Il Canonico Giovanni Spano nella sua Guida della città di Cagliari (ed. A. Timon 1861), commentando la definizione del Palazzo Madama di Torino (detto “Scala senza Palazzo”), esplicitò il palazzo Brondo – Zapata di Castello, un “Portone senza Palazzo”, giacche il suo breve e semplice prospetto sulla piazzetta Lamarmora è nobilitato solo dal grande architettonico portale. ” A man sinistra avvi la casa Brondo oggi Zapata. Ha un gran portone in marmo con bella architettura, ed è curiosa l’iscrizione che ha sopra ANTONIVS BRONDO ET RVEGAS COMES SERRAMANNAE VETERES ET ANGVSTAS AEDES IN PALATVUM PRODVXIT ET EREXIT ANNO DOMINI MDCXXII” Con lo stemma araldico di Antonio Brondo y Ruecas. Prima di uscire dal Castello per la porta dell’Aquila (Palazzo Boyl) che porta al teatro Civico e a Via Università, tra Via Genovesi e via Lamarmora, anticamente conosciuta come “Strada Dritta”, nella piazzetta omonima (come già affermato sopra), si trova a destra , una casa con un bel portale ornato di colonne di forma un po stravagante e di gusto spagnoleggiante; qualcuno ha affermato che quel portale, fosse accesso al palazzo del marchese Zapata, e anche nel teatro Civico, sbagliando, naturalmente perché è un portone “muto”, che non porta da nessuna parte. L’ingresso che portava al teatro era in via Genovesi. Il portale, in questione, è sovrastato da un timpano recante lo stemma del Marchese di Villacidro, Francesco Lussorio Brondo e da una lastra marmorea dedicata al conte Antonio Brondo di Serramanna. Il portale “è congegnato come una quinta architettonica cui la fuga prospettica della via Genovesi dà particolare risalto” (Ing. Ingegno).Inserito da alte colonne doriche, attorniate da dadi quadrangolari e terminanti in mascheroni a protomi leonine, è sormontato da un architrave e da un cartiglio recante una lunga iscrizione commemorativa in latino di cui sopra. Al centro del timpano spezzato si trova lo stemma marmoreo della famiglia, sormontato dalla colonna marchionale.II portale d’accesso al Palazzo Zapata, si dice imitato all’omologo ubicato nel collegio dei gesuiti del rione Balbi a Genova. Le colonne laterali rifasciate, sebbene anticipino alcuni motivi introdotti nel XVIII secolo dai progettisti piemontesi, testimoniano la maestria di un’interpretazione iconografica comune a diversi artisti attivi in quel periodo nell’Italia settentrionale. Don Antonio Brondo era un uomo generoso per aver lasciato, nel suo testamento redatto il 16 agosto 1624, Lire Sarde 10.000 alla Regia Universitaria degli Studi e per aver costruito il palazzo Brondo – Zapata di Via Genovesi, collocato tra il palazzo De Candia e il Teatro Civico. “Il Palazzo senza facciata” (è questo il nome dato all’edificio Brondo – Zapata, uno degli edifici storici di maggior rilievo di Castello), è contraddistinto da finestre inquadrate da cornici a timpano triangolare, di ispirazione tardo – rinascimentale, attribuibile ad un capomastro locale, data l’interpretazione vernacolare dei disegni e gli errati rapporti proporzionali delle due parti. Nel 1991, il portone Brondo è stato restaurato dalla Sip – Direzione Regionale Sardegna, con il contributo della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della provincia di Cagliari e Oristano e il Comitato perla Tuteladi Castello.Chi era Don Antonio Brondo?Antonio era figlio di Tomaso Brondo y Orrù, e Caterina De Ruecas (figlia di Monserrato De Ruecas, Tesoriere del Regno di Sardegna), che il 15 ottobre 1595 ricevette l’investitura delle ville di Villacidro e Serramanna, come figlio ed erede legittimo, dal padre Giovanni Gerolamo Brondo. Tomaso Brondo morì a Cagliari il 28 agosto 1611, e Antonio ne ereditò i feudi. Il 5 settembre 1629 diventò Marchese di Villacidro perché Re Filippo IV di Spagna elevò la contea a Marchesato. In prime nozze si unì in matrimonio donna Francesca Zapata y Zapata, figlia di don Giuseppe Zapata y Cisneros e di donna Eleonora Zapata y de Castelvì, baroni di Las Plassas.Donna Francesca Brondo y Zapata cessò di vivere dando alla luce una bambina il 17 gennaio 1605. Don Antonio Brondo y de Ruecas il 18 novembre 1612 si risposò con Elena Gualbes y Zuñiga, nubile di Cagliari, figlia di Don Luis Gualbes y Bellit, Barone di Joyosa Guarda, e di Caterina Zuñiga.Don Antonio Brondo y De Ruecas morì presumibilmente nel 1630 come si può supporre dal fatto che il 5 dicembre 1629 Donna Elena Brondo Gualbes, Marchesa di Villacidro, in nome e come procuratore del marito Don Antonio Brondo acquistòla Planargiadi Bosa, per 128.081 lire sarde.
IL PORTONE SENZA PALAZZO: FU REALIZZATO PER VOLERE DEL CONTE ANTONIO BRONDO DI SERRAMANNA
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UN INTERESSANTE ARTICOLO SUL PORTONE SENZA PALAZZO, UBICATO TRA VIA GENOVESI E VIA LA MARMORA, A FIANCO DEL PALAZZO BOYL , COSTRUITO DA ANTONIO BRONDO. DA RAGOZZO ERO SOLITO PASSARE E NON MI ERO MAI ACCORTO CHE IL PORTONE NON PORTAVA DA NESSUNA PARTE. PRATICAMENTE E’ UN PORTONE CIECO.