la MutaMorfosi di Emanuele Cioglia
redazionale
E’ uscito il nuovo romanzo di Emanuele Cioglia dal titolo “MutaMorfosi” edito da Condaghes. La trama parla di un fotografo di lauree che zooma sul padre di una laureanda, lo visualizza sul monitor di servizio, e si trasforma in lui. Come un “Saturno che divora l’umanità”, ingoia le persone che inquadra e le trasferisce sulla scheda di memoria. Ma deve liberarsi dei doppioni. Deve sgravarsi delle loro anime. Per questo diventa un serial killer. Una specie di Zelig maligno che si innamora di Daria, forse una ragazza, forse un hard-disk esterno.
Da Stampace, il commissario Libero Solinas indaga a modo suo. Bevendo birra, facendo castelli di carte sulla scrivania, litigando con i magistrati e rifugiandosi in sillogismi che non si chiudono mai. Eppure, nel finale, lo troveremo impegnato in un epico, delirante, regolamento di conti.
“MutaMorfosi” è un romanzo tra il noir letterario e il thriller, intinto in atmosfere pulp e comico-grottesche. Rivisita tematiche universali – come quelle del doppio e dell’androginia – in chiave moderna. È ambientato in una Cagliari e in una Sardegna vere, oniriche e allucinate, senza cadere nel provincialismo e nello stereotipo etnografico. Vaga in luoghi della fantasia, dell’incubo, e dell’ironia più beffarda senza temere di sporcare le anime.
MutaMorfosi è il quarto romanzo della serie “soliniana”
Emanuele Cioglia nasce nel 1971 a Cagliari. Nel capoluogo vive e svolge la professione di fotografo ma è costantemente impegnato nell’attività letteraria che recentemente ha definito come una specie di organo vitale. Qualcosa – dice lo scrittore – senza la quale non posso funzionare, che ho bisogno di leggere e di praticare, come fosse uno sport dell’anima. Fin da giovanissimo si appassiona al mondo della scrittura e si nutre di importanti letture: Zola, Moravia, Pasolini, Flaubert, Proust, Conan Doyle, Poe, Hemingway, Bukowski, Maigret, gli scrittori russi e i poeti del ‘900. Nella prima metà degli anni ’90 diviene collaboratore esterno, per la cronaca di Cagliari, del quotidiano “La Nuova Sardegna” ma è autore di articoli anche per “Sardegna Magazine” e “Il Giornale della sera”. Contemporaneamente pubblica i suoi primi racconti sul quotidiano “L’Unione Sarda” e su “Sardegna Magazine”. Il suo primo romanzo, Un rivoluzionario al bar, risale al 2005. L’anno successivo inaugura la triade romanzesca incentrata sulla figura del commissario Libero Solinas con Il mozzateste, opera vincitrice per la sezione “Narrativa Giovani” del Premio Grazia Deledda nel 2008.
Seguiranno Tranquillo come una salma (2009, “Aipsa” edizioni) e il romanzo Asia non esiste (2012, “Arkadia” edizioni), grazie al quale ha ricevuto una menzione speciale per la Narrativa nell’edizione 2012 del Premio Alziator. A caratterizzare l’attività di presentazione e promozione dei suoi romanzi è la scelta di rappresentare la sua scrittura attraverso dei “corti teatrali”, nati in collaborazione con la famosa compagnia teatrale “Cada die teatro”. Nel 2013 cura una rubrica di satira sociale per “Sardegna quotidiano” e riprende la pubblicazione di racconti su “L’Unione Sarda”. Prosegue la sua attività artistica con la recentissima pubblicazione del racconto Insert coin nell’antologia “L’isola che c’è. Acqua Amara” (2014). Da pochi mesi gestisce un suo blog, “Il clandestino”, nato con l’intento di condividere con i lettori le sue esperienze letterarie e di vita, le quali – afferma lo scrittore – pur volendo, pur fingendo, non possono slegarsi le une dalle altre. Nel 2014 è stato inoltre inserito nella giuria lettori del Premio Letterario “Campiello”.