di Ilaria Muggianu Scano *
Vive a San Sperate in provincia di Cagliari con il marito e i loro tre figli: Cristina Caboni, col suo romanzo d’esordio “Il sentiero dei profumi” (Garzanti Editore), è l’autrice del momento. Dopo gli studi classici decide di lavorare nell’azienda di famiglia occupandosi della produzione del miele e principalmente della cura delle api regine. La sua passione più grande sono le rose, ne coltiva un’enorme quantità di specie. Il vero protagonista dei suoi libri, il profumo dei fiori, è ciò che l’accompagna da tutta la vita e per Cristina ha un significato dai mille risvolti a cui è legato l’universo emotivo di ogni persona: può essere il ricordo di un amore lontano, di un sogno mancato, di una strada da esplorare. Con la sua pacatezza, trasfonde il proprio universo poetico in un tipo letterario del tutto nuovo: la donna imbelle, sensibile e paziente protagonista del libro. Una figura in netta controtendenza con le eroine caparbie e risolute proposte da tanta letteratura odierna: Elena trova nel linguaggio dei fiori la propria cifra comunicativa. Attraverso la creazione di pregiate essenze trasmette quello che ha dentro e per riuscire a trovare il baricentro nel suo mondo silenzioso impiega i tempi propri della natura, le suggestioni misteriose delle infiorescenze primaverili; Elena capisce quanto possa essere vulnerabile l’animo umano nella precocità di un’emozione non ben formata. Non tragga in inganno la mitezza della giovane protagonista delle 400 pagine del romanzo: Elena è tutt’altro che una mesta orfanella, è la giovane donna che per riuscire ad esprimere il proprio mondo interiore lascia Firenze, la propria città, per trasferirsi a Parigi, dove si parla la sua lingua, non il francese, bensì quella dei fiori. Troverà la vera Elena non poggiandosi ad un amore ma tramite quello che in partenza è solo un talento che diverrà passione e, infine, sarà il suo lavoro. Una donna che sarà protagonista dei suoi giorni grazie a lavoro e dedizione e solo così riuscirà a esser una donna consapevole, pronta a far spazio ad un amore così come lo esige lei. Un’evoluzione psicologica prodigiosa e magistralmente descritta dalla penna elegante e fortunata di Cristina Caboni che dà origine, con il suo romanzo d’esordio, ad un vero caso editoriale. “Il Sentiero dei profumi” ha scatenato una vera e propria guerra tra le maggiori case editrici europee, davvero niente male per una neofita della letteratura che vive in un angolo di mondo onirico e bucolico, tra fiori, essenze e profumi così come la sua Elena. Ma com’è cambiata, se è cambiata, la vita di questa bellissima donna dai capelli rosso Tiziano e un volto dai colori irlandesi, dopo il successo planetario?
Com’è cambiato il suo rapporto con la lettura dopo la pubblicazione della sua opera, definita dalla critica un capolavoro? In realtà non è affatto cambiato. Leggo esattamente come prima, cioè di tutto e tutti i giorni. Da Donna Tartt, con il suo “Il Cardellino”, alla più recente Amy Gail Hansen e il suo “Il libro delle verità nascoste”. Da lettrice accanita ho un debole per i libri che parlano di libri, di librai, di mondi che gravitano intorno alla parola scritta. Una delle cose che mi è stata insegnata da bambina è che la lettura arricchisce, crea il pensiero, induce a riflessione, diverte, commuove, stimola l’anima. È una delle mie passioni più grandi.
Centinaia di migliaia di copie vendute in tutto il mondo. Che rapporto ha con i suoi lettori? Bellissimo. Ho una pagina Facebook Cristina Caboni-autrice, grazie alla quale posso avere un rapporto diretto con chiunque abbia voglia di scrivermi. I miei lettori mi raccontano di come il sentiero dei profumi abbia influito sulle loro vite, e questo mi riempie di orgoglio perché è molto più di ciò che credevo, che pensavo di fare.
In tanti conoscono l’appassionante epopea del suo libro, conteso dall’editoria che conta, e non solo quella italiana. Ciò che incuriosisce è invece il fatto che non la si trovi sui media a dettar legge su questo o quell’argomento, come spesso accade a chi azzecca un “tredici” letterario. Come mai tanta riservatezza Cristina? Paura della sovraesposizione? Per poter scrivere mi alzo all’alba, dopo divido il mio tempo con i miei tre figli adolescenti, mio marito, il lavoro di apicoltrice che è molto impegnativo. Ho anche un cane, un gatto e una casa che seguo insieme ai miei familiari. Mi resta giusto il tempo per le ricerche e per interagire con i mie lettori su facebook. Sono di fatto questi i canali che mi permettono di esprimermi più agevolmente.
Lo stile del suo romanzo è, per usare solo un termine: soave. Non per questo emozioni, vicende e drammi dei protagonisti son caratterizzati con meno mordente rispetto al registro pop più carnale e sanguigno. Un po’ come godere un bel brano di Jean Philippe Rameau dopo un concerto di musica House. Quanto c’è di intenzionale nella creazione di questa suggestione letteraria? Il sentiero dei profumi è nato così, una storia per tutti. Mi piacciono molto i libri dove il lettore ha tanto spazio. Immagino che siano state le mie preferenze in termini di lettura a guidarmi in questo senso.
* La Donna Sarda
Centinaia di migliaia di copie vendute in tutto il mondo.
Sono di fatto questi i canali che mi permettono di esprimermi più agevolmente.