di Maria Vittoria Dettoto
Non so neppure io quante volte ho scritto, in merito al decadimento del nosocomio Antonio Segni di Ozieri.
Scrivo queste righe con la rabbia di chi quell’ospedale l’ha visto fiore all’occhiello della sanità sarda, in quanto mio padre ci lavoro’ per circa 30 anni.
Se vedesse le condizioni nelle quali si trova oggi, si rivolterebbe nella tomba.
Declassato ad una sorta di poliambulatorio che tra poco non sarà neppure classificato tale.
Assisto di fronte al vergognoso laissez faire ed il tacito assenso di chi amministra, al continuo furto di servizi, risorse umane e competenze che vengono per contro affidati agli ospedali di Alghero, Sassari, Olbia, Nuoro.
La rabbia di queste righe è giustificata dalla novità che ci riguarda:la chiusura del punto nascite.
Tre anni fa, il 19 maggio 2013, arrivava al reparto di Ostetricia e Ginecologia di Ozieri, l’ordine perentorio di sospensione del servizio erogato dal punto nascite.
Talmente perentorio che una gestante in travaglio venne prontamente trasferita a Sassari, mettendo a repentaglio la vita della stessa e del nascituro che nacque con problemi di ittero.
Successivamente il reparto registrò con grande dolore e sgomento della comunità, alla morte di un nascituro.
Nel frattempo si hanno dato il testimone alla Regione Cappellacci e Pigliaru.
Devo riconoscere ad entrambi che ne’ uno, né l’altro ha mosso un dito per venire incontro alla nostra comunità.
Neanche un tentativo di ripristino del servizio.
Nel frattempo invece il Ministro della Salute è rimasta la medesima:Beatrice Lorenzin, nominata da Letta ad Aprile 2013 e riconfermata poi da Renzi.
La Lorenzin propone oggi in merito all’accordo Stato-Regioni sottoscritto nel 2010, una deroga che prevede che in alcune condizioni specifiche dettate ad esempio dalla posizione geografica che ricoprono, alcuni nosocomi sardi possano restare aperti, nonostante non raggiungano il tetto minimo di 500 parti all’anno.
E’ il caso ad esempio di Lanusei che non subirà la chiusura proprio in virtù della sua posizione geografica.
Mi domando dunque per quale motivo questo stesso criterio non possa essere applicato anche per il Segni di Ozieri, dal momento che rappresenta il naturale fulcro geografico tra Logudoro, Marghine e Meilogu.
Mi domando per quale motivo, dal momento che Ozieri ha le attrezzature e le risorse umane già spendibili per riattivare il servizio, si debba pensare di chiudere definitivamente il punto nascite.
Nei prossimi giorni mi adoperò per chiedere personalmente al sindaco di Ozieri ed agli altri rappresentanti dell’Unione dei Comuni in primis, quali e quanti documenti siano stati presentati a Cappellacci prima e a Pigliaru poi, per scongiurare questa chiusura.
Faccio presente che non sono tesserata con alcun partito.
E che chiunque volesse unirsi a me in questa lotta è il benvenuto:questa è una battaglia civile.
Non di partito.
Tutti dobbiamo sentirci addosso il peso e le responsabilità di quanto sta accadendo ad Ozieri, che sino a pochi anni fa, rappresentava la “Perla del Logudoro”.
Porto avanti questa battaglia come donna e madre di due figli.
Personalmente non ho idea di averne altri di bambini.
Ma ritengo che sino a quando lasceremo che la provincia, la Regione, lo Stato depauperino il territorio al quale apparteniamo assistendo in silenzio alla morte delle nostre realtà locali, noi saremo complici di questi furti.
Bene, non sono mai stata una ladra e non ho voglia di diventarlo ora.
Per quanto mi riguarda, metterò in essere ogni forma di lotta e resistenza pacifica, per scongiurare la morte della nostra comunità.
tra non molto in Sardegna si potrà partorire solo a Cagliari e Sassari….non male come prospettiva…e noi continuiamo a subire tutto senza battere ciglio!!
Prima di arrivare a cagliari con le doglie nasce a nuluttu o in stazione !! Bisogna fare un po di sano casino e svegliare i politici dal torpore che avvolge le loro menti contorte !
speriamo cke non lo ckiudano un ospedale modello io o avuto 2figli li mi son trovata benissimo seno cki partorisce lo fa per strada io sono con voi