Sei sardi in corsa per una medaglia alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Sei atleti made in Sardegna cui, in corsa, potrebbe aggiungersi anche un gigante, Gigi Datome, fresco vincitore del campionato turco di pallacanestro, olbiese doc nonostante sia nato a Montebelluna e perno dell’Italbasket impegnata nel Preolimpico di Torino. Sei sardi, forse sette, s’è detto. Anche se per la giovane palleggiatrice di Narbolia, Alessia Orro, il nodo convocazione olimpica è ancora da sciogliere. La quasi 18enne pallavolista isolana, già protagonista con la nazionale di Bonitta, ha le carte in regola per strappare un pass per Rio ma dovrà difendersi dalla concorrenza, considerata anche la ri-convocazione dell’esperta Lo Bianco. Scelta finale affidata al ct della Nazionale. Grandi aspettative l’Isola e l’Italia ripongono sul villacidrese Fabio Aru, attualmente impegnato al Tour de France e astro più che emerso del panorama ciclistico italiano. Dalle due ruote al ring, dai guantoni alla pagaia, Sardegna e Italia saranno rappresentate anche dal pugile di Quartu Manuel Cappai e dal canoista di Oristano Stefano Oppo nella specialità quattro senza. C’è poi Luigi Lodde di Ozieri, classe 1980 del tiro a volo azzurro con Francesca Deidda di Quartu a chiudere il sestetto, prima sarda a confrontarsi con l’Olimpiade nel nuoto sincronizzato. Il tutto in attesa dell’Italia della palla a spicchi e del Gigione nazionale. All’attesissimo appuntamento a cinque cerchi manca ormai solo un mese. Manca un mese a quella che, visto lo scenario naturale, era stata presentata come l’Olimpiade più bella della storia, anche se sotto il Cristo del Corcovado i problemi non sono stati risolti e a Rio de Janeiro è corsa contro il tempo. La cerimonia di apertura è in programma il 5 agosto al Maracanà. Ad accendere la fiamma del tripode olimpico potrebbe essere Pelè. Gli impianti delle gare sono praticamente pronti, comprese le strutture mobili sulla spiaggia di Copacabana per il beach volley, mentre la linea 4 della metropolitana dovrebbe essere inaugurata il 1 agosto anche se non arriverà fino al Parco Olimpico di Barra da Tijuca. Di sicuro c’è che nessuno degli obiettivi di risanamento ambientale, punti forti del dossier che valse i Giochi alla Cidade Maravilhosà, verrà rispettato. E resta da risolvere anche il problema del virus Zika. Nonostante tutto l’attesa cresce, così come la corsa all’acquisto dei biglietti. Di una cosa il Brasile della presidentessa Dilma si dice certo: dimostrerà che non è solo futebol artè, favelas, samba e Carnevale, ma anche e soprattutto un paese fatto di gente straordinaria.