del Tenente Colonnello Marco Mele
Primo volo a Herat per il “Bramor”, sistema sperimentale mini Unmanned Aircraft System (UAS) di nuova generazione in dotazione al contingente italiano in Afghanistan, sviluppato per contrastare la minaccia degli ordigni esplosivi improvvisati, rafforzare le misure di protezione dei convogli lungo gli assi stradali e acquisire le informazioni necessarie alla pianificazione delle operazioni sul terreno. Il “battesimo dell’aria” del drone, la cui sperimentazione operativa è stata affidata ai militari dell’Esercito della Task Force “Genio”, è avvenuto sopra la zona aeroportuale della base “Camp Arena” con un volo della durata di 45 minuti ad una quota di 100 metri d’altezza. Il “Bramor” dell’Esercito, pilotato da personale del 41° reggimento “Cordenons”, ha un’apertura alare di 2,30 metri, un peso complessivo di poco superiore ai 4 chilogrammi ed un’autonomia di volo di circa 3 ore. Può essere equipaggiato con una telecamera ad alta risoluzione con capacità di osservazione tramite filmati in tempo reale oppure con una fotocamera capace di sviluppare prodotti cartografici tridimensionali. E’ la prima volta che in un teatro operativo gli assetti del genio dispongono di sistemi UAS dedicati ed integrati nell’ambito della propria struttura.