di Alberto Banchero
Le storie che attraversano il tempo, così come le persone che le hanno vissute, sono la memoria storica di tutta una comunità. A volte si è orgogliosi di poterle ricordare, altre volte si fa di tutto per dimenticarle. Come spesso accade basta la vista di un oggetto, o la domanda di un bambino all’adulto di “turno” per far sì che ritornino prepotentemente alla luce del sole risvegliando gioie e dolori che i protagonisti di un tempo vissero. La storia scritta a quattro mani da Carmen Salis, poetessa, scrittrice e giornalista, e da Ivan Murgana, giornalista e scrittore, è una di queste. Sa Levadora “La maestra di parto in sardo”, storia vera che narra le vicende di PietrinaMurtas nota Ajaja, che poco più che bambina compie istintivamente la scelta che la segnerà per tutta la vita. Lavoratrice nella miniera di Bugerru, decide di assistere nel parto una sua collega, emarginata dall’intera comunità, che partorirà un figlio illegittimo, frutto di uno stupro. Riuscirà nell’ardua impresa di far nascere il piccolo, salvandolo da morte certa, e questo evento, nel bene e nel male, accompagnerà tutta la sua esistenza. La storia attraversa quasi un secolo della nostra isola. Dalle prime lotte dei minatori di Bugerru terminate con l’uccisione di tre lavoratori da parte dell’esercito, alla complessa sopravvivenza quotidiana del mondo rurale. I quattro matrimoni e il continuo girovagare attraverso tre comunità, Baressa, Terralba e Ussaramanna percorrono quasi un secolo della sua lunga vita. Dicerie e malelingue l’accompagneranno per tutta la sua esistenza, ma il suo incedere a testa alta e la consapevolezza dell’importanza della sua professione, faranno di lei una donna libera da schemi e binari allora quasi invalicabili.
Carmen azzardiamo: Ajaja paladina della causa femminile Paladina no. Ma piuttosto sostenitrice della sua stessa libertà. Credo che Pietrina abbia dato una dimostrazione forte di come ci si debba rispettare vivendo appieno, e senza lasciarsi condizionare dai pregiudizi, la propria vita. Sono convinta che Donne come lei ce ne siano state tante, per questo è giusto parlarne: nella loro semplicità e normalità sono di grande esempio.
Il suo mestiere le ha dato quell’autorevolezza per confrontarsi alla pari con gli uomini Forse. Ma in realtà Pietrina conquistava le persone con la sua semplicità, con la sua schiettezza, con il suo sapersi donare senza chiedere nulla in cambio.
Dava anche consigli sulla vita sessuale alle sue amiche. Dava consigli su come vivere seguendo il proprio cuore e il proprio istinto. Come dovrebbero fare le madri, le sorelle, le nonne, senza quei condizionamenti imposti dalla società.
Aiutare a mettere al mondo i figli degli altri è stata la leva della sua fierezza. Lo fece inizialmente per amore nei confronti della sua amica, lasciata sola perché gli altri si vergognavano della creatura che portava in grembo. Poi continuò perché le veniva naturale accogliere la vita: era una cosa che aveva imparato a fare presto e ne era fiera, certo. Forse fu proprio quello l’inizio della sua libertà: fece quello che sentiva nonostante intorno si levassero cori diversi.
Ivan, Invidia per una donna con tanto coraggio Pietrina è l’ esempio di quello che erano le nostre nonne. Incarna la figura della donna che, un po’ in tutta l’Isola, lavorava nei campi contribuendo al sostentamento della famiglia, e trovava il tempo per crescere i tanti figli che spesso animavano le case dell’epoca. Sa Levadora ha un coraggio da fare invidia a tanti uomini, non si piega dinnanzi alle dure prove a cui la vita la sottopone, e ha sempre la forza per aiutare chi bussa alla sua porta.
Ivan, dicerie e maldicenze allora come oggi. Forse non come allora, però ancora oggi, se ci pensiamo bene, spesso siamo condizionati dai pregiudizi figli dei pettegolezzi che sentiamo in giro.
Ivan, Scrivere prevalentemente di un mondo femminile da un uomo. Il compito di uno scrittore che ha intenzione di raccontare una storia, è quello di svestire i propri panni per entrare il più possibile in sintonia con il personaggio che intende caratterizzare. In questo modo, si può parlare con la massima veridicità dei sentimenti e delle paure di un bambino, di un anziano o di una donna, pur essendo un uomo ancora giovane.
Ivan, Le quattro mani non sempre sono semplici ma il risultato e straordinario. Le quattro mani non sempre sono semplici ma il risultato e straordinario. Uniformare il modo di scrivere, in modo da presentare al lettore un’opera omogenea, può richiedere diversi tentativi. Come nell’amore, il riuscire a scrivere quasi allo stesso modo utilizzando un registro linguistico comune, è una questione di chimica. È stata un’esperienza straordinaria, e per questo ringrazio Carmen: sono bastate le prime pagine scritte insieme per assicurarmi che, per raccontare questa incredibile storia, non avrei potuto scegliere compagna di viaggio migliore. Noi ci abbiamo provato, ma se il risultato è stato raggiunto lo lasciamo decidere ai lettori.