L’APERTURA PER LA MESSA IN SARDO E L’INCONTRO A ROMA TRA PAPA FRANCESCO E GLI EMIGRATI SARDI DELLA F.A.S.I.


di Vannalisa Manca *

Il desiderio è ormai diventato un sentimento comune, popolare: la celebrazione della santa messa nella parlata locale. Se ne discute da tempo all’interno della Chiesa sarda, e ora i tempi sembrano maturi. Sarà l’argomento all’attenzione dei vescovi della Conferenza episcopale sarda, ma già anche il Papa è rimasto affascinato da quel vento gentile arrivato dalla Sardegna. Adesso sarà la delegazione degli emigrati sardi a esprimere più profondamente questo appello. Domani mattina, infatti, il Pontefice riceverà i delegati della Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia. A San Pietro. Un incontro che avviene a pochi giorni dal convegno organizzato il 15-16 novembre a Oristano dal circolo culturale “Su Nuraghe” di Biella sul tema: “Pregare in sardo dentro e fuori dall’isola”. In quell’occasione il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità, ha scritto una lettera al vescovo metropolita di Oristano, monsignor Ignazio Sanna, nella quale si legge che «Papa Francesco rivolge il suo cordiale e beneaugurante saluto, esprimendo vivo apprezzamento per la lodevole iniziativa volta a riflettere sui valori tradizionali della cultura sarda». «Ci siamo mossi confortati dalla consapevolezza che il Papa, per esperienza sua e dei familiari, conosce la situazione di chi si trova in terra straniera in mezzo a parlanti un’altra lingua per loro “non materna”», dice Battista Saiu, originario di Pozzomaggiore, presidente del circolo di Biella, che ha ringraziato il Segretario di Stato. Da parte del Santo Padre non ci sarebbero preclusioni ad acconsentire che possa essere celebrata la liturgia in sardo, ma il problema concreto è fare testi decorosi in limba. La Conferenza episcopale sarda ha istituito due commissioni ad hoc per i testi, i canti e le preghiere, e per la traduzione di testi biblici. Intanto, il circolo di Biella sta inviando alle 622 parrocchie sarde e a tutti i Comuni della Sardegna il testo de “Sa Santa Missa” di Antoni Manca del 1895, un momento in cui la messa in quasi tutta l’isola veniva celebrata nelle parlate locali. Si descrive il rito, tramandando così l’uso della messa in sardo e donandole autorità e una sua specifica autonomia. 

* La Nuova Sardegna

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