EPICURE BY GIORGIO DIANA: “MICHELIN STAR CHEF” A MONACO DI BAVIERA E NEL MONDO

ph: Giorgio Diana


di Stefania Lapenna

Giorgio Diana ha intrapreso molto presto la sua avventura all’estero. All’età di 18 anni è partito alla volta di Monaco di Baviera, dove ha conseguito la specializzazione come chef presso la Camera di Commercio IHK, una sorta di “scuola lavoro”. Promosso come cuoco professionista, ha sempre lavorato in ristoranti stellati Michelin; il suo lavoro lo ha portato in America, Praga,Turchia, Spagna, Sharm El Sheik, Hongkong e in Russia. Ha vinto per ben due volte il concorso “Cook of the Year”, nel 2014 in Turchia e nel 2015 in Ucraina. Da due anni lavora per la catena alberghiera Rixos, gestendone i ristoranti in tutto il mondo. Attualmente si trova in Russia da 4 mesi per occuparsi di uno di questi ristoranti. Tutti portano il suo nome: Epicure by Giorgio Diana.

Cosa ti ha spinto a lasciare la Sardegna a soli 18 anni? Il motivo principale che mi ha portato a fare le valigie e partire è stato il desiderio di crearmi un futuro migliore. Già all’epoca, infatti, vedevo gente più grande di me che non aveva un lavoro fisso o addirittura era disoccupato. Ho sempre desiderato essere il migliore in quello che faccio e potermi godere la vita nel migliore dei modi, girando il mondo per mettere in mostra le mie capacità e potenzialità.

Monaco è stata una scelta dovuta al tuo lavoro o ti piaceva l’idea di vivere in questa città? Direi una scelta. Quando lavoravo all’hotel Sofitel di Villasimius, un mio collega chef disse di vedere in me un talento nascosto. Perciò, ebbe subito la brillante idea di mettermi in contatto con una persona che già viveva a Monaco. Non persi tempo e lo cercai affinché mi desse una mano per affrontare il grande passo che stavo per compiere.

Il tuo mestiere ti porta a spostarti in giro per il mondo, pur essendo residente a Monaco. Cosa hai imparato da queste esperienze internazionali? Sono contento di cambiare spesso città, perché in questo modo posso dimostrare il mio talento. Do il 200% in tutto ciò che faccio. Quando raggiungo un obbiettivo di solito non mi basta mai e voglio sempre di più. Da queste esperienze internazionali ho imparato a conoscere ed apprezzare tante culture diverse, ricette e persone speciali. Devo ammetterlo: se uno vuole fare carriera, deve uscire dalla Sardegna, altrimenti purtroppo non avrà mai quello che realmente vuole e si merita dalla vita.

Come vedi il tuo futuro? Nel mio futuro vedo ancora molti sacrifici, ma, al contempo, anche tante soddisfazioni. E’ l’inevitabile frutto del sudore che si mette quando ci si impegna per riuscire in ciò in cui si crede.

Pensi di tornare in Sardegna? Potrei essere in controtendenza con ciò che molti emigrati sardi dicono e sognano, ma io non pensò neanche minimamente di tornare. Anzi, ancora oggi penso che, se tornassi indietro, prenderei nuovamente l’aereo che mi ha portato qui quel lontano giorno del 1999.

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