A ITTIRI LA MOSTRA DI NANNI ROCCA “PRENDAS CONTRA S’OGU MALU” DA 9 A 17 APRILE

ph: Nanni Rocca


di Gian Piero Pinna

L’Associazione Prendas de Ittiri, nei locali della Biblioteca Francescana, ubicati nel Convento vecchio dell’ex Pretura in Via Sassari a Ittiri, ospiterà la mostra di Nanni Rocca “Prendas contra s’ogu malu”. L’esposizione si terrà nell’ambito dell’undicesima edizione della manifestazione Prendas de Ittiri 2016 e avrà luogo da sabato 9 a domenica 17 Aprile. Oltre ai gioielli, saranno esposte anche le antiche attrezzature utilizzate dai Rocca, sin dai primi del 1800, per la lavorazione dei metalli preziosi.

La mostra dà il via alla stagione espositiva dei Rocca, che dopo i successi del 2015 in varie località, tra le quali Roma e Firenze, riparte dalle origini, in quanto la scelta di Ittiri non è stata casuale, essendo il paese natale della madre, figlia di una delle famiglie più in vista del paese, quella dei Pisanu, e dove di fatto si sono conosciuti i suoi genitori durante la guerra. La famiglia dei maestri orafi Rocca, da sempre è stata ben inserita in questa parte del territorio isolano, nella quale ha maturato una discreta conoscenza degli usi, dei costumi e degli amuleti in argento dei territorio sassarese, dalla quale ha attinto a piene mani per ampliare la produzione di gioielli scaramantici contro il malocchio.

Tutti i gioielli esposti nella mostra, sono stati realizzati interamente a mano da Giovanni e Pierluigi Rocca, seguendo gli stilemi tradizionali della loro antica famiglia di argentieri e usando gli stessi materiali, le stesse tecniche, le stesse intenzioni e lo stesso spirito riposti negli amuleti originali presenti in Sardegna dal 1700 sino ai giorni nostri.

La mostra itinerante “Prendas contra s’ogu malu®“, è composta da una vasta collezione di gioielli, ciascuno dei quali, è accompagnato da didascalie esplicative che ne illustrano gli aspetti storici e l’uso cui era destinato, offrendo con ciò uno spaccato reale delle tradizioni e delle ancestrali simbologie di questi manufatti della nostra Isola.

La mostra itinerante, nasce all’interno del progetto “Prendas contra s’ogu malu®”, che Nanni Rocca, definisce “una ricerca storica sul campo, che si prefigge di raccogliere le testimonianze dei visitatori e che si avvale di conferenze tematiche introduttive redatte da studiosi, scrittori ed antropologi; dando particolare importanza agli incontri con scolaresche e università della terza età. La mostra, viene esposta in giro per il mondo da più di 20 anni – aggiunge l’orafo – unicamente a scopo culturale, per tramandare un patrimonio isolano da salvaguardare”.

I Rocca, tra gli orafi ancora in attività probabilmente sono quelli che esercitano questa attività da più tempo nell’Isola e probabilmente anche della penisola, essendo ormai arrivati alla sesta generazione a tramandarsi questa arte. “La Sardegna, la sua cultura e le sue tradizioni, hanno da sempre costituito un punto di riferimento fermo e fonte di spunto notevole per la mia professione di orafo – sottolinea Nanni Rocca – La passione che ho ereditato dai miei avi, orafi anch’essi, e che sto trasmettendo ai miei figli, mi ha portato nel corso degli anni ad effettuare ricerche e studi sempre più approfonditi su ciò che l’arte orafa ha rappresentato in tempi antichi in termini di tradizione e di cultura, ma anche come manifestazione di sacralità e devozione. Le conoscenze finora acquisite mi hanno pertanto permesso di riprodurre fedelmente molteplici gioielli, tutti rigorosamente artigianali e con propria collocazione storica e territoriale. L’apprezzamento che ho avuto modo di ricevere da più parti, ha determinato in me il convincimento che il poter esportare e porre a confronto con altri popoli l’insieme degli oggetti realizzati, possa essere un modo concreto per valorizzare maggiormente gli aspetti culturali e la tradizione sarda, contribuendo con ciò a dare maggior visibilità e considerazione a tutti i nostri conterranei che risiedono e lavorano lontano dalla propria terra. Su Koro, Il cuore, per esempio, veniva rappresentato in una moltitudine di gioielli sardi, che spaziano dalla tipologia delle ganciere, degli amuleti e dei reliquiari, realizzati in corallo o pietre lavorate a forma di cuore. Questi gioielli venivano utilizzati a scopo protettivo, perchè il cuore di per sé è sinonimo di vita e salute, e veniva indossato per preservare l’integrità delle coppie o per rinforzare i giuramenti. La Sardegna, la sua cultura e le sue tradizioni, hanno da sempre costituito un punto di riferimento fermo e fonte di spunto per la mia professione di orafo – conclude Rocca – Per questo, la passione che ho ereditato dai miei avi e che ho trasmesso ai miei figli, mi ha portato sempre ad effettuare ricerche e studi su ciò che l’arte orafa ha rappresentato nella tradizione, nella cultura e nelle manifestazioni di sacralità e devozione dei Sardi”.

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Un commento

  1. Non conoscevo gli artisti dei gioielli, i fratelli Rocca! Grazie!

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