IL BICENTENARIO DELL’ASSALTO AL FORTE SU PISU A SANT’ANTIOCO


di Tito Siddi

Il 16 ottobre scorso cadeva il bicentenario del sanguinoso dell’attacco dei pirati barbareschi, avvenuto il 16 ottobre del 1815 alla cittadina costiera sulcitana di Sant’Antioco. Sbarcati a is Pruinis i pirati tunisini dopo ore un assedio sbaragliarono le fortificazioni uccidendo il comandante Melis Alagna e i dodici  miliziani che formavano la guarnigione a guardia del Forte. La città fu depredata e oltre 150 abitanti   vennero  catturati e condotti schiavi a Tunisi. Una ricorrenza nonostante l’episodio storico importante, ricordato anche da un quadro esposto nella sede della Provincia a Cagliari, è passato quasi inosservato in città. Unica manifestazione organizzata è stata quella del Comune che insieme alla Cooperativa Archeotur, che gestisce i siti storico archeologici di Sant’Antioco, che ha permesso la visita gratuita al forte sabaudo per le scuole primarie e secondarie cittadine.

Il racconto dell’assalto a Sant’Antioco  tratto dell’archivio storico

L’alba del 16 ottobre 1815 minacciava pioggia. La foschia avvolgeva la spiaggia de Is Pruinis quando, alle 7, oltre mille barbareschi tunisini sbarcarono nascosti alla vista del forte del ponte. Il forte Su Pisu viene invaso dopo oltre sette ore di assedio. Muoiono il comandante Melis Alagna e dodici miliziani. Oltre 150 abitanti di Sant’Antioco vengono catturati e condotti schiavi a Tunisi. Il 22 ottobre il comandante Giacomo Dalpino proveniente da Tunisi con un carico di grano informa il deputato di Sanità di Carloforte che: il giorno 19 corrente mese fu restituita la flotta tunisina composta di otto legni (Sicuramente dai pirati  barbareschi) che   sbarcarono 155 schiavi e cinque donne sarde, ed otto romani e detti corsari erano disarmando anzi che una corvetta dice esser già entrata in darsena ed il rimanente della flottiglia aveva già cominciato a mettere la batteria in terra…

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