di Tito Siddi
Sulle orme di Antioco, alla scoperta della storia della nostra Fede. È questa la chiave di lettura che ha contraddistinto la sagra del primo agosto in onore di Sant’Antioco Martire Patrono della città di Sant’Antioco, della Diocesi di Iglesias e dell’intera Sardegna. Ad aprire i festeggiamenti estivi è stato il Vescovo di Iglesias S.E. Monsignor Giovanni Paolo Zedda. Martedì sera, alla presenza del Sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu e l’Assessore alla cultura Marco Massa, ha inaugurato nel Museo Diocesano di Iglesias, ricca di una cinquantina di documenti storici, statue, reliquiari e statue, la mostra intitolata: “Iter sanctitatis gaudium ecclesiae. Fede, tradizione e memoria nello storico pellegrinaggio delle reliquie di Sant’Antioco”. <<Nel progetto espositivo risulta centrale la riflessione sul significato del viaggio devozionale – ha spiegato Silvia Medde direttrice del Museo Diocesano – Un viaggio che ha origini ben più antiche del rinvenimento delle reliquie nel 1615, risalendo verosimilmente almeno al XIV secolo>>. La visita alla mostra, disposta nelle tre sale della struttura di vico Duomo, offre il confronto con numerosi documenti conservati presso l’Archivio Storico Diocesano e con le opere di maggiore significato fra quelle legate al culto di Antioco sul territorio diocesano, su tutti i simulacri rappresentanti il Santo nelle chiese parrocchiali di Fluminimaggiore, Teulada e Villamassargia. Ma soprattutto, accoglie il visitatore la più antica statua conservata nell’altare ligneo della cappella dedicata a S. Antioco nella Cattedrale di Iglesias, presentata nella sua fattezza originale senza i vestiti, probabilmente databili tra la fine del Settecento ed il primo Ottocento ed esposti a parte su un manichino. Di sicuro interesse è anche il grande dipinto realizzato intorno al 1766 dal pittore romano Pietro Bombelli sulla base di un originale ormai perduto, ma il pezzo in assoluto di maggior pregio, anche dal punto di vista devozionale, è sicuramente il reliquiario contenente il cranio del Santo, realizzato dopo il rinvenimento delle reliquie dall’argentiere cagliaritano Sisinnio Barrai e dalla sua bottega. Il reliquario è esposto a conclusione del percorso di visita e viene presentato al pubblico per la prima volta dopo il recente restauro che gli ha restituito l’originaria doratura. Completano l’esposizione, interamente curata dall’equipe del Museo Diocesano con la supervisione del Comitato scientifico presieduto dal Vescovo, alcuni pannelli che illustrano gli aspetti più inediti ed originali del culto di S.Antioco, a partire dalla sua ricca diffusione nel territorio. Un’attenzione speciale merita la ricostruzione della solenne processione annuale, la cosiddetta Festa Manna che si svolge quindici giorni dopo la Pasqua che accompagnava le reliquie alla Basilica. Nella mostra è presentata in una chiave storica moderna che suggerisce un itinerario di fede e cultura da vivere come un pellegrinaggio sulle orme di Antioco e della storia del cristianesimo in Diocesi. La mostra si inquadra nel programma della festa d’agosto del Martire sulcitano, quest’anno poi impreziosita dalla coincidenza del IV centenario del ritrovamento delle reliquie del santo. <<Una rappresentazione che segna un momento importante che va oltre le difficoltà di lettura della realtà della vita – Ha sottolineato il Vescovo dopo il taglio del nastro – ripercorrere la sua testimonianza è molto preziosa per riscoprire un percorso di fede>. Intanto Sant’Antioco, la città dove il medico taumaturgo predicò la nuova fede in Cristo e ricevette la palma del martirio, si prepara a festeggiare il suo Patrono e protettore, ha vissuto intensi giorni di fede e preghiera con un programma tutto religioso. Tridui, messe e la processione a mare di venerdì, hanno aperto la solenne celebrazione del primo agosto quando la città sulcitana ha reso omaggio al Proto Martire sardo. Alle 11 in Basilica si è svolta la celebrazione solenne presieduta da Monsignor Corrado Melis, nuovo parroco di Ozieri, altra città sarda che ha per Patrono Sant’Antioco Martire. Alle 17, invece, a presiedere sempre in Basilica la Santa Messa è stato il Vescovo di Iglesias Monsignor Giovanni Paolo Zedda. La celebrazione ha preceduto la solenne processione, che ha portato per le vie e le piazze dalla città il simulacro del Santo e le sue reliquie, con la partecipazione della banda musicale, numerosi gruppi folk provenienti da tutta l’isola, cavalieri, traccas e suonatori di launeddas. La chiesa parrocchiale di santa Maria Goretti quest’anno invece si è arricchita del simulacro del Martire sulcitano. L’architetto Antioco Marongiu, che pratica l’hobby della scultura ha scolpito in legno la statua del Santo, mentre abili mani di devote hanno confezionato l’abito che ricalca l’iconografia del Santo Patrono. Il giorno prima dei festeggiamenti è stata posta su un altarino a fianco dell’altare maggiore dove, dopo essere stata benedetta, rimarrà sino alla fine della festa. I festeggiamenti si sono conclusi in Cattedrale dove si è svolto il concerto “Gloria et honore coronasti, Eum Domine”: melodie dell’antica liturgia e canti in onore di Sant’Antioco Martire.