È finito il bluff dei vertici romani sul futuro dei low cost in Sardegna. Il governo ha dichiarato in aula a Montecitorio che per il 2016 non ci sarà nessuna riduzione e che si valuterà eventualmente per il 2017 ma solo se il gettito sarà superiore alle previsioni. L’imbroglio crolla nell’aula della camera dei deputati dinanzi alla domanda esplicita al governo. Si tratta di un vero e proprio disastro, con mesi di prese in giro, e adesso con la conferma che l’ultimatum di Ryanair non ha avuto nessun riscontro. Ora non solo si dovrà registrare il disastro di questa stagione imminente ma anche quello futuro. Uno scenario nefasto costruito a tavolino da governo e regione per favorire in ogni modo il monopolio di Alitalia dedito solo alla speculazione estiva. L’atteggiamento vigliacco del governo non ha precedenti e conferma la scarsissima se non nulla autorevolezza della regione che viene trattata come una comparsa. Un governo che sta mettendo in pratica un disegno chiaro a tutti: tagliare le compagnie low cost a tutti i livelli per favorire la compagnia italoaraba affidandole intanto il monopolio della Sardegna. É gravissimo che il governo abbia dichiarato che i 30 milioni di euro stanziati lo scorso anno per la continuità territoriale della Sardegna si potranno usare solo nel 2018. Siamo dinanzi ad una farsa scandalosa. Soldi millantati e poi fatti sparire. Tutti questo per favorire la speculazione di Alitalia nella stagione estiva quando sarà applicata una tariffa libera per i non residenti. Un piano teso solo a favorire la speculazione più becera. Un’ammissione vergognosa che svela la vera azione propagandistica del governo che alla prova dei fatti fa sparire i soldi per restituirli, forse, nel 2018. Il governo ha scelto la strada dell’inganno con la complicità della Regione. Ora non resta che promuovere una dura stagione di protesta per denunciare questo ulteriore disastro e imbroglio nella gestione dei trasporti. Già nelle prossime ore promuoverò ad Alghero un incontro con tutte le categorie produttive per reagire a questo agguato alla Sardegna e allo sviluppo turistico dell’intera isola.
Questa la risposta integrale del governo sulla questione dell’addizionale
Con riferimento al più recente incremento della misura addizionale comunale, si riportano di seguito le seguenti informazioni. L’articolo 13, comma 23, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, e relativa legge di conversione, ha previsto che all’onere derivante dall’applicazione del comma 21, pari a 184 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 si provvede mediante il corrispondente incremento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di cui all’articolo 2, comma 11, della legge 24 dicembre 2003 n. 350 e successive modificazioni da destinare all’INPS. La misura dell’incremento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco è fissata con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, alla cui adozione è subordinata l’efficacia della disposizione di cui al comma 21. Dovendo pertanto definire un meccanismo di aggiornamento dell’importo dell’addizionale comunale atto a garantire il gettito complessivo di 184 milioni di euro all’anno in funzione del traffico dei passeggeri effettivamente registrato di anno in anno, è stato stimato il flusso dei passeggeri paganti per ciascuno degli anni interessati dalla norma e, con decreto del MIT e del MEF del 29 ottobre 2015, è stato determinato in via previsionale l’ammontare annuo pari rispettivamente a euro 2,50 per il 2016; 2,42 per il 2017; 2,34 per il 2018. L’articolo 2 del suddetto decreto prevede un meccanismo di aggiornamento della misura dell’addizionale da effettuarsi di anno in anno sulla base di eventuali scostamenti dei dati di traffico effettivi registrati dal 1o gennaio al 30 settembre rispetto alle previsioni stimate in fase di determinazione proprio di quell’importo di aumento dell’addizionale. Pertanto nell’ipotesi di una crescita significativa del traffico nel 2016, anno di prima applicazione del decreto, che dovesse assicurare un extragettito rispetto ai 184 milioni previsti dalla norma stessa, si provvederà, onorevole Pili, a diminuire in misura corrispondente l’importo inizialmente previsto per l’anno successivo sempre mediante un decreto interministeriale.