di Maria Adelasia Divona
“Siamo sardi, tutti appartenenti a questa terra: siamo sardi che aiutano altri sardi”. Questo ha detto il Gen. Manlio Scopigno nel raccontare l’intervento dei suoi Sassarini sin dai primi attimi dell’alluvione che ha colpito Olbia e nei due mesi successivi. Un abbraccio lungo un giorno, e ricambiato con affetto e lunghi applausi dalla popolazione olbiese e dalle parole del Sindaco Giovannelli, che ha fortemente voluto che fosse la sua città a tributare il riconoscimento e il ringraziamento in occasione dei festeggiamenti della Festa di Corpo della Brigata Sassari nel 96° anniversario della Battaglia dei Tre Monti sull’altopiano di Asiago. “Olbia non dimentica, e vi ringrazia di cuore” ha detto il Sindaco, che ha ricordato come la presenza della Brigata abbia riportato tranquillità e pace nella sua città, augurandosi che possa fare altrettanto nel martoriato territorio afghano teatro dell’imminente missione.
Tutti schierati nello Stadio Caocci, i Reggimenti della Brigata agli ordini del vice comandante Col. Maurizio Sulig: il 151°, il 152°, il Terzo Bersaglieri di Teulada, il 5°Genio Guastatori di Macomer e il Reparto Comando e Supporti Tattici, insieme ai labari delle associazioni d’arma e ai gonfaloni dei comuni di Sassari, Cagliari, Tempio, Macomer, Sinnai, Olbia e Selargius. Di fronte a loro tantissimi olbiesi e molti altri sardi, le massime autorità civili e militari della Sardegna, nonché l’Ordinario Militare Mons. Vincenzo Pelvi, il Comandante del II FOD Gen. Vincenzo Lops, il Capo di Stato Maggiore Gen. Claudio Graziano e il Ministro della Difesa Mario Mauro.
Il Gen. Scopigno ha preso la parola per primo, esordendo con un “salute e trigu” e un ricordo per tutti i caduti della Brigata e per le loro famiglie. Ha rilanciato quello che è stata l’esortazione di un anonimo sassarino nel libro del Ten. Graziani “Fanterie sarde all’ombra del tricolore”: Immoi che semus nos…e per non far torto a sa limba l’ha declinata anche in logudorese: Como che semus nois. “Adesso ci siamo noi” dice il Comandante “è l’essenza del soldato sassarino”, e richiama tutti gli episodi in cui questa affermazione ha caratterizzato i teatri in cui la “Sassari” ha operato negli ultimi anni: da Jakova, in Kossovo, alle porte di un monastero assediato da banditi, quando i nostri soldati si presentarono ai monaci con “Here we are”, a Nassiriya, all’Afghanistan ad Olbia ogni volta e sempre “Como che semus nois”. Il Comandante ha raccontato dei volti segnati dalla fatica dei suoi soldati e che, nonostante tutto, portano sempre nei loro sguardi la rassicurazione della loro fedeltà e della loro presenza al suo fianco all’urlo di Forza Paris.
L’intervento del Gen. Graziano è un ricordo della storia della “Sassari”: la Battaglia dei Tre Monti, la storia delle pluridecorate bandiere di guerra del 151°, del 152° e del Terzo Bersaglieri, la ricostituzione della Brigata in anni recenti e la partecipazione alle missioni internazionali. Riconosce il legame secolare tra la Brigata e la nostra popolazione, e il ruolo che i Sardi hanno svolto per la difesa della Patria pagando un prezzo incredibile in termini di vite umane, che ha rafforzato il patriottismo e il carattere della Brigata Sassari che si rispecchia nelle virtù civiche del popolo sardo. Il Gen. Graziano ha affermato di contare sui nostri soldati per la transizione dell’Afghanistan, anche e soprattutto alla luce delle prossime elezioni di aprile che rendono la situazione più critica. Per questo li ha invitati a mantenere un’attenzione costante alla situazione per preservare la propria incolumità, e a continuare nell’addestramento costante che, insieme alla forza d’animo e allo spirito di corpo, li sosterrà nei sei mesi di missione.
