di Stefania Lapenna
Dopo aver trascorso un anno in Inghilterra, uno in America e cinque mesi in Spagna, Maurizio Citrolo, 28 anni da Quartu Sant’Elena, ha scelto di stabilirsi a New York. Diplomato all’istituto alberghiero di Monserrato con specializzazione in sala bar e cucina, attualmente lavora come bartender nella famosissima Fifth Avenue di Manhattan.
Perché hai deciso di stabilirti a New York? La scelta di stabilirmi in questa città è dovuta in gran parte al fatto che, a mio parere, New York è un vero centro nevralgico nel panorama economico mondiale, con una moneta molto forte. Inoltre, è una città che tende a valorizzare le potenzialità di ogni cittadino e garantisce maggiori sbocchi lavorativi rispetto agli altri luoghi in cui ho vissuto.
Di cosa ti occupi esattamente? Grazie alle qualifiche conseguite alla scuola alberghiera, bar e cucina, attualmente sto lavorando come bartender per un american cocktail bar situato all’ultimo piano di un grattacielo di ventuno piani, nella Quinta Strada, la via dello shopping famosa in tutto il mondo. Un’esperienza davvero emozionante.
Ti sei ambientato subito o hai avuto difficoltà? A dire la verità, mi sto ambientando gradualmente perché New York è una città piuttosto complessa! Il sistema di governo, poi, è completamente diverso dal nostro. Non è assolutamente facile vivere in una città cosmopolita, con milioni di persone di razze, religioni, culture e stili di vita differenti, ai quali sei poco abituato. Fortunatamente conosco bene l’inglese, e ciò mi è di grande aiuto.
Quali sono i pro e i contro di vivere in una metropoli come New York? I vantaggi sono tanti. Innanzitutto, qui prevale la meritocrazia: se vali, fai carriera senza problemi. Il salario è commisurato ai risultati che produci, e più risultati produci, più guadagni. In questo caso, il datore di lavoro è più che lieto di pagarti per quello che fai. Per quanto riguarda muoversi in città, non c’è bisogno di usare la macchina, perché la metropolitana funziona 24 ore su 24. Persino bar , supermercati e ristoranti rimangono aperti tutto il giorno e tutta la notte. E’ una città pieno di vita, e tutti hanno voglia di lavorare e mettersi in gioco. Ovviamente, ci sono anche dei lati negativi: il traffico esagerato genera molto smog e fumi di scarico. Al contrario di quello che si può pensare, c’è molta sporcizia e spazzatura e il costo della vita è molto alto.
Nel tuo futuro c’è spazio per un ritorno in Sardegna? Sicuramente ci tornerò, anche se non so se solo per vacanza o definitivamente. Onestamente, per gli obiettivi che ho, l’ipotesi di tornare a viverci è sempre più lontana. Vorrei fare carriera nel mio settore, e nella mia terra purtroppo non ne vedo la possibilità.
Cosa ti manca maggiormente della Sardegna? Devo essere sincero. Mi mancano i miei amici, il clima, la mia famiglia e il mangiar sano. Per il resto, però, ce l’ho con lo stato italiano che anziché aiutare i giovani, sembra faccia di tutto per costringerli ad emigrare. Ecco, questo aspetto dell’Italia non mi piace per niente e mi fa essere ancor più convinto della scelta che ho fatto.
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