REGALIAMO UN SORRISO A COLLINS: READING LETTERARIO A CAGLIARI IL 27 MARZO ALLE ORE 20 PRESSO LA LIBRERIA COCCO


di Valentina Usala

“REGALIAMO UN SOGNO A COLLINS”, il titolo dell’iniziativa solidale organizzata a Cagliari, presso gli spazi della Libreria Cocco e prevista per Venerdì 27 marzo con inizio alle ore 20.00. È previsto un reading letterario, la cui voce narrante porta il nome di Davide Grosso, organizzato da Claudia Musio e Salvatore Bandinu, con la collaborazione di tutti coloro che ne prenderanno parte: scrittori e non.

Chiedo a Claudia di ricordarci chi è Collins. “È un ragazzo dal sorriso aperto e gli occhi gentili, che ha avuto la sfortuna di nascere e crescere in una terra bellissima ma sfruttata e affamata dalle multinazionali: la Nigeria. Collins lì ha studiato, si è sposato. Ma è dovuto partire per aiutare suo padre, malato di cuore, alla ricerca di una terra in cui trovare un lavoro stabile. Se ne è andato dieci anni fa, lasciando una bimba di poco più di un anno, ed è arrivato in Italia. Ha avuto sfortuna e ha commesso errori. Errori che ha pagato, senza sconti. Ed è proprio scontando questo errore che Salvatore lo ha conosciuto. Salvatore ha raccontato la sua storia nella raccolta La cella di Gaudì. Sembrerà banale, ma da quell’incontro Collins è diventato un amico, e non è più stato solo. Dopo aver pagato il suo errore però non c’è stato riscatto per lui, perché secondo la legge sarebbe dovuto essere rimpatriato, senza possibilità di rinascere, senza speranza. È stato accompagnato in un centro di identificazione ed espulsione (CIE), in attesa di essere espulso. In un’altra prigione. Quasi tutti gli scrittori de La cella di Gaudì si sono impegnati a firmare una petizione per chiedere che gli venisse data una seconda possibilità. Perché Collins ha sbagliato per amore e quando si sbaglia per aiutare qualcuno che si ama si deve avere una seconda possibilità. E ce l’abbiamo fatta. Collins ha ottenuto, dopo tante peripezie e sacrifici, il permesso di soggiorno. Ora lavora saltuariamente come cameriere a Bari, ma invia quasi tutto quello che ha alla madre malata in Nigeria perché possa comprare le medicine che le servono. Ma dopo dieci anni il cuore inizia a far male quando chiami tua figlia e lei piange dall’altra parte del telefono dicendoti che le manchi e quando tornerai da lei.”

Perché un reading allora, chiedo a Claudia. “Pensi che sarebbe bello per Pasqua farle un regalo da toglierle il fiato e riabbracciarla, anche se solo per qualche settimana. Da qui nasce il nostro reading. Per aiutare Collins a finire di raccogliere ciò che gli serve per andare ad abbracciare la sua bambina e poi tornare qui e continuare a lavorare. Per questo, chiamiamo a raccolta tutti coloro che vorranno contribuire.  In cambio vi offriamo una serata piacevole, piena di emozioni, riflessioni. Vi offriamo le nostre parole, le nostre storie. E vi chiediamo soltanto: venite a sentirci, godetevi la serata, e, se vi va, aiutateci a far realizzare il sogno di una bambina che desidera solo rivedere suo padre.”

In battuta finale vi lascio con le parole di Salvatore Bandinu, che dice: “Collins mi chiama spesso. Oramai è un amico, uno di quelli speciali che conduce una vita difficile, dura, piena di ostacoli e salite. Tuttavia non molla, combatte e tenta di riscattarsi in tutte le maniere. Per me è un simbolo di dignità, di coraggio. Imparo molto da lui, dal suo avere estremo bisogno ma non chiedere mai. Un pomeriggio mi telefona e mi racconta la sua giornata. Per il fatto di essere straniero in difficoltà molti italiani lo ricattano proponendogli lavori in nero pagati neppure due euro l’ora. Gli chiedo se ha mangiato, mi risponde “non ancora”. Sono le sei di sera, gli rispondo che non va bene, lui sorride e mi dice “va bene così”: ma evidentemente così tanto bene non va.  Poi c’è quello che gli propone un contratto fittizio per ottenere il permesso di soggiorno, ma in cambio chiede 2000 euro; un altro che lo fa lavorare in prova per 15 giorni, per poi non pagarlo e mandarlo via minacciandolo di chiamare la polizia. Questi sono Italiani: miei connazionali, quelli che appoggiano l’esportazione della democrazia nel mondo; gli stessi che poi vanno in giro a parlare di legalità, giustizia e libertà e a riempirsi la bocca di paroloni e principi sempre e soltanto teorici. Dignità: una parola che non riscontro spesso tra le persone che frequento e che conosco.”

Credo non ci sia altro da aggiungere.

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