Nel 2013, la dimensione della crisi, ha assunto i contorni del vero e proprio dramma e anche il 2014, si presenta con un pesante fardello sul versante degli strumenti passivi
di politica del lavoro. Secondo le stime dell’ Assessorato regionale del Lavoro, durante l’anno scorso ben 15.463 lavoratori hanno presentato istanza per il riconoscimento della mobilità in deroga, mentre 12.763 lavoratori, dipendenti da 2.171 imprese, che nel corso del 2013 hanno dichiarato lo stato di crisi e sono stati ammessi a godere della CIG. Di questa vasta platea, realmente indennizzati risultano per la mobilità 4.622 lavoratori, mentre sono in attesa del sussidio in 10.841. L’importo liquidato è di € 64.221.334 e mancano all’appello 102milioni circa. Sul fronte CIG, sono stati liquidati assegni a 9.324 lavoratori per un totale di 76.098.422 euro. Restano da indennizzare 3.439 dipendenti per un importo di 20.175.304.
In buona sostanza mancano per l’anno 2013, ancora 123.000.000 di euro che il Governo, dovrà trasferire alla Regione nell’immediato futuro. In risposta alle insistenti azioni di lotta, portate avanti dal sindacato sardo, la Regione ha provveduto
ad istituire un proprio capitolo di spesa, pari a 52 milioni, tutt’ora giacenti presso le casse regionali, che potranno essere utilizzati non appena verrà completato il relativo iter burocratico. Inutile sottolineare i ritardi che risultano ormai ingiustificabili. Per l’anno che inizia, non si registra al momento alcuna inversione di tendenza. Gli effetti della crisi, non paiono attenuarsi e gli indicatori macro economici, dicono che si avrà ancora un lungo periodo di difficoltà. In questa situazione si deve prevedere che il numero di persone coinvolte negli ammortizzatori in deroga, sarà più o meno prossimo ai valori del 2013. Oltre i 120 milioni di euro, per una parte del 2013, i sindacati dovranno sollecitare stanziamenti pari a 250 milioni di euro. Fino a questo momento, alla luce dei provvedimenti nazionali in essere, alla Sardegna, potranno essere assegnati risorse per un importo prossimo ai 100milioni. Residuano quindi finanziamenti per 270 milioni. Tale condizione, in assenza di politiche virtuose per rilanciare lo sviluppo e il lavoro, imporrà un’agenda d’impegni rilevanti sul fronte della mobilitazione regionale e soprattutto nei confronti del sistema nazionale. Questa emergenza, infatti, potrà essere affrontata con tavolo specifico a carattere nazionale.