di Andrea Russo
Mattia Bangoni, urzuleino di nascita, classe 1994, è un ragazzo che non smetterà mai di avere la testa fra le nuvole. Dopo aver terminato i suoi studi superiori presso il Liceo Scientifico di Tortolì, ha frequentato, infatti, la Skymates Inc. Flight Academy (Texas) grazie alla quale è diventato un pilota commerciale. Le sue passioni? Ovviamente la fotografia, con la quale immortala i posti che visita spinto dall’altra sua grande passione: i viaggi.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Ogliastra prima e l’Italia poi? Sin da piccolo sono sempre stato attratto dall’aviazione e ho sempre desiderato, una volta diventato grande, poter guidare gli aerei. Questo sogno, col passare degli anni, si è sempre più rafforzato e all’ultimo anno di superiori è diventato finalmente una certezza. Ho lasciato l’Italia per trovare un corso di studi compatibile col mio progetto. Così, il primo ottobre 2013 ho volato alla volta di Arlington, cittadina alle porte di Dallas (Texas), dove ho frequentato la Skymates Inc. Flight Academy.
Dove ti trovi e cosa stai facendo attualmente? Da qualche mese sono tornato in Europa, precisamente a Bristol, United Kingdom. In questi mesi dovrò convertire tutte le licenze di abilitazione al volo ottenute in America in licenze di volo valide in Europa. Solo dopo aver concluso tutto questo iter ( 14 esami teorici e uno pratico) potrò fare domanda per poter essere assunto come pilota di linea in una compagnia europea.
Quali difficoltà hai incontrato agli albori del trasferimento? Come le hai superate? Per mia grande fortuna non ho incontrato nessuna grande difficoltà dal punto di vista studio-lavoro poiché sono sempre stato aiutato e sostenuto dai miei genitori, che ringrazio. Mi sono dovuto concentrare, perciò, solo sullo studio. Dal punto di vista culturale, invece, le barriere da superare sono state davvero tante. Essendo io abituato ad un inglese scolastico, facilmente comprensibile, inizialmente ho avuto grandi difficoltà con l’inglese parlato. La cosa più difficile di sicuro è stata dover leggere, capire, studiare ed esporre materie specifiche in una lingua diversa dalla mia lingua madre. Per quanto riguarda la distanza non ne ho sofferto granché. Appena arrivato ho trovato subito un ambiente molto favorevole che mi ha permesso di familiarizzare con il posto molto rapidamente.
Prima di arrivare a Bristol sei stato ad Arlington. Quali differenze hai riscontrato? A partire dalla lingua ogni cosa è differente tra i tre Paesi dove ho vissuto più stabilmente (Italia, Texas, Inghilterra). Col trasferimento dagli Stati Uniti al Regno Unito è arrivato, infatti, anche lo stravolgimento totale dell’inglese che avevo imparato e parlato per due anni. Sul carattere delle persone non voglio e non posso dire granché poiché a Dallas non ho vissuto solo con americani, ma con ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo. Però ho avuto più facilità a instaurare rapporti di amicizia con gli inglesi, piuttosto che con gli americani.
Cosa ti manca di più della tua terra? Tutto. Dal clima mite ai profumi dei monti di Urzulei e della macchia mediterranea. Mi manca anche il calore delle persone e la mia famiglia, i miei amici e tutte quelle persone che mi sono dovuto lasciare alle spalle. Cerco di tenere i rapporti via internet, ma niente sarà mai uguale all’uscire a fare una passeggiata insieme.
Ai giovani ancora indecisi su che strada imboccare consiglieresti un cammino di studi come il tuo? Quello che mi sento di consigliare è di seguire il proprio sogno. Bisogna sempre fare ciò che ci piace e mai farsi intimidire dalle difficoltà o dalla distanza dell’obiettivo prefissato o ambito. Puoi anche essere un pilota, ma se non lo fai con passione avrai meno soddisfazione di quel “semplice” lavapiatti che però svolge il proprio mestiere con dedizione. Non ha senso iscriversi a un’università, che magari non ti piace, solo perché imposta da un altro o perché te lo impone la società che ti circonda. Quella laurea rappresenta il lavoro che farai per tutta la vita. Non bisogna MAI lasciarsi intimorire dal percorso, lungo o breve che sia, perché prima o poi la vita ti ripagherà dei sacrifici.
Cosa ti aspetti dal futuro? Gran bella domanda. Per quanto nella mia vita io abbia attraversato alti e bassi, rimango sempre fiducioso e positivo, qualità che mi aiutano ad andare avanti sempre e comunque. Una delle cose più importanti è avere una mente sgombra da preoccupazioni inutili e focalizzare i propri obiettivi pensando che si può solo migliorare. Cosa spero perciò? Di avere tanti alti e di superare i bassi con una maggiore grinta rispetto al passato.
Tutti, più o meno, conosciamo l’emozione e la paura di prendere un aereo per la prima volta, ma in pochissimi provano l’ebbrezza di guidarlo. Come è stata la tua prima volta? Del mio primo volo come pilota ricordo la paura , dovuta al fatto che non sapevo come l’aereo avrebbe reagito. paura che si è unità al timore che tutto ciò che avevo sempre sognato e che finalmente si stava realizzando potesse terminare nel caso in cui avessi fallito l’esame. Se la dovessi descrivere con una sola parola direi che è stata un’esperienza “adrenalinica”. Sapere di avere tra le proprie mani un aereo, che si muove controllato da te, è fuori da tutti gli schemi: sei completamente libero e non hai la strada sotto di te. Assieme all’aereo prendono il decollo anche tutti i miei sensi e i miei pensieri nonostante in cabina di pilotaggio io sia sempre vigile e attento.
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