di Paolo Pulina
I Circoli culturali sardi “Logudoro” di Pavia e “Sardegna” di Como hanno promosso una “Giornata di studi in onore e in memoria di Francesca Sanna Sulis (1716-1810), imprenditrice, donna, sarda”. Enti patrocinatori sono stati: l’Assessorato del Lavoro della Regione Sardegna, la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), la Presidente del Consiglio regionale della Sardegna; per Pavia: l’Università, la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio, la Prefettura. L’iniziativa si è tenuta sabato 6 marzo presso l’Aula Foscolo dell’Università degli Studi di Pavia. I lavori del convegno, dedicato, a duecento anni esatti dalla morte, alla nobildonna che nel Settecento introdusse in Sardegna le piantagioni di gelso, l’allevamento dei bachi e la produzione della seta, si sono articolati in due sessioni. Durante i lavori della mattinata, riservati alle problematiche delle pari opportunità e al ruolo delle donne nell’imprenditoria e coordinati dal presidente del circolo Logudoro Gesuino Piga, sono intervenuti l’assessore provinciale al Turismo ed Attività termali Renata Crotti; Paolo Cristin, presidente del circolo sardo di Como; Salvatore Piu, sindaco di Muravera, paese natale della Sanna Sulis; Liana Bilardi e Rosaria Floris, dell’associazione “Francesca Sanna Sulis” di Cagliari; Pierangela Abis, presidente del Circolo sardo di Milano e coordinatrice delle donne della FASI; in chiusura ha portato il suo saluto e il suo contributo alla discussione il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo. Dopo l’intervallo per il buffet, il dibattito è ripreso nel pomeriggio con le relazioni di Simona De Francisci, consigliere della Regione Sardegna, e di Rita Corda, presidente della commissione Pari Opportunità della provincia di Cagliari (entrambe hanno potuto raggiungere Pavia solo nel pomeriggio a causa di un improvviso sciopero mattutino di Meridiana). Hanno quindi preso la parola Pier Paolo Fois, sindaco di Quartucciu, paese in cui la Sanna Sulis impiantò laboratori per la lavorazione della seta attrezzati con telai moderni; Giovanni Orsenigo, in rappresentanza del Museo didattico della seta di Como; Clementina Rovati, del museo di storia naturale dell’Università degli Studi di Pavia, che ha svolto una relazione su “Lo scienziato Agostino Bassi (Lodi 1773-1850), allievo dell’Ateneo pavese, nella storia della bachicoltura”. Ha concluso il convegno Lucio Spiga, giornalista e scrittore, autore della monografia (Selargius, Edizioni Workdesign, 2004) che ha fatto scoprire l’eccezionale personalità di Francesca Sanna Sulis, nata nel 1716 a Muravera, sposata nel 1735 con Don Pietro Sanna Lecca (giureconsulto, autore dei pregoni per i re di Sardegna). Sanna Sulis sviluppò nel Settecento pionieristiche attività in campo culturale, sociale e imprenditoriale. Alle giovani, prima di impiegarle nei laboratori, volle che venisse impartita una specifica istruzione professionale. A Muravera e Quartucciu furono istituite scuole professionali con piani scolastici di formazione di base per le fanciulle, che potevano apprendere le tecniche di tessitura da docenti provenienti dalle zone economicamente più sviluppate dell’Italia. La generosità di Donna Francesca si manifestava anche nel momento in cui le giovani convolavano a nozze: come regalo ricevevano un telaio in dote. La seta prodotta nei suoi stabilimenti tessili era particolarmente apprezzata in Piemonte e in Lombardia (a Como in particolare). Donna Francesca produceva una seta di qualità superiore, richiesta a più riprese in notevoli quantità dai commercianti comaschi. Il segreto di questo pregio stava probabilmente nel clima favorevole relativo al mese della schiusa dei semi, fra il 20 e il 25 di marzo, mentre nelle regioni a temperature più basse la schiusa si verifica più tardi, tra il 15 e il 20 di aprile. Nel 1808 Donna Francesca Sanna Sulis donò tutti i suoi beni alla comunità di Muravera con l’incarico di amministrarli per il presente e per il futuro a favore dei poveri. Alla sua morte (1810) i suoi successori nell’attività aziendale abbandonarono i fruttuosi rapporti con le regioni dell’Alta Italia. In chiusura del convegno è stato fatto appello perché la Città di Cagliari intitoli una via alla Sanna Sulis.