La pubblicazione, esistente sin dal 1997, informa con regolarità di uscita e con ampiezza di contenuti sulle attività dei circoli degli emigrati sardi sia dell’Italia continentale sia dei Paesi europei ed extraeuropei. Si è avvalsa e intende avvalersi sempre più della collaborazione attiva di tutti coloro che credono nella necessità di documentare, a vantaggio degli altri sardi (residenti nell’isola o fuori di essa), le iniziative dei circoli degli emigrati operanti nella Penisola e all’estero.
Buongiorno,
confermo quanto scritto sopra dal sig. Cossu: mio padre non è stato contattato.
Se questa è una scelta voluta e consapevole (anche se avrei qualche dubbio sul buon senso e sulla correttezza di tale scelta) devo riconoscere che gli organizzatori di un evento sono liberi di invitare chi vogliono (anche se poi dovranno rispondere alle critiche dei sardi). Magari ci sono motivazioni che a noi comuni mortali sfuggono. Se invece è una dimenticanza, allora ho più che qualche dubbio sulla reale preparazione di questi “esperti” di poesia improvvisata sarda. In ogni caso è stata scritta una brutta pagina per la cultura sarda e credo che un simile trattamento non dovrebbe essere riservato a nessuna persona che abbia il merito di aver dedicato la sua vita a qualcosa in cui crede, portando la sua produzione artistica e la sua poesia a livelli così alti.
Antonello Zizi
Il giornalista Paolo Pillonca in diverse e numerose occasioni ebbe a spendersi nel denigrare le qualità poetiche di Bernardo Zizi, attribuendogli la “colpa” di esprimersi in un linguaggio troppo italianizzato. Per come ho avuto modo di cogliere il senso degli interventi del Pillonca, ho sempre ritenuto limitata e superficiale la sua tesi. Io (appassionato alla poesia a seguito degli studi classici e indotto ad apprezzarla da vicissitudini familiari) solo in età non più giovanile decisi e mi organizzai per approfondire la conoscenza della poesia sarda estemporanea. Negli anni ’70-80 mi son recato in tanti paesi, sparsi in tutta la Sardegna, ascoltando e registrando le gare dei poeti allora più acclamati. Da subito rimasi colpito dalle capacità es-pressive, dalla qualità dei versi e dall’ar-monia del canto di Bernardo Zizi. Analizzando il contenuto dei “temi”, del-le “mode” e dei sonetti, già dalle prime gare registrate, arrivai alla concludere
che nessuno dei colleghi arrivava a reggere il paragone con Zizi. Il quale alle impareggiabili doti d’improvvisatore ag-giungeva l’armonia del canto e, unico tra gli altri, profonde qualità espressive e mimiche da trasformarsi, cantando certi “temi” (ad es. Su para pedidore) in
un abile cabarettista.