MARRUBIU, VUOI FAR CONOSCERE LA TUA ARTE? COLLETTIVA AL MUSEO DEL PRETORIO DI IS BANGIUS

Dina Pala, Michele Deidda e le organizzatrici


di Gian Piero Pinna

Una splendida location, allestita in modo mirabile dalle tre volontarie, Tonina Atzori, Claudia Pascalis e Luisa Falqui, nello splendido scenario del Museo del Pretorio di Is Bangius, che dal 22 novembre, sino al 21 dicembre ospiterà una collettiva alla quale hanno aderito oltre una trentina di artisti del territorio. Sicuramente la collettiva d’arte, contribuirà a rendere ancora più suggestiva l’esposizione etnografica già presente nelle sale del museo. Madrina di eccezione la grande Dina Pala e il poliedrico Michele Deidda, che con una sua massima, stampata nel catalogo della mostra, ha fornito lo spunto per definire l’evento: “Il bello non ha bisogno di essere “urlato”, egli, poiché è armonia, ama la pacatezza, la misura, il sottovoce. Ama percorrere i sentieri della mente senza fretta, ma con slancio. È amore”.

All’inaugurazione della collettiva d’arte, il sindaco di Marrubiu Andrea Santucciu, ha avuto parole di vero elogio per le tre volontarie e per tutti coloro che hanno lavorato duramente per l’allestimento, annunciando anche che prossimamente ci saranno finanziamenti di una certa consistenza, che permetteranno di riprendere gli scavi nell’importante sito archeologico, che potrebbe costituire un forte richiamo, sia per la sua valenza storica e sia per quella archeologica. Infatti, nel Pretorium, dovettero sostare tutti i governatori che venivano in Sardegna, compreso Marco Claudio Quintillo, fratello dell’Imperatore Claudio il Gotico e suo successore come imperatore romano nel 275 d. C.

Il sindaco Santucciu, ha sottolineato anche che: “Visto l’impegno che ci hanno messo i volontari nell’allestire gli spazi del museo, questo va sicuramente mantenuto. Ci sarà, è vero, una mostra multimediale dei reperti archeologici, ma nulla ci vieta di affiancare a questa, altre mostre tipo quella attuale e siccome i volontari si sono dimostrati talmente bravi nell’organizzarla e sono stati oltremodo anche lungimiranti e creativi, il che non guasta, potrebbe essere loro affidato anche questo compito”.

Su come è nata l’idea dell’allestimento museale, ce ne ha parlato Claudia Pascalis, spiegandoci che: “Circa un mese fa, abbiamo inaugurato la Mostra etnografica, dopo un lungo anno di lavoro e per dar maggiore visibilità alla raccolta etnografica, abbiamo avuto l’idea di organizzare negli stessi locali una collettiva d’arte. A Marrubiu era da anni che non si teneva una mostra simile. Nell’arco di due settimane, siamo riusciti a contattare tantissimi artisti, che hanno risposto orgogliosi di poter partecipare. Sono in tutto trentacinque artisti, provenienti da tutta la Sardegna, alcuni anche molto conosciuti come la terralbese Dina Pala,  notissima artista dell’arte contemporanea e fondatrice del Fluitismo, ma ci sono anche alcuni artisti oristanesi come Navarino, Barresi e Curreli”. Per quanto riguarda l’allestimento etnografico, invece, ha sottolineato che “tutti i reperti ricoprono un arco temporale che vanno dal 1900 al 1950, procurati con tanto voglia e amore. Abbiamo bussato a casa di tutti i marrubiesi e chiesto se ci li prestavano e in tanti hanno risposto con entusiasmo. I reperti non sono stati donati, ma prestati temporaneamente. Prima dell’allestimento museale, abbiamo deciso di realizzare un percorso tematico, infatti, in ogni sala viene sviluppato un tema, c’è quella dell’agricoltura, della vendemmia, del telaio, dei costumi, dei giochi, abbiamo riprodotto la tipica cucina sarda, il salotto e riproposto anche l’antica bottega”. Continuando a illustrare l’allestimento dell’esposizione etnografica, Claudia Pascalis ha sottolineato che i sei volontari,  singolarmente si sono occupati, di sviluppare i temi loro assegnati, ma il tutto è stato possibile grazie anche alla fattiva collaborazione dei privati, che hanno prestato le loro collezioni e all’Amministrazione comunale, che ha incoraggiato fattivamente le organizzatrici, sostenendole in ogni momento.

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Un commento

  1. Peccato, se l’avessi saputo prima mi sarei proposto con la mia mostra etnografica “Sardegna anni ’70 – Genti di Torpè e dintorni”.
    Magari ne possiamo parlare per l’anno prossimo. Vedi link
    http://www.ferdinandolonghi.com/sardegna-anni-70-genti-di-torpè-e-dintorni/
    http://www.ferdinandolonghi.com/stampe-fine-art-by-digigraphie-sardegna-anni-70/

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