di Massimiliano Perlato
"Lo Statuto dell’Autonomia sarda: la storia di ieri e le idee di oggi". Questo il tema del convegno organizzato dall’Associazione culturale sarda "Amedeo Nazzari" di Bareggio-Cornaredo in occasione della dodicesima "Festa della Sardegna" presso il Centro Sportivo "Pertini" di Cornaredo. Hanno portato i saluti Franco Saddi, presidente del sodalizio di casa, e i sindaci di Bareggio (Monica Gibillini, appena eletta) e di Cornaredo (Pompilio Crivellone). Il poeta Gianfranco Brusasca ha proposto una riflessione iniziale sulla "poesia come generatrice di civiltà" ed ha citato la "Guida letteraria della provincia di Pavia", scritta dal sardo-pavese Paolo Pulina, facendo suo il concetto lì espresso che "il federalista Cattaneo, profondo conoscitore dei problemi della Sardegna, è un nome simbolo che può fungere da trait d’union fra due riflessioni d’impronta regionale e regionalistica, quella lombarda e quella sarda".
Nel primo intervento Tonino Mulas, presidente della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), ha ricostruito le vicende che portarono, 60 anni fa (in un clima politico nazionale che ha fatto sentire i suoi condizionamenti), all’ approvazione dello Statuto speciale, cioè della Carta fondamentale capace, almeno nelle intenzioni, di garantire autonomia e di favorire il superamento dell’arretratezza economica e sociale della Sardegna,causata anche dall’insularità. Dal 26 febbraio 1948, giorno in cui lo Statuto venne promulgato con una Legge Costituzionale, all’isola veniva concesso il potere di legiferare in maniera esclusiva su materie specifiche. Mulas ha ricordato i personaggi che hanno rivendicato e ottenuto l’Autonomia. Per il presente e soprattutto per il futuro dello Statuto Mulas si è riferito alle tesi contenute nel recente libro del prof. Gianmario Demuro (docente di Diritto Costituzionale alla Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari) "L’Autonomia positiva – Proposte per un nuovo Statuto della Sardegna". Il relatore ha anche introdotto il tema del federalismo fiscale, ovvero la possibilità per le Regioni e per gli enti locali (Province e Comuni) di "trattenere" in loco, per investimenti autonomi, una percentuale molto più alta di quella attuale delle risorse introitate dallo Stato, attraverso la leva fiscale, in un determinato territorio.
Il secondo relatore, proprio il citato prof. Demuro, ha presentato idee nuove in tema di autonomia e di "specialità", che vanno viste sempre nell’ottica dell’Unione europea. Lo Statuto a questo deve servire, nella sua essenza: a fare in modo che la Sardegna diventi finalmente competitiva, sia cioè in grado di fare meglio, rispetto alle altre Regioni in tutti i settori (economico, sociale e culturale) e soprattutto nel campo della scuola e della sanità.
Per il terzo relatore, il prof. Alessandro Mangia, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università Cattolica di Piacenza, lo Statuto della Sardegna e gli altri Statuti, approvati in una Italia da poco uscita dalla guerra, cercarono di dare una sistemazione alla situazione delle Regioni di confine (Valle d’Aosta; Friuli-Venezia Giulia; Trentino-Alto Adige) e dell’altra isola, la Sicilia. Per Mangia, che collabora alla redazione dello Statuto autonomo della Regione Lombardia, uno Statuto regionale deve dare le coordinate per nuove forme di contrattazione e quindi di rapporto tra lo Stato e il sistema delle autonomie locali, nell’ambito degli ineludibili vincoli comunitari. Nello Statuto devono essere regolamentate non solo le modalità per la sua revisione e la sua attuazione ma anche le possibilità di finanziamento ( federalismo fiscale).
Massimo Dadea, assessore agli Affari Generali della Regione Sardegna, ha affermato che la Regione sarda è da alcuni anni (dopo decenni di immobilismo politico) impegnata al massimo per raggiungere l’obiettivo di aggiornare, di riscrivere, uno Statuto ormai inadeguato rispetto alle esigenze della società e dell’economia di oggi. E’ necessario soprattutto rivendicare, non maggiori risorse economiche, ma maggiori poteri e più sovranità, per avere più capacità decisionale nel "governare" lo sviluppo della Regione. La collaborazione del mondo degli emigrati è fondamentale per proseguire un cammino d’integrazione anche a livello europeo e nel quadro di una globalizzazione sempre più reale.
Massimiliano Perlato
Buongiorno,
il giorno 11 maggio io mi trovavo fra il pubblico che ha assistito a questo convegno.1948/2008
Ho trovato molto interessanti le argomentazioni trattate di diversi ospiti e, in particolare, condivido pienamente quanto detto dal professor Mangia.
Se all’inizio l’intento dello statuto doveva essere quello di facilitare l’integrazione delle regioni di confine, ora sarebbe necessario evolvere ponendosi obiettivi di sviluppo e crescita.
Spero che queste iniziative riescano a diffondere il messaggio e che tramite questo si riesca a capire quanto sia importante una riforma di questo Statuto, ormai piuttosto obsoleto.
Resto in attesa di prendere parte ad altri eventi di questo tipo e rinnovo il mio interesse per l’argomento.
Buona giornata,
Ignazio.
L’Associazione “Amedeo Nazzari” è molto orgogliosa del successo riscosso da questo convegno.
Noi, come associazione, cerchiamo sempre, nel nostro piccolo, di portare alla luce tutte le problematiche inerenti le difficoltà di sviluppo che l’economia e la società sarda riscontrano quotidianamente.
Uno strumento a supporto di questa attività sono proprio questi convegni, ai quali prendono parte sempre personaggi di un certo spessore.
Infatti cerchiamo sempre di avvalerci di professori universitari, di personaggi politici delle realtà locali (che poi sono quelli che meglio possono capire le difficoltà quotidiane), di scrittori, di giornalisti, ecc….
Questo perchè crediamo fermamente che attraverso una comunicazione persistente e duratura si possa dare uno stimolo all’azione. Azione che poi porterà al miglioramento delle condizioni dell’economia sarda.
Ovviamente questo da solo non è sufficiente, noi però pensiamo che questo possa comunque servire per creare almeno una coscienza comune, base dalla quale partire per intraprendere qualsiasi direzione che abbia come destinazione lo sviluppo.
La maggiore autonomia dell’isola è un prezioso alleato che può e deve essere sfruttato affinchè la Sardegna venga scoperta non solo da un punto di vista prettamente turistico estivo, ma anche come una vera e propria risorsa sulla quale investire, capace, a sua volta, di generare ulteriori risorse. Fermo restando che il turismo è la principale fonte di guadagno dell’isola e che, come tale, deve continuamente essere nutrito e supportato perchè continui a generare reddito.
Siamo contenti degli apprezzamenti ricevuti riguardanti il convegno e siamo, quindi, ulteriormente stimolati a portare avanti la nostra attività con fervore sempre maggiore, cercando di dare alla Sardegna una visibilità a 360°, valorizzando tutto quanto c’è di positivo e portando in evidenza il lavoro che invece c’è ancora da fare per migliorare.
Speriamo inoltre di coinvolgere quante più persone possibili e rimaniamo sempre a disposizione per accogliere chiunque voglia mostrare interesse per questi argomenti.
Vorremmo infine approfittare di questo spazio per ringraziare tutti coloro i quali hanno reso possibile l’organizzazione di questo evento e della 12a Festa dei Sardi in toto.
Un caro saluto,
Franco Saddi
info@amicidellasardegna.com
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