di Roberta Pilia
Sabato 27 settembre, Il Prof. Massimo Onofri ha raccontato agli ospiti della Colonia libera di Renens-CH, un Garibaldi meno conosciuto ai più. Visto il davvero grande successo della serata, il mito di Garibaldi è un mito che non solo resiste e porta con eleganza i suoi oltre 150 anni, ma continua a “unificare” italiani, che molti non sardi erano presenti: dal Nord al Sud, senza dimenticare l’altra grande isola protagonista delle gesta eroiche del nostro protagonista, la Sicilia, più volte citata dal relatore, alla Liguria, altro luogo emblematico delle gesta garibaldine. La Federazione dei Circoli sardi in Svizzera che ha proposto e patrocinato la conferenza era presente sia con il suo Presidente, sig. Antonio MURA che con la sua vice Presidentessa Lorenzina Zuddas.
Non si tratterrà qui di ri-raccontare il nostro eroe dei due mondi: per questo si rimanda agli studi del relatore, ma di trasmettere l’atmosfera di un evento riuscito, con lo scoop in più, sicuramente non dimenticheremo qualche aneddoto che ci rendono ancora più umano, più sardo? il nostro carismatico eroe: chi dei presenti non ha sorriso all’idea di un Garibaldi che si è registrato all’anagrafe di La Maddalena come agricoltore, o all’uso sistematico dei suoi ritratti, quasi dei selfies di oggi…
Certo che, se il nostro eroe nazionale, dopo tanto viaggiare e vedere scelse la Sardegna per il suo posarsi, motivi devono essercene stati! E come non condividerli e non provare addirittura un leggero sentimento di invidia di fronte a tanta bellezza, ad una natura che ancora oggi lascia senza fiato…
Quando si prepara un evento al Nuraghe, personalmente sono soggetta a momenti di euforia-panico-stress dovuti all’aspettativa del successo e della riuscita, nonché del lavoro necessario. Perché, diciamolo ancora una volta, nei Circoli si lavora e non poco: prima, molto prima e dopo. Si spendono, e non sarebbe possibile altrimenti, tempo, denaro, energie e talvolta anche qualche chiarimento in famiglia, quando la dolce metà non è sarda genuina, come da me…
Appena fissate le date delle manifestazioni, personalmente, incomincio ad attivare la mia rete di conoscenze, amicizie, amicizie delle amicizie, sapendo anche che generalmente, una serata al Nuraghe è un successo anche dal punto di vista sociale: ci si ritrova per ridere, per commuoversi, per ripassare, per imparare: “Non conosco niente della storia italiana, da sempre vivo qui, allora sono andata a cercarlo su internet Garibaldi… ”. Quale soddisfazione più grande?
E se poi una di queste amicizie ti dice: “Conosco il nipote di Garibaldi, potrebbe essere reciprocamente interessante no?”, -Interessante??? – Ti sembra di aver realizzato davvero uno scoop… Al di là del significato mondano, storico della presenza del Sig. Francesco GARIBALDI custode e diffusore dell’eredità del nostro eroe, della sua famigliola col piccolo Giuseppe, del loro voler condividere con noi un momento fondamentale della storia d’Italia, quello che conta davvero è la vitalità del Circolo, la sua versatilità, il desiderio di proporre la Sardegna “in tutte le sue salse”, di andare oltre gli stereotipi di un Circolo, della stessa Sardegna… aprirsi, diffondersi, “servirsi “delle potenzialità del direttivo, dei soci, metterle a disposizione …
Per non parlare poi di quanti ci hanno cantato la famosissima filastrocca garibaldina, con la promessa di cantarla con tutte le vocali aiutati da un bel bicchiere di cannonau, dopo… già, perché al Nuraghe, c’è sempre un dopo e se Garibaldi “ha fatto” l’Italia, la cena a base di malloreddus e prodotti sardi “dell’appustisi/dopo”, hanno davvero contribuito a riunire gli italiani presenti, anche senza la mitica camicia rossa.