di Annalisa Atzori
Il seminario di sabato 30 novembre (vedi TIP nr. 485 e nr. 486), è stato estremamente costruttivo anche nella sezione del dibattito. Infatti, tutte le autorità ospiti hanno fatto un intervento, a confermare quanto importanti siano i gemellaggi, dal punto sardo e del “gemello” veronese.
Aldo Aledda, moderatore, sottolinea che la Sebastiano Satta in 30 anni è stata al servizio della Sardegna, con scambi culturali, economici, favorendo quello che è “il petrolio della Sardegna”, il turismo e si pone una domanda: qual è il futuro dei circoli sardi? In quale direzione dovranno andare per continuare a vivere? Le Associazioni nel mondo sono in crisi, sono guidate da modelli vecchi, i dirigenti hanno una certa età, i giovani cercano strutture associative diverse. Bisogna prendere atto che i tempi sono cambiati. Finora c’è sempre stata una scissione tra lavoro e tempo libero, ora è diverso rispetto un tempo. Bisogna individuare una domanda di volontariato che possa avere delle ricadute professionali per i giovani, che dia un occhio di riguardo agli eventuali sbocchi lavorativi di chi presta la sua opera per le associazioni.
Quindi, quale futuro per le Associazioni?
Interviene Serafina Mascia, presidente della FASI. La rete dei circoli sardi è stata chiamata ad agire in prima linea per l’emergenza in Sardegna, per tutti l’impegno è sentito e ognuno vuole fare qualcosa di utile e porta l’esempio del circolo di Padova, dove lei vive. I giovani universitari (tra i quali ci sono parecchi sardi, anche se sono sempre difficilmente contattabili dal circolo), tramite Facebook, si sono dati appuntamento al circolo sardo … per portare il loro aiuto! Il giorno 19 al circolo di Padova sono arrivati dei ragazzi che mai si erano visti in sede, tutti fortemente motivati a fare qualcosa di concreto per la loro terra. Ecco, i circoli sono anche questo: un luogo dove riunirsi per organizzarsi. I giovani sardi-padovani hanno preparato il loro piano d’i intervento, la conferenza stampa che ne parlava si è svolta in contemporanea con il seminario di Verona.
Serafina Mascia prosegue parlando degli emigrati sardi, spesso la loro alta formazione va “sprecata” perché vengono impiegati in ambiti completamente diversi. All’estero, da sempre, non mancano i circoli di emigrati sardi, veneti e friulani! Poi, gli emigrati di ritorno hanno portato in Sardegna la cultura imprenditoriale, hanno aperto attività economiche una volta tornati nel paese di origine. Molti hanno riscoperto l’orgoglio delle proprie origini e hanno fatto in qualche modo pubblicità della loro isola, hanno portato gli amici stranieri in Sardegna per le vacanze. Nelle associazioni sono cambiate le modalità per tenere unite tutte le attività, ma la base dell’associazionismo è rimasto: come mantenere un legame con le origini pur essendo lontani.
Vent’anni fa, la Sebastiano Satta ha portato i prodotti sardi sulle piazze veronesi, inaugurando l’iniziativa che era la “Settimana Sarda”. Sono stati i precursori di ciò che si progetta per il futuro: mettere le proprie competenze al servizio della terra d’origine, della sua promozione.
I gemellaggi aiutano nel superamento dei pregiudizi, sono incontri di comunità. Molti sardi si riscoprono tali una volta che sono fuori dall’isola.
Ilaria Tomezzoli, assessore alla cultura e alla scuola del comune di Castelnuovo del Garda (in procinto di “gemellarsi” con Osilo), dice che loro sono alla prima esperienza come gemellaggio, anche se hanno fatto importanti collaborazioni con altri 21 comuni italiani che portano il nome di “Castelnuovo” e che hanno partecipato ad un convegno internazionale sulle donne, con 7 partner stranieri: Castelnuovo del Garda era l’unico partner italiano all’evento, una bella responsabilità. Insomma è fiduciosa che dal gemellaggio possa arrivare molto di buono.
Il Sindaco di Osilo Giovanni Manca prende la parola ponendo l’accento su alcune critiche che però rispecchiano la realtà. Si è tanto puntato il dito contro le sagre, le feste di paese in Sardegna, che secondo qualcuno dovrebbero lasciare il posto (e il denaro che viene impiegato) ad iniziative più concrete, al risanamento di strutture fatiscenti ad esempio. Manca non è d’accordo su questo, perché le sagre rappresentano un grande sforzo per mantenere vive le tradizioni. Ad Osilo, dove la tradizione equestre è radicata nelle origini del paese, esiste una giostra equestre che costa non più di 20.000 euro ogni anno, come organizzazione. I cavalieri di Osilo erano citati tra i domatori di cavalli più bravi e famosi, fin dall’antichità. Purtroppo in Sardegna tutti parlano di turismo, ma sono uno contro l’altro, c’è un enorme sperpero di denaro e risorse, tutti sono soli, non c’è unione. Tutto è disorganizzato, non c’è un’unica cabina di regia. Secondo Manca, in Sardegna si è bravi a produrre ma non a commercializzare. Porta l’esempio del pecorino di Osilo, che tutti vendono tranne proprio i cittadini di Osilo. Questo paese a soli 8 km da Sassari non ha zone di crescita edilizia, il centro storico è pressoché disabitato. E parla di come l’amministrazione comunale si sia impegnata a risolvere questo problema: improvvisandosi agenzia immobiliare e “copiando” il bell’esempio di un comune calabrese, Osilo fa da tramite tra chi vuole vendere e chi comprare, garantendo prezzi equi e favorendo il ripopolamento del paese. Il loro piccolo contributo alla rinascita di Osilo. Pensare che, come ricorda Aldo Aledda, Osilo fosse famoso per essere patria delle donne più belle di tutta la Sardegna!
