di Maria Vittoria Migaleddu e Paola Pinna
Ecco torradu est Beranu,
comente a prima fozidu
e sas rundines in nidu
cantant chito su manzanu
Sono questi versi di Gavino Luna, in arte Gavino De Lunas, di Padria, che l’autrice e attrice Clara Farina, immagina, nella finzione scenica del concerto Est torrende su Beranu, che lo stesso Gavino, insieme all’amico Pasqualino Cocco di Sedilo, e magari ad altri sardi, abbia cantato mentre entravano nelle grotte delle Fosse Ardeatine per essere fucilati dai nazisti il 24 marzo 1944.
In occasione del 72° anniversario dalla strage, l’Associazione ACRASE, MARIA LAI, I Sardi a Roma, ha voluto dedicare due giornate al ricordo di questo tragico evento.
Sabato 19 marzo si è tenuto il concerto Est torrende su beranu presso la Città dell’Altra Economia, a Testaccio; evento a cui ha aderito anche l’ANPI,sezMusuRegard di Roma a testimonianza del suo valore e significato universale.
Il concerto per voce recitante e strumenti ripartito in 5 quadri, per voce recitante, canto, musica,
poesia parte e si incentra sulla figura di Gavino Luna con fermate su PasqualeCocco, e tuttavia nella sua struttura aperta, ma circolare come nel teatro classico, abbraccia tutti i 9 sardi uccisi alle Fosse Ardeatine e comprende, proprio per la sua struttura artistica, tutto ilquotidiano e l’universale di ogni martire delle Fosse Ardeatine di Roma. In un rinvio continuo traciò che è stato e il richiamo pressante al nostro compito presente.
Il testo in sardoè stato creato appunto da Clara Farina, che presta voce e volto al cantadore De Lunas. Le musiche, tutte ispirate al repertorio dell’“Usignolo di Padria”, sono composte ed eseguite dal vivo da un ensemble composto da Nico Casu e Gianluca Dessì (ovvero il duo Elva Lutza, ormai ambasciatori del nuovo suono sardo in Europa, con il loro mix di tradizione, improvvisazione jazzistica e canzone d’autore), e Ivana Busu, alla fisarmonica e ai suoni elettronici.
Il risultato è originale e moderno.Il testo, in una lingua densa e preziosa, a volte declamato, a volte cantato da Clara Farina e dal trombettista Nico Casu si fonde naturalmente e straordinariamente con le atmosfere elettroacustiche e con i suoni dolci o nervosi di chitarre e mandole.
L’efficacia del risultato è stata molto apprezzata anche dai molti non sardi presenti al concerto che, pur non capendo il significato letterale delle parole, sono stati affascinati dalle emozioni, intonazioni e vibrazioni che le parole e la musica sono riuscite a trasmettere.
La domenica 20 marzo, alle ore 11, una delegazione dell’Associazione insiemeall’Assessora Francesca Violante Rosso del Comune di Tula e al Presidente del Circolo dei Sardi di Madrid, Gianni Garbati, ha reso omaggio ai martiri sardi e a tutti i morti presso il Complesso del Mausoleo alle Fosse Ardeatine di Roma.
Davanti alle 335 tombe si è svolta una cerimonia sobria e toccante: è stato deposto un cuscino di fiori sulla sepoltura che ricorda tutti i 335 caduti Delle Fosse Ardeatine. Una rosa rossa è stata posata su ognuna delle 9 tombe dei martiri sardi: Candido Manca di Dolianova, Gerardo Sergi di Portoscuso, Pasqualino Cocco di Sedilo, Agostino Napoleone di Carloforte/Cagliari, Salvatore Canalis di Tula, Giuseppe Medas di Narbolia, Sisinnio Mocci di Villacidro, Antonio Ignazio Piras di Lotzorai, Gavino Luna di Padria mentre Clara Farina leggeva la biografia di ciascuno.La cerimonia con la lettura delle biografie e il canto monodico presso le tombe al Mausoleo ha raggiunto un’intensità forte e significativa. .
Il Direttore, Maggiore Francesco Sardone, che aveva già accolto, con grande cortesia la delegazione, dopo avere espresso apprezzamento per la compostezza e il significato della cerimonia, ha guidato, il gruppo nella visita del Mausoleo e del Museo illustrando, con grande ricchezza di notizie storiche, l’evento, il ritrovamento, l’articolazione e il significato di ogni parte del complesso commemorativo.