Sarà in libreria per Natale, l’ultimo lavoro di Beppe Meloni, “Gli Eroi di Pietra”, che racconta, quasi come in “un taccuino di viaggio”, le vicissitudini della grande vicenda storico-archeologica, destinata a incidere profondamente sul percorso turistico culturale della Sardegna degli anni Duemila. La scoperta delle stature del villaggio nuragico di Mont’e Prama, sulle colline del Sinis, viene illustrata con una prosa ricca di sfumature sottili e intriganti, dove l’autore afferma che “questa straordinaria scoperta storico-scientifica di portata mondiale, sia in grado convogliare notevoli flussi di “turismo culturale” nel territorio e più in generale in Sardegna, da ogni angolo del mondo, con riflessi straordinariamente positivi sul movimento turistico sardo ed italiano, per i prossimi anni”. Non a caso, Meloni, profondo conoscitore della sua terra, insiste giustamente nel caldeggiare la creazione di una “cittadella nuragica” sul modello di quella messa in piedi a Barumini dallo studioso Giovanni Lilliu, proprio nell’area dove le statue sono venute alla luce e si batte, come è suo solito fare, per risvegliare le migliori energie attorno a un progetto che “se ben studiato e articolato, costituirà un grande passo avanti verso il risveglio socio-economico dell’oristanese, che ancora stenta faticosamente a sollevarsi dal grigiore di un anonimato senza fine, per imboccare finalmente la strada di un risveglio socio economico per troppo tempo promesso e sempre rinviato”. Perché, come Meloni ama spesso ripetere, “tra le nostre pagine di storia gloriosa, non c’è solo quella del Giudicato di Eleonora, a testimoniare un passato ricco di splendore. Altri traguardi e altri risultati sono stati mancati, negli anni tormentati del secondo dopoguerra e del post fascismo, da una città, un’area vasta e una provincia, spesso pigre e assenti, incapaci di raccogliere le sfide della modernità, confrontandosi con un mondo in continuo divenire”. Vicissitudini, che Meloni ha vissuto e analizzato spesso su fronti diversi, soprattutto nel sindacato bancario, che ha fondato in città nel lontano 1960, rivestendo poi a lungo incarichi nazionali di notevole importanza, ma è stata, successivamente, la passione per la “scrittura” a ricondurlo, da pensionato, a quel ruolo di giornalista di lungo corso, che lo ha riavvicinato alla sua vera passione, quello del raccontare fatti e personaggi di una città che non c’è più. Prima con le collaborazione a La Nuova Sardegna, poi a L’Unione Sarda, sempre sul tema del racconto e della storia di casa nostra e non tralasciando altri apporti col settimanale cattolico “L’Arborense” sotto la direzione di Giovanni Sechi, Giuseppe Pani e Marco Piras, congiuntamente ad altri impegni di lungo periodo, con “Sassari Sera”,” L’Almanacco di Cagliari”, il periodico “Librando” della casa editrice Carlo Delfino di Sassari, e i dieci numeri del “Diario di Santa Croce”, opuscolo curato e firmato da Meloni e distribuito gratuitamente per la sagra settembrina. Come scrittore, ha già dato alle stampe numerosi libri, tra cui i cinque volumi sulla Oristano del passato e la storia del Convitto Canopoleno di Sassari, dove Meloni è stato convittore durante gli anni dell’adolescenza, tra il fascismo e la guerra. Un’opera dove rende omaggio, non solo al fondatore del collegio turritano, Antonio Canopolo, arcivescovo di Arborea attorno al 1600 per circa un trentennio, ma anche a Giannino Martinez, avvocato di origini sassaresi, poi oristanese a tutto tondo e a lungo memoria storica della nostra città, oltre che amico e compagno di collegio. A ottant’anni suonati, Beppe Meloni con l’entusiasmo e la passione di sempre, ha raccolto il testimone di Martinez e racconta ancora lo scorrere lento di una città dai tempi lunghi, ricca di storia e di fascino, che si arricchisce di un altro capitolo con le vicende che raccontano le vicissitudini dei Giganti di Mont’e Prama, nel libro ”La Pietra e gli Eroi” tra cronaca e storia la scoperta archeologica del Sinis, in uscita per i Tascabili EPD’O, con presentazione di Luisanna Usai.
LA SCOPERTA DI MONT’E PRAMA RACCONTATA NELL’ULTIMO LIBRO DI BEPPE MELONI "LA PIETRA E GLI EROI"
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