di Mauro Mura
Sinnai, che molti scrivono Sinai, villaggio della Sardegna, nella divisione e provincia di Cagliari, e capoluogo di mandamento, sotto il tribunale di prima istanza della suddetta capitale, compreso nel campidano di Cagliari, antica curatoria, o cantone del regno di Pluminio o caralense. Il luogo del paese è ancora notevolmente elevato sulla pianura del campidano, perchè si deve salire andandovi tanto dalla parte di Settimo, quanto da quella di Mara.
Con essenziali e precise informazioni, il Casalis presenta nel suo Dizionario Geografico Storico Statistico degli Stati di S. M. il Re di Sardegna questo comune campidanese, compreso tra il territorio di Cagliari e i rilievi del Sarrabus. Oggi il paese, situato a15 chilometri da Cagliari, è uno dei pochi a forte crescita demografica: è passato infatti dai 6736 abitanti del 1951 ai 16800 odierni. La causa di questo fenomeno è da attribuirsi fondamentalmente alla consistente mobilitazione che si è verificata all’interno dell’Isola a partire dal secondo dopoguerra e Sinnai, data la sua prossimità all’area di Cagliari, è stato uno dei principali comuni destinatari di questo flusso. Il più antico documento che riporta il nome di Sìnnai è la carta sarda dell’abbazia di San Vittore di Marsiglia, scritta in caratteri greci: il documento medievale, datato 1088, indica che già un millennio fa S’innah si scriveva e si pronunciava esattamente come adesso, con la doppia enne e con l’accento sulla prima “ì”. Sull’origine del nome di Sìnnai continuano ad essere comunemente proposte due diverse ipotesi.
La prima è riferita ad una presunta somiglianza delle montagne del Serpeddì con il Monte Sinai della Palestina, che avrebbe indotto gli ebrei deportati da Tiberio in Sardegna a battezzare con il nome della loro montagna sacra il luogo di deportazione. La seconda ipotesi indica la derivazione del nome di Sìnnai dal fatto che questa località fosse destinata alla marchiatura del bestiame brado proveniente da tutto il territorio montano ed avviato al mercato di Cagliari (dal verbo “sinnài”, segnare). Il territorio comunale è molto esteso e, partendo dal margine orientale del Campidano di Cagliari, arriva ad abbracciare gran parte dei primi rilievi collinari del versante occidentale del Serpeddì, comprendendo anche l’isola amministrativa di Solanas. Altre frazioni si sono sviluppate a valle del borgo storico di San Gregorio e nei terreni dell’antica tenuta di Tasonis, lungo le direttrici del Riu Longu e del Rio Corongiu. Pur essendosi sviluppata considerevolmente negli ultimi decenni, Sinnai ha conservato nel centro storico numerose abitazioni campi danesi tradizionali. Al centro dell’abitato, in posizione dominante, si trova la chiesa parrocchiale di Santa Barbara, patrona del paese, costruita nel secolo XVI in forme gotico-aragonesi, successivamente modificata e ampliata sino alla trasformazione avvenuta nel 1840. Notevole è il suo patrimonio artistico. Altro importante monumento è la chiesa di Santa Vittoria, un tempo situata in aperta campagna mentre oggi si trova all’ingresso dell’abitato. L’attività agropastorale è stata da sempre il settore trainante dell’economia sinnaese, sebbene attualmente risenta di una forte crisi. Grande importanza ricopre per tradizione la viticoltura, un ambito importante che ha avuto la sua massima estensione e sviluppo tra il 1955 al 1985. Le campagne intorno al paese rivelano un passato florido ormai decaduto a causa della stato di abbandono dei terreni, completamente trasformati dagli ultimi trent’anni ad oggi. Nelle vicinanze dell’abitato è presente la Pineta di Sinnai, un seducente polmone verde costituito da conifereti impiantati artificialmente che si estende per1600 ettari. La pineta, data la sua estrema vicinanza al paese, è da sempre un rinomato luogo di passeggiate, di escursioni e di svago non solo per i cittadini sinnaesi ma anche per tutti gli abitanti dell’hinterland cagliaritano.
Particolarmente vivace si presenta la partecipazione alla vita sociale dei cittadini, organizzati in associazioni impegnate in ogni settore di attività. Le associazioni che operano nel campo della cultura, della musica e dello spettacolo, registrate all’albo comunale, sono, al momento attuale, 28 e coinvolgono oltre 700 persone. Tra le altre si distingue l’attività della Banda Musicale Giuseppe Verdi costituita nel 1919, sotto la direzione del Maestro Rachel, e ancora attiva. Rilevante interesse suscita sempre il concorso bandistico internazionale “Citta di Sinnai” giunto alla sesta edizione. Non mancano poi ad animare il cuore del paese le tradizionali feste religiose.
Tra le più importanti e sentite ricordiamo quella di Santa Barbara, celebrata a metà luglio, quella in onore dei Santi Cosma e Damiano, festeggiati nella terza domenica di settembre e Sant’Elena a cui è dedicata l’ultima settimana del mese di agosto. Tra le curiosità storico-culturali ricordiamo che la Brigata Sassari, erede delle tradizioni del Terçio de Cerdena (periodo aragonese-spagnolo) e del Reggimento di Sardegna (periodo Sabaudo), fu costituita il 1° Marzo del1915 aSìnnai e a Tempio Pausania, su due Reggimenti, il 151° e il 152° fanteria, composti interamente da Sardi.
In campo musicale Sinnai diede i natali anche a due cantanti lirici, Giulio Palmas e Maria Vitale di Venosa. Giulio Palmas nacque a Sinnai il 30 maggio 1886 e ancora giovanetto passò a Pesaro per il perfezionamento degli studi. Debuttò da tenore all’Adriano di Roma e cantò in vari teatri d’Italia. La sua voce armoniosa e modulata gli riservò l’onore di solista nel Complesso Stabile dell’Augusteo di Roma per oltre dieci anni, esibendosi in diversi concerti. Nel 1922 cantò da baritono a Cagliari nella Gioconda di Ponchielli e nel Trovatore, riscuotendo unanimi consensi. A Bologna cantò a fianco di Bernardo De Muro. La sua carriera fu stroncata da improvvisa morte, avvenuta a Roma nel 1942.
Maria Vitale Di Venosa nasce a Sinnai il 14 Ottobre del 1920 da Dante Vitale e Palmira Palmas, nipote del famoso tenore Giulio Palmas. Si esibì con grande successo in molti teatri della penisola, riscuotendo apprezzamenti per le sue doti vocali ed artistiche. La sua carriera culminò con la rappresentazione della Norma, nell’anno 1965 presso il Teatro La Pineta di Taranto, con il grande tenore Mario Del Monaco che, dopo la recita, invitò la sua partner a continuare la carriera avendo rilevato che possedeva qualità tali da permetterle un avvenire eccezionale. Ma Maria Vitale Di Venosa rinunciò a questa brillante prospettiva per amore della famiglia dalla quale le riusciva difficile distaccarsi ogni volta che il Teatro e gli impegni artistici lo richiedevano.