La Cina tace sia le ragioni che le conseguenze del più grande disastro industriale nella storia del paese, avvenuto nella città portuale di Tianjin Mercoledì 12 Agosto. Non è assurdo un parallelo con Chernobyl, non solo per l’occultamento dei fatti, ma anche per l’entità della tragedia. Ed allora, che cosa è esploso in Cina ? Le prime due esplosioni, che hanno avuto luogo la tarda sera di Mercoledì, hanno avuto la forza di un terremoto di magnitudo 3,0. Le foto scattate dallo spazio mostrano un territorio del diametro di 3 km completamente bruciato, come se si fosse fatto uso di napalm. Le immagini possono essere comparate a quelle di un bombardamento nucleare. Le esplosioni sono continuate fino ai successivi Sabato e Domenica, ma niente è stato spiegato fino ad ora. I danni raggiungono l’ammontare di miliardi e miliardi di yuan. In un vicino parcheggio, ad esempio, sono state bruciate 5.000 auto nuove, mentre un quartiere situato a 800 metri dal porto è stato completamente distrutto. “In quel luogo c’erano tre composti, cianuro di sodio, cianuro di potassio e di cianuro di ammonio. Sono utilizzati correntemente per la produzione della plastica e per l’estrazione di argento e diamanti. Sono sostanze pericolose, ma non possono assolutamente esplodere da sole. Ci dovevano senz’altro essere altre sostanze potenzialmente esplosive. Su di esse niente è stato detto, almeno fino ad ora. Quando si mescolano tre o quattro prodotti chimici non si sa mai quello che può succedere”. Secondo i dati ufficiali 114 persone sono morte, mentre circa 70 sono disperse. Oltre 400 persone residenti nella città cinese sono immediatamente scese in strada, stazionando soprattutto davanti all’edificio dell’amministrazione comunale, chiedendo informazioni sui loro parenti scomparsi o ricoverati, ma anche informazioni sul livello della contaminazione e sulle sue possibili conseguenze. Le “proteste spontanee” sono piuttosto rare in Cina, perché in questo paese anche le proteste vengono sempre effettuate in modo ordinato. Ma questa volta la polizia non ha disperso chi protestava. Il Premier cinese Li Keqiang ha dichiarato che la situazione è veramente molto difficile. Molte domande sono rimaste senza risposta. Perché quei magazzini erano collocati così vicino alle zone residenziali? Perché i residenti non sono stati portati a conoscenza della minaccia? Perché la società di logistica [Rui Hai] aveva immagazzinato 700 tonnellate di cianuro, contro le sole 10 tonnellate che erano state autorizzate? Premesso che per un essere umano un solo quarto di cucchiaino [di cianuro] è mortale, perché le sostanze sono state immagazzinate in modo così negligente e finanche all’aperto? Tutte queste domande alimentano inevitabilmente teorie complottiste. Il problema principale è che la produzione di sostanze chimiche in Cina è cresciuta per anni, con le società del paese che firmavano a tutto spiano contratti futures. Ma poi il consumo è diminuito e questo ha portato ad un drastico aumento di prodotti chimici invenduti e quindi immagazzinati. Il “China Chemical Industry News” ha spiegato che lo stoccaggio è stato fatto in violazione delle norme di sicurezza. Ma ci sono anche accuse di nepotismo. Il figlio dell’ex capo della polizia del porto di Tianjin è il principale azionista della società Rui Hai [cui appartengono i magazzini esplosi]. In Cina le accuse di corruzione non sono rare. Nel 2008 cinquemila scolari morirono dopo un terremoto nella provincia di Sichuan. Gli edifici erano stati costruiti con materiali di bassissima qualità. La questione, tuttavia, fu messa a tacere. Il ricercatore-capo del “Far Eastern Studies” [IFES] istituito presso la ”Russian Academy of Sciences”, nonché Vice-Presidente dello ”Economic and Social Studies of China”, Pavel Kamennov, ha commentato la situazione in un’intervista concessa alla Pravda: “Penso che si tratti senza alcun dubbio di una catastrofe industriale, il risultato di un’aperta violazione delle norme di sicurezza, conseguenza del tentativo di risparmiare denaro. Le conseguenze potrebbero essere più ampie e potrebbero esserci molte più vittime. Sono state contaminate località site in un diametro di 3 km, la distruzione è stata enorme. Si tratta di una piccola Chernobyl. L’evacuazione non è stato fatta in una sola volta perché le autorità non avevano capito che cosa fosse realmente accaduto. L’informazione è stata immediatamente bloccata, per motivi che potrebbero essere molto più gravi”.