di Monica Mattana
“Francesco del Casino e l’esperienza dei murales di Orgosolo” è il nome dell’evento promosso dall’Associazione Culturale Sardi in Toscana in collaborazione con Parva Libraria. Sabato 31 gennaio, il maestro del Casino, con la partecipazione del prof. Alfredo Franchi, dell’architetto Pasqualina Musina e della Presidente dell’ACSIT, Fiorella Maisto, ha ripercorso le tappe che, negli anni Sessanta, lo hanno condotto dalla città natale di Siena alla Sardegna, nel piccolo paese di Orgosolo, cuore della Barbagia. Il tema del viaggio risulta fondamentale nell’esperienza dell’artista. Un viaggio reale, ma allo stesso tempo ideale, ispirato da numerosi artisti che del Casino incontra nel suo percorso: tra gli altri, Caravaggio e le gallerie d’arte a Firenze; le opere di Guttuso a Parma; Picasso, Léger, Cézanne e Van Gogh a Parigi. E poi il trasferimento in Sardegna, come insegnante di educazione artistica, in una realtà già ben descritta dal film “Banditi a Orgosolo” di Vittorio De Seta. Non solo banditismo: Orgosolo negli anni Sessanta è un centro politicamente attivo, scosso da profonde lotte interne. Denuncia, critica e coinvolgimento sociale sono elementi fondamentali dei murales, le cui raffigurazioni comunicano quelle profonde fratture politico-sociali in seno alla comunità orgolese. Come sottolinea Marco Fagioli, autore del libro “Francesco del Casino. Dipinti e sculture 1963 – 2004”, l’importanza dei murales di Orgoloso scaturisce proprio da una rivoluzione del linguaggio, piuttosto che dei contenuti, un elemento che rimanda alla lezione di Picasso. L’esperienza a Orgoloso, che costituisce un vero e proprio evento sociale, ha il suo culmine nel 1975, quando prevale il tema della Resistenza e i giovani allievi del maestro partecipano attivamente alla realizzazione dei murales. I temi politico-sociali e l’impegno civile caratterizzano fin dall’inizio le opere di del Casino: ne è un emblema il quadro del 1963 “Conversazione tra amici”, in cui spicca il giornale “Politica”, simbolo dei giovani cattolici fiorentini di quegli anni. Per lungo tempo si è dedicato allo studio della figura umana, ispirato da personaggi reali, vecchie foto, immagini nei quotidiani. Più matura, invece, l’esperienza della rappresentazione dei paesaggi, tra i quali il “Notturno a Orgosolo” del 1983 e il “Notturno senese” del 1999. E dopo il tema del viaggio, quello del ritorno. Francesco del Casino è tornato nella sua Siena e, nell’ambito della cooperativa Riuscita Sociale, si occupa di ceramica, dalla lavorazione alla decorazione dell’oggetto. Un progetto coraggioso, che compete col mondo dell’industria e dell’artigianato, e si avvale della collaborazione di ragazzi affetti da varie disabilità. Anche in questa nuova attività ciò che si evidenzia è un senso di umanità, la stessa che ha mosso l’artista sin dagli esordi, da quell’entusiasmo giovanile che lo ha contrapposto alla falsità, alle regole della moda e dei modelli sociali. Ciò che si afferma, quindi, è la volontà di riscoprire modelli autentici di umanità: i ragazzi della cooperativa rispondono a questa esigenza e, non solo, costituiscono una fonte di ispirazione per il loro maestro.