU NEGLI ANNI TRENTA”, posso commentare con soddisfazione e – se mi è permesso – anche con un po’ di commozione che hanno potuto “ritrovarsi”, almeno virtualmente, il nipote omonimo di Vincenzo Lastrina e la figlia Laura di Franco/Francesco Zoppoli, cioè gli eredi di due figure eroiche della lotta per la libertà contro i nazifascisti.
Nel mio articolo ho citato Zoppoli solo in una frase (“Scoperto col suo fidato collaboratore Franco Zoppoli, Vincenzo Lastrina, il vice prefetto di Genova, il 29 settembre 1944, finì alla ‘Casa dello Studente’, dove le SS del maggiore Engel lo sottoposero a durissimi interrogatori”) ma per chi ne vuol sapere di più dei due coraggiosi funzionari combattenti per la libertà, ripeto che già nel 1945 è stato pubblicato a Genova un libro di Ettore Miraglia (Genova, Editrice Arte e Lettere, pp. 38, con uno schizzo di A.U. Gargani) “In onore del viceprefetto Vincenzo Lastrina”. Se ne trova copia integrale in Internet al link qui sotto:
http://ssai.interno.it/download/allegati1/instrumenta_23_09_-_miraglia.pdf
Inoltre Lastrina e Zoppoli sono citati nei seguenti testi:
-Augusto Miroglio, “Venti mesi contro venti anni : quando la ribellione è dovere”, seconda edizione completata e aggiornata, Genova, Istituto storico della Resistenza in Liguria, 1968.
-Alan R. Perry, “Il santo partigiano martire: la retorica del sacrificio nelle biografie commemorative”, Ravenna, Longo, 2001.
-Franco Fucci , “Spie per la libertà: i servizi segreti della Resistenza italiana”, Milano, Mursia, 2007 (prima edizione 1983).
-Giovanna D’Amico ha pubblicato il saggio “ Vincenzo Lastrina. Un siciliano a Mauthausen” in “Archivio Storico Siracusano” (2008).
Posso anche annunciare che sono stato contattato per una ricerca su Lastrina – che fu vicepretore a Decimomannu – da una studiosa del luogo: a lei rivolgiamo un caloroso incoraggiamento.