LA SARDEGNA TORNA IN EUROPA. RENATO SORU DA RECORD CON 180MILA VOTI: DENTRO ANCHE GIULIA MOI E SALVATORE CICU

Renato Soru


La Sardegna torna in Europa e lo fa passando dalla porta principale (cioé senza aspettare dimissioni o rinunce di altri eletti). Renato Soru è stato eletto al Parlamento europeo con 182.753 voti, 141.814 le preferenze raccolte in Sardegna e 40.939 in Sicilia. Un risultato che fa dell’ex presidente della Regione il quinto candidato più votato d’Italia. Record che permette al Partito democratico, anche in Sardegna, di registrare un clamoroso successo. Il Pd si attesta al 38,7% (107.892 voti), il Movimento 5 stelle al 30,5% (85.649), Forza Italia al 16,4% (43.853), L’altra Europa con Tsipras al 4,1% (11.591), il Nuovo centrodestra al 2,6% (8.195), Fratelli d’Italia al 3,5% (9.137), la Lega Nord all’1,3% (3.553), Scelta europea allo 0,9% (2.655), l’Idv all’1,2% (3.305), i Verdi allo 0,4% (1.079) e Io cambio allo 0,1% (292). Ma il record isolano diventa storico se si guarda al numero degli eletti. Oltre a Soru, infatti, la Sardegna piazza altri due consiglieri:  Giulia Moi è seconda nella lista di Grillo davanti – per una manciata di voti: 62.540 a 62.069 – a Nicola Marini e si appresta a diventare europarlamentare. Fatta anche per Salvatore Cicu, che pur all’interno di un voto non felicissimo per Forza Italia, con le sue 51mila preferenze è secondo. L’ex sottosegretario va alla conta con Marini: a decidere sarà la ripartizione dei seggi, se il M5S riuscirà a prenderne tre a Strasburgo andrà Marini, altrimenti toccherà a Cicu. Comunque vada, per la Sardegna in Europa è già un successo. L’exploit di Soru e l’elezione di altri due europdeputati segnano il ritorno diretto dei candidati sardi a Strasburgo dopo 25 anni: l’ultimo a riuscirci era stato il sardista Mario Melis. A Soru sono già arrivati, via Facebook, gli auguri del presidente della Regione Francesco Pigliaru: “Complimenti a Renato Soru, che ha fatto il pieno dei voti e che farà benissimo in Europa”. Alto il tasso di astensione nell’Isola, dove ha votato circa il 42% del 1.407.105 aventi diritto (684.386 uomini e 722.719 donne): un dato basso, il più basso in Italia, ma sostanzialmente in linea con quello di cinque anni fa (40,9%), quando si votò in due giorni. A Sassari il miglior risultato (poco sopra il 45%), a Nuoro il peggiore (34,57%). Cagliari non è andata oltre il 41,85; meglio hanno fatto il Medio Campidano (44,12%) e l’Ogliastra (44,24%). In fondo alla classifica Carbonia Iglesias (35,68), Oristano (36,17%) e Olbia Tempio (35%). Erano complessivamente, nelle varie liste della Circoscrizione unica Sicilia-Sardegna, 19 i candidati sardi (erano stati 20 nella precedente competizione) alla ricerca di un posto nell’Europarlamento. Si trattava di Renato Soru per il Pd, Salvatore Cicu e Antonella Chiavacci per Fi, Simone Testoni e Salvatore Deidda per Fdi; Giommaria Uggias, Michele Azara e Maria Pia Zonca per l’Idv; Elena Ledda e Simona Lobina per L’altra Europa con Tsipras; Maria Cristina Pusceddu per Verdi Europei Green Italia; Maddalena Calia e Angela Scarpa per il Nuovo centrodestra-Udc; Mauro Morlè e Mirko Valenti per la Lega Nord; Anna Maria Busia (unica capolista) e Mario Carboni per Scelta Europea.

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4 commenti

  1. Maurizio Solinas

    Vivissime congratulazioni e buon lavoro.

  2. Mi dispiace ma non scordo chi ha portato immondizia a pochi metri da casa mia. Mi stupisco come invece in molti lo abbiano fatto

  3. Con Soru la Sardegna può veramente sperare di avere voce in Europa. Non è leccazampe di nessuno e, soprattutto, ha sempre combattuto per i Sardi, anche quando questi gli hanno voltato le spalle non credendo alla sua politica in favore esclusivamente dell’isola.

  4. Maurizio Solinas

    Mi spaventano i rifiuti sotto casa ma ancor più la percentuale dei votanti, il 42%, la più bassa d’Italia. Una bruttissima immagine: quella dei rinunciatari! Meno si partecipa meno contiamo, più prestiamo il fianco agli opportunisti e approfittatori, così avremo sempre più rifiuti sotto casa. Onore alle donne che sono state più partecipi degli uomini. Già si sa: quando l’economia va male, sono sempre loro che si muovono per prime grazie all’istinto di sopravvivenza verso i figli. Anche questo è un segnale che dovrebbe far meditare, soprattutto gli uomini.

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