SU COCCO, UN AMULETO CONTRO IL MALOCCHIO (S’OCRU MALU)


di Elena Maisola

Su cocco (conosciuto nella nostra terra anche come sabegia o pinnadeddu) è  un amuleto contro il malocchio, s’ocru malu. Diffuso nei paesi dell’interno è una sfera nera, di onice o di ossidiana, intrecciata a fili d’argento e talvolta a piccoli frammenti di corallo rosso. Il malocchio è lo sguardo cattivo che porta eventi negativi e a cancellarne gli effetti deve essere una pupilla buona. Un occhio cattivo, una pupilla buona. Un nesso così naturale, intuitivo eppure così intriso di magia. Solo i nostri avi sono in grado di rendere le cose intuitive tanto forti. Appeso nelle culle dei neonati, divenuto gioiello sul corsetto delle donne, deve essere lui a catturare l’attenzione, a distrarre in qualche modo dalla bellezza di chi lo indossa. Non d’oro deve essere circondata la pupilla, ma d’argento. Si credeva, infatti, che l’oro ne annullasse gli effetti positivi forse perchè l’elemento che cattura lo sguardo deve essere appunto la pupilla e non lo scintillio del metallo prezioso. Forse per mostrare la genuinità senza sfarzo, la povertà, la modestia che non deve generare invidia. Un gioiello modesto rispetto alle trame di filigrana indossate nei giorni di festa. Deve oscillare sulla culla, deve tintinnare allo scorrere delle dita per tenere desti gli spiriti benevoli e attirare su di sè quelli cattivi, ma deve anche essere discreto. Deve proteggere chi l’ha ricevuto in dono, solitamente dalla nonna, fino a rompersi al posto del cuore della persona protetta. Anche qui, come in tante cose che ho raccontato e racconterò della mia isola, è la donna il fulcro di tutto, del bene e del male in questo caso. La donna è oggetto, ma anche soggetto del malocchio. La donna porta il malocchio, ma è anche colei che ne è più esposta insieme ai figli. La donna regala gli amuleti, gli oggetti magici, la donna gestisce la vita e la morte.  Il malocchio porta via qualcosa, la bellezza, la salute, la fortuna. Su cocco è un gioiello, dunque prezioso, è bello da vedersi nel bianco candido delle culle o delle camicie delle donne, è semplice e genuino, è un dono disinterassato. Porta con sé tutto ciò che vorrebbero ci venisse portato via.

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