di Annalisa Atzori
Prima di dare seguito agli interventi avvenuti al seminario di sabato 30 novembre (vedi TIP nr. 485), è doveroso ringraziare Salvatore Pau il progettista e costruttore della tavola rotonda, costatagli decine e decine di telefonate e contatti a volte annosi e spesso deludenti. Già sapete che non è facile smuovere i politici, se poi sardi sono ancora più difficili. Riprendiamo il filo conduttore con la presentazione del progetto www.isoledisardegna.it da parte di Pierluigi Erculiani, responsabile del settore turistico per l’Associazione Sebastiano Satta e per parecchi anni collaboratore di Meridiana.
Isoledisardegna vuole essere, gioco di parole, un’alternativa all’isolamento. Vuole sviscerare le potenzialità dei territori da un punto di vista turistico. La Sardegna di fatto non è mai stata unita nel presentarsi al mondo. A occhi esterni appare, o così appariva negli anni scorsi, come un grosso investimento fatto in Gallura. In sostanza, la Sardegna è per i più la Costa Smeralda. Tutti i progetti passati di destagionalizzazione non sono stati incisivi.
Erculiani con il suo progetto di promozione vuole mettere in luce i territori. E’, di fatto, un “work in progess”, perché si tratta di un lavoro da fare assieme ai partner: i vettori aerei e marittimi, le agenzie di viaggio, gli autonoleggi. Ad esempio, il turismo enogastronomico è già un passo verso la segmentazione dell’offerta.
Isoledisardegna nasce dalla sintesi del Seminario sul Turismo Sostenibile tenutosi a Sinnai. Un valido aiuto è stato dato, anche, dal questionario esteso alle agenzie di viaggio e compilato dai clienti (circa il 10% dei turisti si muove tramite un tour operator). Le agenzie di viaggio hanno nel web un fortissimo concorrente. Si è quindi percepito il bisogno di sviluppare la visibilità e il potere contrattuale degli attori di questo progetto, bisogna fare sistema, creare una squadra.
Di qui, la consapevolezza che le piccole strutture non hanno formazione ed informazione. Il piccolo bed and breakfast non riesce ad entrare da solo nella grande distribuzione.
Gli spunti interessanti venuti dal convegno di Sinnai e Arborea in fase di attento sviluppo sono stati parecchi. Innanzitutto, il turista non è da spennare … Poi, fare un “pacchetto viaggio” non è fare semplicemente la somma aritmetica di costo del trasporto più costo dell’albergo: bisogna aggiungere un fattore determinante, la capacità attrattiva.
Necessaria la formazione di chi è nel settore del turismo: chi non conosce la propria terra non potrà mai presentarla e promuoverla degnamente. Molti sardi non conoscono le spiagge che hanno a due passi da casa … oppure non le sanno valorizzare.
Altro punto importante, bisogna accettare il fatto che se si riscontra un problema, quale che esso sia, bisogna essere i primi a mettersi in moto per risolverlo, nessuno farà il lavoro al posto nostro. E nel momento in cui i trasporti diventano competitivi come prezzi, l’alibi della Sardegna poco raggiungibile e quindi isolata non regge più, si devono affrontare i problemi reali.
Isoledisardegna vuole promuovere aree circoscritte che hanno ampia stagionalità di apertura. Le strutture minori a gestione familiare. Vuole fare un marketing territoriale. Rendere attrattivo il territorio con quello che possiamo definire “marketing porta a porta”, frutto del passaparola. Isoledisardegna non è il Comune, ma il territorio. Entra nella logica dello sviluppo dell’ospitalità, accogliendo tutte le strutture non visibili alla grande distribuzione.
Un esempio evidente si può vedere in Trentino Alto Adige: l’offerta è differenziata, non solo hotel di lusso, ma anche un’infinità di bed and breakfast, affittacamere ecc per raggiungere tutti i segmenti del mercato, tutti i target di clienti.
Per promuovere il turismo in questo modo, bisogna tener presente i segmenti sensibili del turismo, intercettare le tendenze.
Ecco che isoledisardegna traccia la strada: i gemellaggi sono un punto di partenza. Si vuole creare un “format” all’interno del sito internet dei comuni gemellati che sia un richiamo turistico, rivolgere il sito istituzionale non solo al cittadino, ma anche al turista. Il turista è infatti “l’ospite che resta a casa tua, per un certo periodo, e lo devi accompagnare a visitare il tuo territorio”. Erculiani dice che tutte queste informazioni devono essere “facilmente linkabili”, ossia chi vi capita anche per caso, deve tramite internet avere accesso facilmente alle informazioni, che portano ad altre informazioni e così via.
Isoledisardegna si rivolge a segmenti specifici: turismo sportivo (trekking, cicloturismo ecc), turismo enogastronomico, MICE (settore meeting, incentive, congressi, eventi).
Sono stati creati i cosiddetti week-up: periodi mensili con tariffe da tour operator, a disposizione dei partner per fare pacchetti turistici. Si tratta di tariffe particolarmente competitive. I vettori se ne avvantaggiano comunque, avendo quello che si chiama in gergo “traffico creativo”.
Un esempio per tutti, le tariffe per il Villaggio Calaserena 2014: comprendono viaggio, trasporto da e per l’albergo, hotel in pensione completa, assicurazione. Il vantaggio è enorme.
Certo, per avere queste tariffe bisogna essere soci della Sebastiano Satta, almeno da due mesi.
Non si vuole fare concorrenza sleale alle agenzie di viaggio. Oltre al Calaserena, si riesce oggi a fare pacchetti anche con i bed end breakfast, magari per lanciarsi in un tour della Sardegna. Coinvolgendo i paesi gemellati, s’includono nel tour tappe che non si vedono sulla grande distribuzione: i turisti d’isoledisardegna possono visitare ad esempio le miniere con i minatori veri, non con le “controfigure”. O magari, gli impianti di ENEA (agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), progetto sperimentale nel Sulcis (unico in Italia).
A breve, anche gli interventi di Serafina Mascia (presidente FASI), le considerazioni di Aldo Aledda, le aspettative del sindaco di Osilo, dell’assessore di Castelnuovo del Garda, la testimonianza del sindaco di Nogara e di quello di Zevio, del presidente del Bacino Imbrifero Montano dell’Adige e di Giovanna Busia del Bin Taloro, l’esperienza di Arianna Puggioni e il suggerimento di Pasquale Puggioni.