ILLORAI: RIPRESE LE CAMPAGNE DI SCAVO NELLA NECROPOLI IN REGIONE MOLIA

Cristoforo Puddu alla Necropoli ipogeica preistorica di Molia-Illorai


di Cristoforo Puddu

L’eccezionale e casuale scoperta di una necropoli in regione Molia nel territorio di Illorai (SS), nel 1976, durante i lavori di sbancamento di una collinetta tufacea per la realizzazione della strada Ottana-Iscra-Benetutti (attuale SP 153 Borore-Olbia), riconducibile al periodo prenuragico di San Michele d’Ozieri, permette di attestare la presenza dell’uomo nel territorio sud-orientale del centro goceanino a partire dal Neolitico Recente (3800-2900 a.C.). All’epoca, nel 1976 e nel 1977-1978, furono effettuate due distinte e modeste campagne di scavi per conto della Soprintendenza ai Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro che rivelarono delle tombe uniche nel loro genere in Sardegna, con dromos, cioè corridoio, realizzate con tecnica perfetta e ottime linee architettoniche. Pareti, soffitti e pavimentazione delle domus, sono estesamente tinteggiati con un’ocra rosso brillante. Vi sono stati ritrovati vasellami, frammenti di ceramiche, di macine e corredo funerario costituito da utensili fittili. La necropoli di Molia a  richiama a confronto i noti monumenti maltesi di Taxin  e Al Saflieni.

Interessanti, negli anni, gli scritti e qualificati contributi della nota archeologa Giuseppa Tanda (si vedano, tra gli altri,  le considerazioni sul sito archeologico di Molia nella pubblicazione dei Quaderni bolotanesi n.6, 1980) e le preziose note contenute nella tesi di laurea della giovane archeologa illoraese Sara Mameli che hanno tenuto vivo l’interesse verso le domus de janas di Molia. Ora, a distanza di oltre trentacinque anni dagli ultimi scavi sono ripresi i lavori, sul finire del 2014, e per il biennio 2015-2016 sono programmate ulteriori indagini archeologiche. Le campagne di scavo, sotto la direzione scientifica della professoressa Tanda, sono state fortemente volute dal Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università degli Studi di Cagliari e dal Comune di Illorai. L’Amministrazione locale, con nuove scoperte, auspica di poter consolidare il già ricco patrimonio archeologico composto per l’età nuragica da ben 27 nuraghi monotorre e complessi, localizzati principalmente nel settore territoriale montano nord-occidentale, e per il periodo giudicale dal caratterizzante ed importante monumento di Pont’Etzu sul fiume Tirso, del secolo XIV e tradizionalmente attribuito ad Eleonora d’Arborea.

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