di Christian Scalas
Bruno Olivieri, classe 1960, cagliaritano doc, è un autore poliedrico, a volte fotografo, a volte sceneggiatore, sempre disegnatore, dalla forte vena umoristica. In questo scorcio di ottobre ha portato a casa il Premio Speciale della giuria al festival di Internazionale di Ferrara 2015, una manifestazione che ha visto dal 2 al 4 ottobre scorso riuniti sotto uno stesso tetto 230 giornalisti di 27 nazioni.
Bruno, parlaci di questo premio. Si tratta di un riconoscimento per la migliore vignetta dedicata all’Unione Europea pubblicata nella stampa italiana (nel mio caso, l’Unione Sarda), inserito nell’ambito del Festival Internazionale di Ferrara. Sono soddisfatto che il mio lavoro abbia ottenuto il premio.
Come hai iniziato a lavorare nel mondo dei fumetti? A livello professionale, ho iniziato da circa una quindicina d’anni, se non ricordo male. Ma già da molto tempo prima ho sempre coltivato la passione per la materia e fin dal 1984, con l’incoraggiamento del grande Franco Putzolu, ho iniziato a pubblicare vignette nell’edizione cagliaritana de La Nuova Sardegna, grazie al direttore Giorgio Melis.
Ormai il fumetto non è più solo stampato. Cosa pensi del fenomeno dei webcomics? È il segno che i tempi cambiano e il nuovo in fin dei conti avanza sempre. Credo che sia necessario riuscire ad adeguarsi ai nuovi strumenti non tralasciando le tradizioni. Lo strumento web è solo uno dei veicoli con i quali si possono diffondere i contenuti. Ma il punto cruciale restano sempre i contenuti: se non sono validi rendono vana l’efficacia di qualunque mezzo.
Cosa consigli a chi vuole intraprendere una carriera nei fumetti? Potrei svicolare da questa domanda, dicendo semplicemente che gli consiglierei di lasciar perdere, data l’incertezza di questo genere di attività, soprattutto con i tempi che corrono. Ma se si tratta di vera passione, è anche vero che al “Cuor non si comanda”. Come in tutte le cose bisogna approcciarsi con serietà, costanza e sacrificio, senza perdere di vista una corretta percezione di se stessi, sebbene sia necessario un pizzico di “follia”. L’importante, inoltre, è restare umili. Troppo spesso infatti si cede alla superbia e si finisce per perdersi per strada, nonostante le buone promesse.
A cosa stai lavorando adesso? Oltre alle storie a fumetti che disegno per le edizioni San Paolo, in particolare Paky (scritto da Fabrizio Lo Bianco) e Elementare Watson (scritto da Beppe Ramello), mi sto occupando di illustrazioni per libri (principalmente narrativa per ragazzi) e collaboro con L’Unione Sarda per la pagina di vignette domenicali “L’Unione Satira”.
Progetti per il futuro? Sto lavorando ad alcuni progetti personali, per i quali vorrei riuscire a trovare un po’ più di tempo da dedicare. Spero di riuscirci!