Nella prestigiosa collana “Bibliotheca Sarda” della casa editrice nuorese Ilisso, nella Sezione Grandi Opere (formato: 28 x 19,7 cm), a cura di Luciano Carta, è stata pubblicata nel 2010 la prima parte (di ben 752 pagine) di un’opera monumentale (sono previsti in totale sei ponderosi volumi) destinata a raccogliere circa 3000 lettere – scritte da 450 diversi corrispondenti – ricevute e scrupolosamente conservate dal canonico Giovanni Spano (Ploaghe 1803-Cagliari 1878), iniziatore nell’Ottocento degli studi applicati alla Sardegna in campo archeologico (fu fondatore del “Bullettino Archeologico Sardo”) e linguistico (tuttora celebre è il suo Vocabolario italiano-sardo-italiano)
In questi giorni arriva nelle librerie il secondo volume (oltre 900 pagine) di questa fenomenale impresa editoriale, che continua a concretizzare il “sogno” concepito da Luciano Carta quindici anni fa ed esplicitato nel saggio “Per un’edizione del Carteggio Spano” pubblicato nelle pagine 239-257 del volume Il tesoro del Canonico. Vita, opere e virtù di Giovanni Spano (1803-1878), curato da me e da Salvatore Tola per l’editore Carlo Delfino nel 2005. In occasione della presentazione di questo volume, avvenuta a Ploaghe il 17 dicembre 2005, nella chiesa di San Pietro Apostolo, Carta ebbe la possibilità di illustrare a voce il suo Piano editoriale davanti a Francesco Cossiga e a Manlio Brigaglia (autori di due ampi contributi introduttivi) e davanti a centinaia di uditori. Carta si espresse con realismo («forse la gran mole di materiale disponibile ha dissuaso sino ad oggi gli studiosi e gli editori dal tentarne una pubblicazione integrale») ma anche con il calore appassionato di chi voleva assicurare che si sarebbe battuto con determinazione per riuscire a ottenere l’impegnativo risultato.
L’appello accorato di Carta, per sua fortuna e per fortuna della cultura sarda e italiana, è stato raccolto dalla Fondazione di ricerca “Siotto”- Onlus di Cagliari (presieduta da Aldo Accardo) che ha contribuito significativamente dal punto di vista economico alla pubblicazione di questi primi due volumi dell’opera che la superlativa “officina” redazionale e grafica della Ilisso ha realizzato con la consueta cura ed eleganza.
Le lettere pubblicate in questo secondo volume sono riferite al periodo 1843-1855. Nel primo volume erano state edite 233 lettere ricevute da Spano da parte di 52 corrispondenti (italiani e stranieri). In questo secondo volume sono trascritte 383 lettere inviate a Spano da 63 mittenti (italiani e stranieri); 40 sono invece le lettere firmate da Spano.
Alcuni degli interlocutori erano già presenti nel primo volume, come Giuseppe Manno; tanti altri sono nuovi, come Alberto Ferrero della Marmora e il principe Luigi Luciano Bonaparte. Commenta Carta: «Si tratta di nomi molto importanti in uno scenario politico e culturale, quello del XIX secolo, in fermento sia nella penisola che in tutta Europa. Un secolo di radicali cambiamenti economici e sociali a cui è strettamente collegato uno sviluppo di nuove idee e una nuova concezione di Stato dove la Sardegna, insieme alle altre regioni italiane, si avvia, con una certa difficoltà, verso l’unificazione politico-amministrativa dell’Italia cercando di mantenere la propria identità culturale recuperando il suo passato e valorizzandone le sue peculiarità».
Come nel primo volume il corpus delle lettere è preceduto da una breve presentazione di Aldo Accardo e da un lungo (oltre 70 pagine) saggio introduttivo di Luciano Carta.
Un utile apparato di due indici – quello delle lettere, con i mittenti elencati in ordine alfabetico, e quello dei nomi – chiude il prezioso volume.
Nota finale. I corrispondenti dello Spano registrati in questo secondo volume risultano essere stati residenti, tra l’altro, a Torino (in massima parte) ma anche a Roma, Milano, Genova, Vercelli. I circoli degli emigrati sardi di queste città potrebbero utilmente organizzare la presentazione del libro evidenziando i personaggi di ciascuna città che interloquivano con lo Spano e, se esistenti, chiamando al confronto studiosi attuali dell’opera di ciascuna di queste importanti personalità scientifiche e letterarie dell’Ottocento con cui dialogò l’infaticabile canonico ploaghese.
Complimenti Paolo! Il discorso tenuto a Losanna continua!