di Natascia Talloru
Il timo è una delle erbe aromatiche più note e utilizzate a scopo alimentare. Comprende piante suffruticose rustiche, per la maggior parte perenni, note per il loro intenso e caratteristico aroma, raccolte allo stato selvatico nell’area mediterranea e coltivate su scala commerciale nell’Europa centrale e orientale. Il nome Thymus deriva dall’originale greco thymòs, dal significato di “anima, vita, soffio vitale”. Appartenente alla famiglia delle Labiateae è originario dell’Europa centromeridionale e dell’Asia occidentale. Ne esistono numerose specie e sottospecie, presenti in aerali bene definiti e limitati, di cui le più note e diffuse comprendono il Thymus vulgaris e il Thymus serpyllum, piccoli arbusti alti circa 30 cm con diverse parti comuni e piccoli fiori bilabiati di colore bianco-rosato nel primo caso e rosa porpora nel secondo. Tutte le specie sono ricche di principi attivi con olio essenziale (sino al 2,5%) composto da timolo (sino al 40%), carvacrolo, borneolo, cimene, linalolo, levopinene;aceto di bornile; saponine acide e neutre; tiamina, acido ursolico; acido caffeico; tannini; composti amari; resine; altri numerosi principi attivi. Viene utilizzato nella cura di una vasta gamma di disturbi, in particolare nei confronti del sistema respiratorio, per la sua azione antisettica, balsamica ed espettorante; disinfetta l’intero apparato, facilita l’espulsione del catarro dai bronchi e dai polmoni, combatte le malattie da raffreddamento ed è utile per calmare gli attacchi di tosse, pertosse e asma. Possiede preziose proprietà toniche, digestive e depurative,; si rivela utile nella cura e nel trattamento di fermentazioni e infezioni gastrointestinali. Normalizza i processi digestivi, stimola l’appetito, distrugge i vermi intestinali e favorisce il funzionamento del fegato. E’ efficace contro le infezioni delle vie urinarie e sotto forma di tisana svolge un’azione decongestionante nei casi di dolore mestruale. Per uso esterno è un buon cicatrizzante e leggermente analgesico nella cura del mal di testa e dei dolori muscolari. In presenza di infezioni sembrerebbe stimolare la produzione di globuli bianchi. Il timo è sconsigliato in gravidanza, per chi ha problemi alla tiroide e nei casi di gastriti e ulcera peptica per la presenza irritante del timolo che è tossico se ingerito in dosi superiori a quelle indicate.
IN SARDEGNA Pianta endemica sardo-corsa, presente nei pendii aridi e ventosi, il timo nella medicina popolare sarda veniva raccolto durante il periodo estivo e utilizzato come sedativo, decongestionante delle vie respiratorie, come carminativo, diuretico e tonico. E’ considerato dalla tradizione un antibiotico naturale per il suo mix di essenze dalle proprietà antimicrobiche, ma anche antivirali e antielmintiche. In Sardegna è conosciuto con diversi nomi: Nebidedda (Villacidro-Gonnosfanadiga); Tumbu (Sardegna meridionale); Alba Barona (Gallura); Armidda e variante Aspridda (Sardegna settentrionale e centro-meridionale); Amènta de Santa Maria eAmènta de Santa Sofia in località varie. Il nome Amènta de Santa Maria è legato alla sua capacità di regolare il ciclo mestruale, e come altre piante aromatiche efficaci nella cura dei disturbi femminili, sarebbero da attribuirsi alla Madonna. Il timo è considerato benefico per il pastore e la sua famiglia i quali lo utilizzano per lavare e decorare i recipienti del latte, per eliminare gli odori sgradevoli negli ovili, per profumare le cantine, ma anche per aromatizzare i cibi e produrre liquori digestivi. A tal proposito in Barbagia questa pianta viene utilizzata per aromatizzare un tipo di formaggio pecorino a latte crudo per realizzare il pecorino al timo noto col nome di “Su Barone”. Sebbene di piccole dimensioni, i fiori producono abbondante nettare, per cui numerose specie sono importanti piante mellifere da cui si ricava un miele di colore ambra scuro con aroma e gusto pronunciati. Il timo è utilizzato anche in profumeria e nella produzione di saponi.
CURIOSITA’ Descritto dagli autori più antichi, fra cui il filosofo greco Teofrasto, il timo era conosciuto, apprezzato e ampiamente utilizzato in tutto il bacino del Mediterraneo, sin dall’epoca degli Egizi, che lo impiegavano, in particolare, nell’imbalsamazione delle mummie. I Romani ne ricavavano un vino medicinale che usavano nei sacrifici per gli dei e i soldati si immergevano nell’acqua di timo per infondere coraggio e vigore. I Cartaginesi ne sfruttavano invece le proprietà antisettiche e cicatrizzanti per ottenere, miscelato al grasso di capra, una crema per arrestare il sangue delle ferite. Nel Medioevo le dame ricamavano spighe di timo sulle insegne dei loro cavalieri affinché le virtù eroiche della pianta li accompagnassero in battaglia rendendoli forti e invincibili. In Gran Bretagna per contro il timo si ingentiliva diventando il fiore prediletto delle fate. Come altre erbe dall’aroma gradevole è anche simbolo di morte: in passato si credeva che l’anima dei defunti riposasse nei suoi fiori e che il suo profumo aleggiasse nei luoghi infestati dai fantasmi.
BELLEZZA Lozione per lavare i capelli ed eliminare la forfora. Preparare un infuso con una manciata di foglie essiccate di timo e di rosmarino. Utilizzare il liquido filtrato per sciacquare più volte i capelli dopo lo shampoo.
Tonico al timo per pelli grasse. Fare bollire, per 10 minuti, un litro di acqua addolcita con un cucchiaio abbondante di zucchero, 40-50 gr di foglie essiccate di timo, togliere dal fuoco filtrare e fare raffreddare. Usare al mattino prima del trucco e alla sera.
Bagno stimolante. Indicato per chi ha bisogno di stimolare la circolazione. Preparare un decotto facendo bollire due manciate di foglie secche di timo in 2 litri d’acqua. Dopo 10-15 minuti togliere dal fuoco, quindi colare e versare nell’acqua del bagno.
Io ne soffro moltissimo!
amridda!!!!!!!
Armidda in barbagia…… Dolce profumo di Sardegna insieme al mirto e ginepri
Per me un male incurabile !!
Per questo ne teniamo sempre un po in balcone……