Il Ministro Mauro, con i suoi due interventi stupisce perché mostra una vicinanza sincera alla nostra Brigata. Ricorda come i nostri militari siano impegnati a restituire capacità e responsabilità agli afghani, in un clima di lotte interne e divisioni tra i clan. Richiama il “ci siamo noi” del Gen. Scopigno, e lo inquadra nell’ottica di interposizione che ci viene richiesta dalle disposizioni internazionali e dal mandato costituzionale: un “mettersi di mezzo” con il cuore e con la forza per aiutare a ritrovare la via della pace un paese così lontano da noi con la motivazione che quel conflitto incide anche sulla nostra sicurezza e sulla nostra qualità della vita. Elenca, a questo proposito, i danni causati dal mancato intervento delle forze internazionali in altri contesti, in particolare gli 8.000 morti di Srebrenica e gli 800 mila morti del Ruanda. Laddove i soldati della nostra Brigata sono intervenuti, hanno testimoniato l’amore per la Patria e per il popolo sardo sposando con coraggio e speranza le sorti delle popolazioni che sono andati a supportare. Così è stato in Afghanistan: al primo arrivo solo 80 mila ragazzi potevano studiare: oggi ci sono 9 milioni di studenti di cui il 40% sono donne, che vanno all’università e che ora possono sedere nel parlamento afghano. Si augura, il Ministro, che il nostro Forza Paris diventi il motto anche per il sistema paese, aggiungendo che quel pezzo di Dimonios che recita “sa fide nostra no la pagat dinari” rappresenta tangibilmente qualcosa che davvero lo Stato non potrà mai ripagare ai Sassarini: il cuore della Sardegna e dei Sardi che già un secolo fa hanno avuto il coraggio di interporsi per il bene della Patria al grido “se sei italiano parla sardo”, testimonianza del legame che l’Isola ha sempre avuto con l’Italia.
Al termine del suo intervento, il ministro Mauro ha consegnato la Croce d’oro al merito dell’Esercito al Colonnello Francesco Bruno, 51° Comandante del 151° Reggimento Fanteria Sassari, per il servizio reso nel 2009 quando comandava da Tenente Colonnello il 151° a Bala Murghab. Questa la motivazione del riconoscimento: “Comandante di battaglione impegnato nel teatro operativo afghano, evidenziava non comune coraggio ed eccellenti doti organizzative. Nel corso di un’operazione manteneva con tenacia e ardimento la posizione ove era situato il proprio posto comando e, seppur ingaggiato dal fuoco di numerosi insorti presenti nell’area, resisteva con audacia all’azione avversaria, costringendo le forze ostili al ritiro. Magnifica figura di ufficiale, contribuiva al successo della missione dando lustro all’Esercito italiano nel contesto internazionale”.
Il ministro ha poi ripreso le fila del suo discorso durante la presentazione del libro del Gen. Bruno Stano (35° comandante della Brigata Sassari) e del Colonnello Francesco Maria Ceravolo (già sottocapo di Stato Maggiore operativo della Brigata “Sassari”) intitolato “La Brigata Sassari e i 20 anni dell’Italia nelle missioni di pace). Il libro racconta delle missioni e dei protagonisti dell’ultimo ventennio (Bosnia, Albania, Kosovo, Macedonia, Iraq e Afghanistan), in cui i Sassarini hanno sempre mostrato di essere “istiga de cudd’antiga zente”. Su di loro si sofferma la riflessione del Ministro Mauro, e sulle vicende umane degli uomini e delle donne rilevando come tutto lo sforzo compiuto dal nostro esercito negli interventi nei teatri internazionali rappresenti solo la cornice in cui si è dipanata la storia individuale dei soldati che nel corso di 100 anni di storia della nostra Brigata hanno raccontato avvenimenti e episodi semplici ed emozionanti, pieni di amore e di misericordia, e che rivivono nel ricordo di uomini come Gallo, La Rosa e Ficucello che per il loro impegno e i loro valori hanno messo in gioco la propria esistenza.
L’abbraccio dei Sassarini ad Olbia si è poi concluso con un concerto itinerante della Banda della Brigata diretta dal M.llo Atzeni lungo le vie della città. La Banda resterà in patria per contribuire alle celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, ma il Comando Brigata e i reparti del 152° Reggimento e del 5° Genio Guastatori sono in partenza da qui al 14 febbraio. I nostri Sassarini sono pronti, motivati e carichi. Saranno per noi degli emigrati speciali, che terremo affettuosamente d’occhio. Li seguiremo su Tottus in Pari durante tutta la missione, dedicando loro lo spazio che meritano. Per ora non ci resta che abbracciarli tutti col pensiero, gridando col loro Forza Paris!