IL 20 MARZO, GORIZIA E SASSARI NEL NOME DI MARIA CARTA


di Leonardo Marras

A cento anni dall’inizio della Grande Guerra, in quei luoghi che videro protagonisti anche i fanti della Brigata Sassari, le città di Gorizia e Sassari consolidano il loro ultratrentennale rapporto di amicizia abbracciandosi nel segno di un’artista isolana, Maria Carta, che ha avuto la capacità di superare i confini, geografici come artistici, mostrando grande rispetto e dedizione per le sue più profonde radici, ma senza disdegnare aperture, nuovi influssi, sfide. Ecco allora che l’incontro di Gorizia pone sullo stesso livello espressioni culturali figlie di due popoli che hanno forse nella riservatezza e nella discrezione un loro tratto comune; ma che, nel contempo, non si chiudono agli altri, non rifiutano nuove esperienze. Lasciano che nuovi stimoli e saperi varchino quei confini. Venerdì 20 marzo, a partire dalle 18, presso il teatro Kulturni Dom di Gorizia, si esibiranno alcuni artisti che di quelle culture sono interpreti, espressione della scena musicale sarda, così come delle musiche, suoni e canti delle terre goriziane, rappresentanti della pluralità culturale linguistica patrimonio della provincia isontina. Anche i più giovani. Si spiega cosi la partecipazione del coro “Maria Carta” della scuola media n. 3 di Sassari e dei loro coetanei della scuola media di Bono (Sassari). Come dei componenti il coro giovanile Free Voices di Capriva del Friuli, diretto da Manuela Marussi, reduci da una recente, straordinaria esperienza sul palco con Moni Ovadia nel raccontare e rievocare il dramma della Grande Guerra. Il pubblico potrà apprezzare l’esibizione di un altro gruppo polifonico, il coro femminile Bode?a Neža di san Michele del Carso, con un repertorio che spazia dai mottetti rinascimentali alla musica contemporanea sacra e profana, con attenzione particolare per i compositori sloveni. Dalla Sardegna il duo costituito da Andrea Pisu, suonatore del più antico e peculiare strumento del patrimonio sardo, le launeddas, e dall’organettista Vanni Masala. Cresciuti nell’interpretazione dei brani della tradizione isolana, di cui sono apprezzati custodi, ma capaci di confrontarsi con nuovi progetti e sonorità, spesso incrociando atmosfere di culture di altre aree del Mediterraneo e persino Una performance, la loro, particolarmente coinvolgente e di grande efficacia tecnica. E sempre dalla Sardegna il gruppo più longevo della scena isolana, i sassaresi Bertas che festeggiano i 50 anni di attività. I meno giovani ricorderanno il loro hit del 1967 (“Fatalità”) ma il gruppo ha poi differenziato le sue proposte con raffinate elaborazioni vocali, attenzione alla tradizione e alla forza della lingua sarda. A completare il cast degli artisti sul palco del teatro di Gorizia i Radio Zastava, formazione unica nel variegato panorama delle band di derivazione balcanica con i loro suoni onirici, furiosi, irriverenti ed eclettici. Allo spettacolo in teatro seguirà, la mattina di sabato 21 marzo su iniziativa dei soci del Circolo sardo di Gorizia, la messa a dimora di piante mediterranee, offerte dall’azienda florovivaistica sassarese Florgarden, a Sagrado nei pressi del cippo che ricorda il sacrificio dei fanti della Brigata Sassari. Non mancheranno le degustazioni di prodotti agroalimentari tipici della Sardegna messi a disposizione da diverse aziende sarde. Come pure la promozione della Sardegna attraverso la società Touristic Footprint che punta a un nuovo modo di fare vacanza nell’isola, proponendone cultura, tradizioni, patrimonio storico ambientale, ma privilegiando le zone meno note e i periodi dell’anno meno affollati. Assicurata la partecipazione agli eventi dei sindaci di Sassari, Siligo (paese natale di Maria Carta), di Sagrado e Gorizia e dei presidenti delle province di Sassari e Gorizia.

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