di Laila Di Naro
C’era una volta una bambina che cantava davanti allo specchio. Cresciuta a pane e muttetus ascoltava sonetti d’amore, seduta sulle ginocchia di papà. Quel papà che le intonava testi in sardo per farla addormentare. La bella bimba, dai fluenti capelli castani e dagli occhi verdi, aveva però già le idee chiare: quelle cantilene non le piacevano affatto. Orecchiava paziente e da figlia modello non contraddiceva il padre, ma aspettava il momento giusto per canticchiare le sue melodie preferite; sola nella sua stanza, sognando di essere una star teatrale. Ma il suo destino era già segnato e quelle poesie sarde le erano, suo malgrado, entrate nel sangue.
Oggi a 38 anni, Ambra Pintore, quel sogno l’ha realizzato. Chiamatela artista o cantante, per lei non fa differenza. Appassionata di world music, mescola generi musicali e lingue diverse, dove si fondono poesia, ritmo e colori. Dalla profondità dell’anima tira fuori una voce elegante e dolce che dà i brividi, con quei passaggi veloci, dalle note basse ai toni alti, racconta tradizioni popolari e parla di sentimenti e d’amore, scovati nelle radici della passione umana.
La tua forza è lo studio. Lo è stato da quando eri piccola fino a rasentare la pignoleria. Ho studiato teatro da ragazzina, severa con me stessa e con chi lavorava al mio fianco. Dopo la scuola superiore e la laurea in Lettere moderne attualmente frequento il corso triennale sperimentale di Etnomusicologia al Conservatorio di Cagliari. Ora i miei compagni di avventura, con i quali canto, non se la passano bene perché adesso sono in grado di ribattere. Precisi come me, mi dicono: “Aiuto! Eri meglio prima quando ci chiedevi continuamente consigli e non avevi padronanza di certi argomenti musicali. Abbiamo creato un mostro!” Scherziamo, ironizziamo e ci prendiamo in giro, ma è un bel gruppo: siamo uniti e rispettosi gli uni degli altri.
Nei tuoi lavori canti sempre canzoni in diverse lingue. Hai mai commesso degli errori? È difficile ricordarsi più di trenta canzoni in poche ore, l’emozione spesso gioca brutti scherzi. È capitato che sbagliassi qualcosa, ma grazie alla professionalità dei miei uomini tutto è filato liscio. Interpreto canzoni in varie lingue e ricordo una in particolare in lingua francese, quando temevo di pronunciare il cu in maniera errata perché, come mi aveva spiegato la mia insegnante, se detto male avrebbe significato culo!
Tornando alla tue origini, nasci a Roma da padre sardo e madre di famiglia siciliana nata e vissuta in Etiopia. Che donna sei? Mi definisco un’apolide. Sono una curiosa cittadina del mondo, mi piace conoscere paesi diversi e raccontare gli usi e costumi. Alla mia terra devo molto, ma se dovessero propormi lavori oltre oceano andrei senza rimpianti. Non è un caso che ho titolato il mio primo disco “Muriga, perché nessuno si senta d’avanzo nel 2011”. Muriga sta per mescola e indica il valore positivo di tutto ciò che è impuro e meticcio, piacevolmente privo di quella fierezza identitaria che divide e non unisce. Una fusione di lingue e di genti senza pregiudizi o giudizi.
Prima di Muriga hai incantato milioni di spettatori. Un crescendo di successi. L’anno prima debutto nel palco di Sanremo e ho prestato la mia voce a Nino D’Angelo in alcuni versi tradotti in sardo in Jammo jà. Sono stata al fianco di Vinicio Capossela e nel 2014 ho vinto l’International Festival Folkest friulano, il più importante nel campo della musica etnica-world e delle nuove tendenze.
Il rispetto per la donna e la sua tenacia sono il filo conduttore dei tuoi concerto in quartetto. Si questo lavoro lo dedico a tutte le donne, nessuna esclusa. Le donne, guerriere per destino, oggi come ieri, simbolo della positiva affermazione interiore e professionale, sono le protagoniste di questo progetto in quartetto. La musica si unisce alla lettura di passaggi toccanti che racconteranno storie di vita, per contrastare quel sentimento di rabbia che le vuole vittima di violenza. Il messaggio e le atmosfere di questo spettacolo tendono ad esaltare esempi vincenti. Donne tenaci, modello femminile, purtroppo ancora oggi fortemente dipendente da retaggi sessisti e discriminatori.
In questo tour sei accompagnata da musicisti doc, un quartetto esplosivo che trasmette armonia e serenità. Esattamente. Roberto Scala al basso, fisarmonica, bouzouki e trunfa; Giorgio Rizzi percussioni, voce, trunfa e bena; Federico Valenti chitarra e cori. Abbiamo un’intesa pazzesca, devo molto a loro, sono il mio pilastro armonico.
Oggi cantante, ma per tante persone Ambra Pintore è l’icona di Sardegna Canta, la trasmissione più famosa su Videolina. Un’avventura iniziata nel 1999, 16 anni importanti. Una vera scuola sul campo che mi ha permesso di conoscere dal profondo la nostra musica tradizionale e quella rielaborata. In questi anni ho maturato la mia scelta di fare musica, ho capito ciò che mi sarebbe piaciuto fare e ora mi impegno quotidianamente per raggiungere quell’obiettivo.
Conduttrice televisiva, cantante, attrice di teatro, modella e mamma di due splendidi bambini, Petra e Romeo. Come riesci a conciliare tutto? Per quanto riguarda il lavoro in televisione purtroppo nel nostro paese è difficile far comprendere che si può essere bravi conduttori e validi cantanti assieme, e io ho dovuto fare una drastica scelta. Ho seguito il mio cuore e la musica. Per il resto sono dell’idea che si può essere mamma e artista, senza far prevalere né l’una né l’altra parte. L’essere mamma mi ha migliorato mi ha reso più disponibile verso gli altri. Se prima ero più schiva e timida ora riesco ad aprirmi tranquillamente. Forse perché l’ordine delle priorità della mia vita è cambiato, ed io per prima ho dovuto mettere da parte un po’ di egocentrismo….
Quella bambina, che sognava davanti allo specchio di essere una star, ora è diventata donna, artista e madre severa, che vuole insegnare ai suoi figli soprattutto una cosa: il rispetto per le donne.
* LaDonnaSarda
Ho conosciuto Ambra ai tempi di Videolina, provavo tanta ammirazione per il suo portamento e il suo sorriso radioso, che mi hanno ispirato due poesie. Sono un’artista anch’io. Poetessa, schitrice, pittrice e una x insegnante in pensione. Non sapevo che fosse anche autrice, cantante e la
cosa più importante mamma. Con gli auguri più sinceri di uno splendido avvenire, invio un cordiale saluto.
Michela Mura di Orune, residente a Sesto Fiorentino dal 1957