Alessandro Crescenzi e Federica Mei – interrotti gli studi universitari e forti dell’esperienza nel settore immobiliare – hanno lasciato l’isola a vent’anni, scegliendo – come tanti – di costruirsi un futuro all’estero. Oggi, sei anni dopo, sono radicati a Malta, dove continuano la loro attività immobiliare e gestiscono Arigatò, elegante ristorante giapponese. È Federica a raccontare l’avventura, che è andata arricchendosi di anno in anno e ha portato anche al più grande dei doni: Sophie, figlia della coppia, omaggiata nel nome stesso del ristorante (Arigatò = grazie).
Allontanarsi così giovani: voglia di nuove esperienze o le ennesime vittime della crisi? A dire la verità nessuna delle due. Di certo c’era la volontà di metterci in gioco e creare un futuro sfruttando le nostre potenzialità. A diciotto anni abbiamo creato un’agenzia di moda e organizzazione eventi, con la quale abbiamo lavorato divertendoci, viaggiando e conoscendo persone. Già dopo qualche anno, però, ci siamo accorti di voler staccare dalla monotonia di una città lenta, incapace di soddisfare i nostri obiettivi. Abbiamo deciso allora di andare all’estero a perfezionare l’inglese, e nonostante le indecisioni iniziali abbiamo optato per una nazione allora sconosciuta, meta di studenti e vicina al Bel Paese, nella quale potessimo sentirci un po’ come a casa, circondati dal Mediterraneo. Non è stato semplice ambientarsi, ma con tanta buona volontà ci siamo ritagliati il nostro spazio di giovani imprenditori, proseguendo con il lavoro di agenti.
Quasi due anni fa la svolta. Ci capitò sotto mano un gioiellino: un ristorante giapponese immerso in un giardino tropicale all’interno di un Resort a cinque stelle – del quale eravamo clienti – situato nella zona più esclusiva di Malta, oltreché la più frequentata dai turisti Silema Tigne area. Di pari passo con i potenziali acquirenti aumentava anche al nostra voglia di acquistarlo e, alla fine, così è stato.
Cosa propone Arigatò? Una cucina giapponese e oltre cento specialità: sushi, ma anche carne e pesce, sfruttando la tradizione giapponese degli Chef Hibachi. Abbiamo infatti un’area privata nella quale gli Chef propongono il Live Show cooking, durante il quale carne e pesce vengono cucinati di fronte ai clienti, con uno show spettacolare e divertente. La clientela apprezza poi il nostro East meet West, una fusione tra tradizione giapponese e sapori mediterranei, con influenze dei sapori tipici nostrani. In alcuni periodi i nostri Chef propongono la cucina molecolare, sconvolgendo quella che è in realtà una tradizione millenaria con alcune tecniche straordinarie. I vini sardi fanno poi da padroni: abbiamo dato spazio a “Is Sardus”, poco conosciuti all’estero, e sono apprezzatissimi il Cannonau e il Vermentino. Ci siamo avvalsi inoltre di una bellezza nostrana, Francesca Moretti, che nei panni di un’elegantissima geisha rappresenta il nome Arigatò.
Dal settore immobiliare a quello della ristorazione. Difficoltà? La scelta è stata inizialmente intesa come investimento; oggi, invece, siamo talmente legati al luogo da non poterci nemmeno spostare, non avendo un supporto in loco che ce ne dia la possibilità. In generale, è vero che la vita del ristoratore è fatta di sacrifici, che forse poco si addicono a due giovani spiriti liberi.
Qual è la situazione del settore, oggi, a Malta? È senz’altro una delle risorse più forti, così come quello turistico. Chi apre un ristorante oggi deve comunque tenere presente che Malta è un’isola con un’estensione limitata, e che è semplice saturare il mercato; data la vicinanza con l’Italia non mancano poi ristoranti che ne propongono la cucina italiana, o le classiche pizzerie, per cui proporre questo genere di attività può essere rischioso, considerando anche che di recente i costi di gestione e affitto dei locali adibiti alla ristorazione stanno diventando proibitivi per la forte richiesta. Ecco perché ci siamo voluti differenziare, e siamo stati i primi sardi nel mondo ad aver aperto un ristorante giapponese. Per quanto riguarda le risorse umane, abbiamo faticato nel costituire un team di professionisti del settore, poiché Malta è una meta di passaggio per quanti vogliono perfezionare l’inglese, dunque avere un team stabile è stato difficile.
Malta, di certo non una delle mete più gettonate e anzi geograficamente simile all’isola che avete lasciato. Un confronto? “È un paese che offre grandi opportunità, ma non è per tutti: per alcuni può rappresentare il luogo ideale, per altri uno splendido luogo per le vacanze o una breve esperienza lavorativa. Si tratta di un paese in cui solo alcune categorie hanno possibilità concrete di trovare un impiego redditizio e stabilizzarsi, come quelle imprenditoriali o per i liberi professionisti. Diciamo che è fondamentale avere le idee chiare sul tipo di business). Il mercato immobiliare per esempio gode di vantaggi che si convertono in maniera in una crescita costante, come posizione e suo clima, che fanno di Malta una meta ideale per i vacanzieri. Un sistema legislativo non troppo rigido nei confronti delle modifiche strutturali degli edifici, l’assenza di imposte immobiliari o sui rifiuti, e il clima favorevole che garantisce una lunghissima stagione turistica assicura introiti per molti mesi l’anno (oltre ad alleggerire le spese per il riscaldamento!), al punto che comprare un appartamento a Malta e trasformarlo in una rendita costante sta diventando un business diffuso. Tutto questo non è paragonabile a una città italiana come Cagliari, che per quanto sia bella e abbia delle ottime basi da cui poter partire e sviluppare delle attività redditizie, è sacrificata da una sistema dettato da una politica sbagliata.
Pensate mai di tornare? Federica: “Per quanto mi riguarda, potrei lavorare in qualsiasi parte del globo, ed essendo innamorata della mia terra se qualcuno mi proponesse di stabilirmi in Sardegna, non ci penserei due volte. Ma non sarebbe una scelta ragionata”. Alessandro: “Se ci fossero le condizioni per poter spostare il business in Sardegna lo farei, ma conservando la possibilità di viaggiare frequentemente. Non posso negare la voglia di stare nella mia terra, ricca di tradizioni e buon cibo, dove vi sono gli affetti. È doveroso ringraziare i miei genitori e tutti i familiari che sono sempre stati presenti in ogni fase di questa crescita”.
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