Luciano Mirandola (sindaco di Nogara, futuro gemellaggio con Bosa), porta ad esempio il sistema che ha utilizzato per valorizzare il territorio, unico e con tante tipicità. A Nogara ci sono riso, ville venete, scarsa densità di popolazione. Hanno coniugato l’ospitalità veneta con i prodotti del luogo. Per Mirandola, i gemellaggi sono meno televisione e più rapporto con la gente. Con altri piccoli paesi italiani, per promuovere il prodotto di zone poco conosciute, hanno creato un “paniere” di prodotti rigorosamente italiani, da vendere insieme, su internet, per raggiungere il mercato internazionale. L’idea sembra funzionare, soprattutto sotto le festività. Mirandola, riallacciandosi al tema delle sagre, aggiunge che non sono solo un fatto turistico, ma un vero e proprio motore di economia.
Arianna Puggioni (figlia di Pasquale e famosa “quasi per caso” essendo finita sul Sole 24 ore per una foto un po’ aggressiva che la ritraeva rasata a zero, in mimetica, con il fucile in mano … ma questa è un’altra storia!) racconta la sua esperienza di circa un anno in Nuova Zelanda. Non ha trovato l’associazione dei sardi là ma … in una piccola isola è arrivata ad un ristorante con la bandiera dei quattro mori … quei sardi lontani da casa portano i valori della loro terra e per Arianna è stato un grande onore conoscerli, essere di origine sarda un valore aggiunto. Per lei, i gemellaggi sono un capitale sociale, da investire al meglio. In Nuova Zelanda, dove non c’è un granché come storia, monumenti ecc. si sono inventati di promuovere un piccolo paese mettendo all’inizio dello stesso una grandissima bottiglia di plastica: qui infatti si produce una bevanda al limone che pare essere particolarmente apprezzata! Praticamente, promuovono tutto ciò che hanno, anche se sembra essere nulla. E noi, in Italia e in Sardegna, con un capitale di bellezze naturali e architettoniche da far invidia a chiunque, non siamo capaci di fare turismo?
Aldo Aledda ricorda che all’estero i sardi sono conosciuti per essere “malos unidos”. Infatti, lo diceva Carlo V, i sardi sono: pocos, locos y malos unidos! A volte questi luoghi comuni nascondono delle verità e a volte sono verità scomode.
Il Sindaco di Zevio (gemellato con Arborea) ringrazia pubblicamente Marco Pinna della Proloco di Arborea e ora anche assessore, e aggiunge che i gemellaggi dovrebbero portare a valorizzare il territorio, magari partendo proprio dall’enogastronomia.
Franco Rancan, presidente del Bacino Imbrifero dell’Adige, racconta come il gemellaggio “quasi per caso” fatto con il Bin Taloro abbia portato in brevissimo tempo ad una movimentazione di artigiani, di scuole, di una popolazione intera insomma. Giovanna Busia, del Bin Taloro, ricorda come l’acqua, bene prezioso per la sua terra, si sia trasformata in apocalisse a novembre e di come tutti si stiano rimboccando le maniche per ricostruire.
Infine Pasquale Puggioni dell’associazione Satta, colpito dalle molte telefonate di persone che gli chiedevano come potesse essere successo ciò che tutti abbiamo visto in Sardegna con l’alluvione,
propone un tema da sviluppare in un futuro seminario: un approfondimento sulla struttura del terreno in Sardegna, sui luoghi dove non si dovrebbe mai costruire, su quello che invece si continua a fare, perché se come sotto il Monte Ortobene, si costruisce dove prima c’era il letto di un fiume, prima o poi la natura rivendica i suoi spazi. Forse potrebbe essere un modo per sensibilizzare chi firma autorizzazioni senza conoscere il proprio territorio.
Ora non mi resta che ringraziare lo staff di cucina per il lauto pranzo: Annalisa Cucco, Renato Olivo e Salvatore Pau.
BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO 2014 DAL
CIRCOLO SARDEGNA DI MONZA-CONCOREZZO-VIMERCATE –
Nella speranza che la nascita di Gesù Bambino porti gioia e serenità a tutti, donando pace a tutta l’umanità, offrendoci la volontà di perdonare, riempiendo i nostri cuori di amore. Auguri di Buon Natale e Buon anno 2014!!!!
con affetto