BALLO SARDO, MEMORIA STORICA: ELEMENTO FONDAMENTALE DI SOCIALIZZAZIONE


di Lino Dore

Fin dall’apparizione dell’uomo il ballo era fondamentale nella vita delle comunità; utilizzato in tutte le ricorrenze, era elemento di socializzazione quando un popolo celebrava se stesso condividendo valori, sentimenti e stati d’animo. La Sardegna è oggi la regione che più di altre ha mantenuto vive in Italia le tradizioni ritmiche e armoniche del ballo etnico, dove, soprattutto nelle sue zone interne (Barbagia, Barigadu, Baronia, Goceano, Mandrolisai, Marghine e Montiferru) è presente in tutte le manifestazioni sia domestiche che pubbliche. Il ballo sardo rappresenta un documento di grande interesse antropologico ed etnocoreutico, differente dalle danze presenti in altri punti della penisola italiana. Si colloca fra le danze mediterranee che hanno conservato una funzione curativa e purificatrice, perché la ripetizione di strutture e passi, i frenetici movimenti dei corpi e la serietà con la quale vengono eseguiti, denotano la sua natura sacrale ed estatica. Nella società tradizionale sarda, ad economia agro pastorale, quindi culturalmente conservatrice, i ritmi della vita erano scanditi dalle scadenze cicliche del sistema produttivo e le feste rappresentavano momenti di pausa dal lavoro, dove la danza era considerata divertimento collettivo, fattore di socializzazione in tutte le occasioni cerimoniali sia civili che religiose. Il ballo sardo, affonda le sue radici nell’età nuragica, immortalato in un vaso risalente alla “cultura di Ozieri” che lo riproduce e un bronzetto che raffigura seduto, un suonatore mentre soffia dentro uno strumento a tre canne, reperto archeologico rinvenuto a Ittiri e datato VIII/VII sec. a.C.. Gli antichi attribuivano al ballo proprietà magiche, riti propiziatori che potevano influire su natura, dei e spiriti, quindi si eseguivano in diverse occasioni, esistevano danze dedicate ad ogni aspetto della vita, d’amore, di guerra, per il raccolto e proprio queste ultime venivano eseguite per influenzare i fenomeni naturali, mentre in diversi balli si trovano passi riconducibili a simboli magici, come la stella, la croce e la ruota. Alcuni studiosi si sono spinti ad attribuire al ballo sardo oltre al valore magico, quello di vera orgia erotico-sessuale e mimico-musicale propiziatrice d’amore, altri invece vi intravvedevano una reminiscenza del culto di Adone, attraverso ritmiche cantilene malinconiche e riti orgiastici, alla cui base sembra esserci il culto fallico fecondatore di provenienza greca, comune in tutti i paesi d’influenza bizantina. Suddiviso praticamente in due grandi famiglie dalle differenze evidenti, si distingue in ballo rituale ed erotico, ma a ben guardare sembrerebbe non esistere un unico ballo sardo(su ballu sardu) ma tanti quanti sono i paesi, le zone, le circostanze e addirittura i ballerini, fortemente influenzato persino dalle diverse civiltà che si sono succedute in Sardegna. Tali manifestazioni appartenenti al folclore, in linea di massima, si svolgevano nelle piazze a ridosso delle chiese o nelle immediate vicinanze di quelle campestri, ove la disposizione in cerchio dei danzatori, in evidente connessione al culto pagano del fuoco, i particolari movimenti delle gambe, l’atteggiamento solenne, le modalità, le regole di partecipazione e gli strumenti utilizzati per accompagnare la danza, attribuivano al ballo caratteri ancestrali e valore sacrale che la chiesa cattolica da subito ha tentato di contrastare, ritenendole eredità pagana, contrarie alle regole cristiane, pur riconoscendo al tradizionale ballo popolare enorme importanza nella società sarda. Coloro che oggi assistono a queste manifestazioni relegate nel folclore ma che parlano un linguaggio antico, sconosciuto a molti anche nati in questa isola, avvertono quell’atmosfera che li accompagna e li avvolge e che spinge spettatori e ballerini in una dimensione che ancora sa di magico, di mistico e profano, e anche coloro che ne ignoravano l’esistenza riescono a percepire, trascinandoli in viaggio nel tempo a rivivere sensazioni latenti sempre presenti in ognuno di noi.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. ajo’ a ballare su ballu Sardu!!!

  2. Il ballo sardo è una storia magica in Sardegna, abbraccia dalla Gallura al Campidano di cagliari.
    Iniziò mio padre ,nei primi anni 50,a divulgare il folk .Iee ireneo Ledda, santa giusta .poi figlio Salvatore. Ledda.maestro di ballo sardo.siamo rimasti fermi nel tempo 20 anni .dal 1980 al 2000.poi si è ripreso,grazie anche alle scuole di ballo sardo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *