Uno scenario drammatico di morte e desolazione, ospedali dove mancano i supporti di base, una situazione igienico-sanitaria disastrosa e medici decimati dall’ebola. “In Sierra Leone si vive una situazione terribile con ospedali inadeguati ad affrontare una simile epidemia e costretti a chiudere e molti medici che sono morti”. E’ quello che ha trovato al suo arrivo in Sierra Leone il primario di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari Alessandra Napoleone, partita volontaria con Emergency per curare i malati di Ebola. “Per questo”, ha spiegato il medico a margine della conferenza stampa all’assessorato regionale alla Sanità sulla convenzione Regione-Federfarma, “e’ stato necessario costruire un nuovo ospedale dedicato alla patologia con cento posti letto con annesso laboratorio di biologia molecolare che consentiva diagnosi molto piu’ rapide”. Assieme a lei l’infermiera Rosa Argiolas, dell’Azienda ospedaliero universitaria, che ha spiegato di aver svolto soprattutto interventi legati alla formazione e alla prevenzione. L’assessore alla Sanita’ Luigi Arru ha espresso il suo plauso e la sua ammirazione per questi operatori sanitari che hanno messo a disposizione le proprie competenze in un Paese dove manca tutto e ha criticato “il clima che in Italia si e’ creato attorno alla malattia con forme di psicosi e atteggiamenti dettati dall’egoismo”.