Si è conclusa la 19ma rassegna del presepe artigianale e artistico di Bovolone. L’evento in origine era una piccolissima raccolta di presepi creati da appassionati della zona, ma con il tempo, il passaparola e soprattutto il grande lavoro della Proloco così dal 2000 (l’allora presidente Luigino Massagrande aveva dato una svolta nell’ organizzazione della mostra) la rassegna è diventata sempre più importante, tanto da essere inserita nella “Strada dei Presepi della Regione Veneto”.
La mostra dei presepi, come ricorda Gianni Trentini (Consigliere della Proloco e tra i primi a promuovere la rassegna), non è solo un fatto puramente religioso, ma è anche mettere assieme culture diverse e moderne che interpretino un evento di 2000 anni fa. Sono esposti presepi provenienti da tutta Italia e dall’estero. Artigiani, scultori, pittori prestano le loro creazioni per la mostra annuale. Se espongono l’anno successivo, il presepe è nuovo e diverso. La rassegna quindi è in continua evoluzione e costituisce un importante punto d’ incontro tra realtà anche molto lontane tra loro. La prerogativa della mostra è la varietà. A Bovolone è nata addirittura un’accademia di amatori, con un corso presepistico per insegnare a costruire i presepi partendo da materiali poveri.
E nella cittadina di Bovolone, gemellata con Sinnai, non poteva certo mancare il presepe sardo, grazie all’Associazione “Sebastiano Satta” di Verona. Sempre in prima linea quando si tratta di scambi culturali e promozione delle particolarità territoriali, i sardi partecipano alla rassegna del presepe artigianale di Bovolone ormai da tre anni. Il tema che Salvatore Pau e Gianni Lucato (autori de “Natività nella zona di Bosa”, questo il titolo per il Natale 2013) hanno voluto sviluppare è quello del gemellaggio: lo scorso anno, la natività era, infatti, ambientata a Sinnai. Con Bosa e il suo inconfondibile castello dei Malaspina, il presepe sardo vuole essere di buon auspicio all’imminente gemellaggio tra Bosa appunto e Nogara, altra cittadina del veronese. Le statuette artigianali, create e dipinte a mano, provengono dalla zona di Nuoro. Per la grotta, è stato utilizzato del sughero. Un piccolo ulivo a destra e uno alla sinistra fanno da cornice alla Sacra Famiglia, con un nuraghe ai piedi del castello che illumina la scena, grazie ad una luce calda e soffusa al suo interno. La rassegna del presepe artigianale dall’inaugurazione del 7 dicembre 2013 a oggi ha contato numerosissimi visitatori, molti provenienti da altre cittadine che a loro volta organizzano mostre simili: i presepi sono richiestissimi per scambi e prestiti fuori provincia e regione. Anche “Natività nella zona di Bosa” pare essere conteso almeno da tre proloco fuori dal Veneto, saranno gli organizzatori a decidere dove l’opera sarà prestata per prima.
La rassegna è resa ancora più particolare quest’anno perché accompagnata da due mini-mostre: la collezione delle Madonne Bambine, una rarità, gentilmente prestata dal vedovo della signora Luisanna Bistaffa, che raccolse e restaurò da quando era molto giovane; l’altra, è una collezione di Natività provenienti da tutto il mondo: Egitto, Bolivia (dove la grotta è sostituita da due mani aperte), Kenia, Gran Bretagna (rarissimo trovare qualcosa riguardante il Natale da terra inglese), Guinea, Cile (creata dentro ad un nido), Perù, Paraguay.
La Natività all’ingresso della Chiesa di San Biagio che ospita la rassegna e l’Adorazione dei Magi che si può ammirare sull’altare sono create con statuine d’inizio 1900, restaurate dalla Proloco. Lo stesso Trentini, nel suo “Natività in Africa” ha utilizzato delle statuine provenienti dalla Nigeria, il muro della particolare grotta è ricavato dallo schienale di una vecchia poltrona. Sì, perché questi presepi sono costruiti utilizzando tantissimo materiale riciclato. Pietra, ferro battuto, cartongesso, polistirolo, ma anche cartone, plastica, barattoli e tutto ciò che potrebbe finire nella differenziata è diventato materia prima per i presepi creati dalle scuole della zona, un’ottima opportunità per insegnare ai bambini l’importanza di non sprecare.
E ancora: “Aspettando il Natale”, creazione vicina di postazione al presepe sardo, è una rappresentazione della tipica casa della metà del 1900 nelle campagne veronesi. Il quadro di Luigi Rossi è invece realizzato interamente con stuzzicadenti. Le natività di Asparetto (VR), sono di legno intarsiato. Alcuni presepi sono realizzati con oggetti inconsueti, come vecchi televisori al posto della grotta. La “Madonna tra gli angeli” è un trittico del defunto prof. Ferrarese, antico e finemente dipinto in oro zecchino. La natività in barca, omaggio a tutti coloro che cercano fortuna attraversando le acque del Mediterraneo, di Cinzia Momi, è realizzata utilizzando una foglia di cocco come imbarcazione, l’opera si chiama “Speranza”. “Pane di Vita” vede la natività in un sacco di juta, con farina e pane alla base, simbolicamente ciclo di vita. Alcuni presepi hanno ambientazione tipicamente popolare, come quelli provenienti dalla Sicilia e da Napoli, altri sono di stile palestinese. Molto belli anche i numerosi diorami, presepi ammirabili attraverso una cornice con vetro, dove la caratteristica principale è la prospettiva curata nei minimi dettagli. E ancora, la Natività in Ebano, due statue bifacciali con motivi religiosi su entrambi i lati.
Gli Amici del Presepio della Proloco di Bovolone hanno realizzato un presepe di stile palestinese, grande e di sicuro effetto, utilizzando statuine siciliane molto antiche. Anche quest’opera partirà presto per nuove mostre.
Di certo, la rassegna è una bella vetrina sul mondo per tutti gli artigiani che hanno prestato le loro creazioni e chissà che “Natività nella zona di Bosa” non aiuti a far nascere il gemellaggio con Nogara … sotto una buona stella!